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Sabato, 27 Aprile 2024
La grande fuga / Ucraina

Quattro milioni di profughi dall'Ucraina: "Mai visto spostamento di persone così rapido"

Dopo sei giorni di guerra in 680.000 hanno lasciato il Paese. Tutti gli scenari e le rotte. Metà delle persone in transito sono sotto i 14 anni. Tutti i Paesi confinanti hanno tenuto le proprie frontiere. L'Italia si organizza per l'accoglienza

Non usa giri di parole l’Alto commissario Onu per i rifugiati, l’italiano Filippo Grandi: "L’Europa affronterà presto la più grande crisi di profughi di questo secolo". Alle venti di ieri sera, sesto giorno e sesta notte di guerra, erano 680.000 circa  i rifugiati fuggiti dall'Ucraina verso i Paesi confinanti, secondo i più recenti dati messi a disposizione dai governi. Metà delle persone in transito sono sotto i 14 anni.

Si segnalano file disumane di auto e uomini ai varchi doganali, in ogni direzione possibile, ovvero verso ovest o verso Sud. Un numero imprecisato di russi residenti in Ucraina è fuggito verso occidente nelle settimane passate. "Stiamo pianificando un’accoglienza per quattro milioni di rifugiati", ha detto ancora Grandi alle Nazioni Unite. "Lavoro da 40 anni sulle crisi umanitarie e raramente ho visto uno spostamento di persone così rapido, il più grande in Europa dalla guerra nei Balcani".

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I profughi che scappano dalla guerra in Ucraina

Crisi nella crisi, è iniziato lo spostamento di cittadini ucraini interno. Dal Donbass, da Kharkiv, da Kiev verso l'Ovest del Paese. L’Alto commissario stima la migrazione interna in un milione di persone tenendo conto che lo sfinimento di un’attesa alla frontiera che può durare 60 ore ha portato diversi fuggitivi a tornare indietro, a Leopoli per esempio. La situazione sta evolvendo così rapidamente che è impossibile per le organizzazioni umanitarie distribuire sistematicamente gli aiuti.

A oggi, tutti i Paesi confinanti hanno tenuto le proprie frontiere aperte ai rifugiati in fuga dall'Ucraina. La maggior parte si è rifugiata in Polonia, Ungheria, Moldavia, Romania, Slovacchia, mentre altri hanno proseguito in direzione di altri Paesi europei. Ma c'è anche un numero considerevole di persone che si è diretto verso la Federazione Russa. Le autorità dei vari Paesi si stanno assumendo la responsabilità di registrare, accogliere e assicurare riparo e protezione a questi rifugiati. In Romania ci sono code di fino a 20 ore per fare ingresso nel Paese. In Moldavia continuano a essere necessarie 24 ore per coprire i 60 km scarsi che separano Odessa dal confine.

Come sempre, la sofferenza più acuta è riservata ai bambini. Le bombe e i missili non stanno risparmiando asili e orfanotrofi, metà delle persone in transito sono sotto i 14 anni. Nell’Est dell’Ucraina 750 scuole sono state chiuse. Il segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, sostiene che serviranno 1,7 miliardi per i prossimi tre mesi.

I profughi ucraini in Italia

In Italia il primo pullman con a bordo i profughi ucraini in fuga dalla guerra è arrivato sabato mattina alla frontiera di Fernetti, vicino a Trieste. La comunità ucraina in Italia, composta da 240mila persone, è la più grande d’Europa occidentale. Luciana Lamorgese, ministro dell'Interno, ha assicurato che l’Italia darà la massima solidarietà al popolo ucraino: Nei fatti, l’organizzazione dell'accoglienza si baserà probabilmente sulla rete SAI, il sistema di accoglienza e integrazione di secondo livello gestito dal ministero in collaborazione con l’ANCI, l’associazione dei comuni italiani. Chi fugge dall'Ucraina sarà ospitato nelle strutture messe a disposizione da associazioni, parrocchie e istituzioni. Le prefetture coinvolte sono 106. Il sistema SAI prevede sia la distribuzione di vitto e alloggio, e poi servizi essenziali come accompagnamento, assistenza, integrazione. 

Ovunque in Italia, da Nord a Sud passando per le isole maggiori, si segnala una fortissima mobilitazione dei volontari, di persone che stanno aderendo alle campagne di raccolta fondi e che si offrono per ospitare i profughi.

"Lombardia pronta ad accoglierne 100mila"

Il comune di Milano sta ospitando le prime famiglie di profughi ucraini nei centri già attivi per l'emergenza abitativa e da questa sera sarà disponibile un centro dedicato presso un padiglione di Casa Jannacci, la Casa di accoglienza di viale Ortles 69. Palazzo Marino ha attivato una cabina con la Prefettura e il Consolato per raccogliere le necessità e coordinare le accoglienze nei centri disponibili.

La Lombardia sta predisponendo un piano per l'accoglienza di 100 mila profughi che potrebbero arrivare nei prossimi giorni dall'Ucraina. Lo annunciato il presidente della Regione Attilio Fontana, intervistato su Radio24. "Stiamo predisponendo un piano per la distribuzione dei profughi a livello regionale. Tenuto conto dei 55 mila ucraini residenti in Lombardia", gli arrivi stimati sono "intorno ai 100 mila - ha detto Fontana -, uno o due persone per ogni ucraino residente. Probabilmente saranno meno, però ci dobbiamo preparare per una evenienza di questo genere". Oltre ad aver messo a disposizione gli ex Covid hotel, che sono già pronti, "stiamo facendo una ricognizione anche delle case Aler", gli edifici di edilizia popolare di proprietà della Regione, "per capire se anche in queste possano individuarsi dei luoghi di accoglienza", ha aggiunto il governatore. Allertate anche le ong e le associazioni di volontariato del territorio. (

E' on line, sul sito istituzionale del Comune di Napoli, un form utile per accogliere la disponibilità da parte di associazioni, residenti e professionisti a fornire aiuti concreti alla popolazione ucraina in difficoltà. Per aiutare famiglie, donne, bambini e persone in pericolo in fuga dall'Ucraina si potranno mettere a disposizione alloggi privati, strutture alberghiere e extra alberghiere, posti in comunità, stanze in conventi, contribuire alla raccolta di farmaci, offrirsi come traduttori/mediatori culturali, supporto psicologico.

A Roma c'è una task force guidata dall'assessora Funari per organizzare l`accoglienza dei profughi che arriveranno in città.

"In Ucraina la copertura vaccinale c'è solo per un terzo della popolazione, solo i militari sono tutti vaccinati, e praticamente nessuno ha la dose booster. Credo andrà fatto un piano sanitario che comprenda anche" la vaccinazione per i profughi. Lo dice il virologo dell'Università statale di Milano Fabrizio Pregliasco. "E' chiaro che il Covid, al punto in cui sono, non è una priorità. In senso generale tutte le situazioni di guerra le problematiche infettive si rialzano. Il rischio" che il virus riparta in Ucraina e nei paesi confinanti "è sicuramente a macchia d'olio, intanto nel contesto più coinvolto dalla guerra, ma anche nell'interscambio di profughi", ha concluso Pregliasco.

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