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Domenica, 28 Aprile 2024
La sentenza / L'Aquila

Strage di Rigopiano, condannato in appello l'ex prefetto di Pescara

Parzialmente ribaltata la sentenza di primo grado, che aveva sancito l'assoluzione di Francesco Provolo, insieme ad altri 24 imputati. I familiari delle vittime non avevano mai smesso di chiedere giustizia

Sepolti nell'hotel, 29 morti: ecco la valanga che ha cancellato Rigopiano 

Per la tragedia dell'hotel Rigopiano il processo d'Appello si conclude con un parziale stravolgimento della sentenza di primo grado. Tre in più le condanne stabilite oggi, 14 febbraio: un anno e 8 mesi di reclusione per depistaggio per l'ex prefetto di Pescara, Francesco Provolo, che era stato assolto in primo grado. Condannati anche il tecnico comunale Enrico Colangelo (pena di 2 anni e 8 mesi), e il dirigente della Prefettura Leonardo Bianco (1 anni e 4 mesi), anche loro precedentemente assolti. Confermata quindi l'assoluzione degli altri 22 imputati, mentre le condanne sono salite a 8. Una decisione arrivata al termine della camera di consiglio durata quasi 5 ore.

Una vittoria parziale per i parenti delle vittime

Il primo grado del processo si era chiuso con 5 condanne e 25 assoluzioni: una decisione duramente contestata dai familiari delle 29 vittime, che non avevano mai smesso di chiedere giustizia. Il disastro risale al 18 gennaio del 2017, quando una valanga travolse il resort alle pendici del versante pescarese del Gran Sasso, uccidendo 29 persone tra dipendenti e turisti.

"Una sentenza che ripaga, seppur in parte, la delusione di quella di primo grado. Certo, non ci sono vincitori né vinti, ma si intravede la luce della verità", commenta uno dei familiari delle vittime, Alessandro di Michelangelo, che nel disastro ha perse il fratello.

"Dopo quello che è successo 7 anni fa, dopo tutto quello che abbiamo passato, 6 anni di udienze, di rinvii fino alla sentenza del 2023, dopo un altro anno per l’appello, non mi aspetto niente, sono esausto, non ho più paura di una nuova delusione, di sentirmi preso in giro. Domani sarò in aula, con il pensiero ai miei genitori e a chi ha perso la vita con loro, uno sguardo ai giudici e uno agli imputati. Inizi pure lo show. Io sono pronto", aveva dichiarato nel giorno precedente alla sentenza d'appello un altro dei parenti delle vittime, i cui genitori sono rimasti uccisi sotto le macerie di Rigopiano.

Per il disastro, la pubblica accusa aveva chiesto 26 condanne per un totale di 151 anni e mezzo di carcere, ma, in primo grado, il Gup del Tribunale di Pescara ha ridotto a poco più di 10 anni la pena totale, divisa tra il sindaco di Farindola Ilario Lacchetta (due anni e otto mesi), due dirigenti della Provincia di Pescara, Paolo D’Incecco e Mauro Di Blasio (tre anni e quattro mesi ciascuno), l’ex gestore dell’hotel Bruno Di Tommaso e il geometra Giuseppe Gatto (sei mesi a ognuno).

Per la strage non venne riconosciuto il disastro colposo e vennero quindi assolti l'ex prefetto di Pescara Francesco Provolo (per il quale la Procura aveva chiesto 12 anni) e l'ex presidente della Provincia di Pescara, Antonio Di Marco, oltre ai dirigenti regionali e ai tecnici. 

"A Rigopiano valanga imprevedibile": pubblicate le motivazioni della sentenza della discordia (today.it)

Una sentenza ritenuta "inaccettabile", "una nuova offesa" per le vittime, oggi parzialmente riformata. 

"Mi aspetto che i giudici emettano una sentenza un po' più giusta della prima. Non pretendo che ci siano tutte le condanne chieste dalla Procura, ma che a quelle già comminate in primo grado si aggiungano delle altre, perché ci sono responsabilità evidenti", aveva commentato prima del pronunciamento la madre di Ilaria Di Biase, cuoca dell'hotel Rigopiano, morta sotto le macerie della struttura. "Hanno ammazzato 29 persone, tra cui mia figlia di 22 anni, non possono farla franca tutti quanti". 

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