Le feste no-Covid a Milano con alcool, droga e musica
In un posto lontano dal centro si organizzano via Whatsapp ritrovi e happening dall'estate scorsa. Nessuno indossa la mascherina e dalla strada non si sente nulla
Un gruppo Whatsapp "segreto" che raccoglie gli habitué del fine settimana. E un posto lontano dal centro come l'ex complesso industriale Richard Ginori nel quartiere Ortica. Sono questi gli ingredienti delle feste no-covid che si organizzano dall'estate scorsa a Milano e dove, secondo quanto racconta oggi La Stampa in un articolo a firma di Nadia Ferrigo, non si indossa la mascherina, le porte sono chiuse e girano alcool e droga a volontà.
Le feste no-Covid a Milano con alcool, droga e musica
Il quotidiano racconta che in queste feste gli smartphone è meglio tenerli in tasca, perché si deve resistere alla tentazione di filmare i party clandestini che vengono organizzati nel fine settimana. Dalle parti del quartiere Ortica in via Tucidide ci sono un parcheggio e una portineria: lì le prime feste sono iniziate questa estate all'aperto, probabilmente al grido di "Non ce n'è Coviddi", mentre adesso bisogna stare attenti a trovare l'appartamento "disponibile" grazie alle indicazioni su Whatsapp. Dalla strada, riferisce il quotidiano, non si sente nulla
"Abbiamo bussato, ci hanno aperto senza chiederci nulla. Un amico ci ha spiegato come arrivare fino a qui" - raccontano a La Stampa M. e D., una coppia di trentenni. Dicono che ci si ritrova in cinque o in dieci violando il coprifuoco e arrivando in taxi. E l'atteggiamento non è esattamente prudente:
«Il diritto di tornare al domicilio c’è. Se mi addormento a casa di qualcuno, non possono mica obbligarmi a passarci la notte, no? Se rischio, rischio sulla mia pelle. Anche i miei amici sanno tutto quello che faccio e mi vogliono vedere lo stesso. Va bene a me, va bene a loro, vuol dire che va bene a tutti. Di che cos’altro mi dovrei preoccupare?».
Quel che dei protagonisti di questo spettacolo fa spavento non è tanto il disprezzo della legge. A fare impressione è il rifiuto di prendere su di sé anche solo un pezzetto di responsabilità, rischiando di vanificare i sacrifici e gli sforzi degli altri per soddisfare la propria voglia di qualche ora di festa proibita.