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Venerdì, 26 Aprile 2024
Cronaca Udine

Il falso povero che chiede i ''bonus spesa'' ma ha 40mila euro in banca

La Guardia di Finanza di Udine ha vagliato 700 posizioni, individuando otto irregolarità. La più eclatante quella di un uomo con diverse proprietà immobiliari, un cospicuo conto in banca ed entrate superiori ai 2mila euro

In difficoltà economiche, tanto da chiedere al Comune di Udine il sussidio alimentare, invece in banca aveva più di 40mila euro. Il caso eclatante è emerso durante i controlli della Guardia di Finanza, che ha messo sotto la lente d'ingrandimento 700 posizioni, individuando otto irregolarità: tutte persone che aveva dichiarato di essere povere per poter accedere ai cosiddetti buoni spesa.

Il falso povero con 40mila euro in banca

Tra i casi più rilevanti vi è quello di una persona che ha falsamente attestato il proprio stato di indigenza, in modo strumentale all’ottenimento del sostegno alimentare, potendo in realtà contare, ad aprile 2020, su un entrate superiori a 2mila euro, nonché su disponibilità finanziarie in banca per più di 40mila euro, oltre che su alcuni beni immobili.

La necessità di assicurare l’erogazione dei sussidi alle famiglie realmente bisognose e meritevoli di aiuto ha dato avvio ai dovuti controlli che, nelle scorse settimane, hanno portato alla luce le prime otto posizioni irregolari, tutte essenzialmente riconducibili a persone che hanno falsamente attestato il loro stato di indigenza.

In particolare, la Guardia di Finanza di Latisana ha accertato che nei momenti più delicati dell’emergenza epidemiologica, quando il lockdown era esteso all’interno territorio nazionale, alcuni cittadini della provincia di Udine hanno presentato autocertificazioni non veritiere, dichiarando di non possedere fonti di sostentamento finanziario e di trovarsi in condizioni di difficoltà economica e povertà, tali da non consentire loro nemmeno il minimale approvvigionamento di generi alimentari e di prima necessità.

Falsi poveri: restituzione dei bonus e multa

Le otto persone responsabili di aver falsamente attestato il loro stato di indigenza sono state tutte segnalate per la violazione dell’articolo 316-ter del codice penale, relativo alla indebita percezione di erogazioni pubbliche, avendo le stesse palesato una capacità economica e finanziaria ben superiore ai limiti fissati per richiedere i “buoni spesa”. Oltre alla restituzione di quanto indebitamente ottenuto, per i responsabili è prevista una sanzione amministrativa compresa tra 5 e 25 mila euro. Le attività di controllo, destinate a proseguire sotto la direzione dell’Autorità Giudiziaria e in stretta collaborazione con gli Enti concedenti, testimoniano l’impegno della Guardia di Finanza nell’azione di contrasto a ogni forma di illecito nel settore della spesa pubblica, nella prospettiva di reprimere i comportamenti fraudolenti, capaci di compromettere l’accesso a fondi e aiuti pubblici da parte dei cittadini onesti e più bisognosi.

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