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Domenica, 28 Aprile 2024
Orrore in famiglia / Milano

La madre che ustiona la figlia di 17 mesi con il deodorante: "Un vero movente non c'è"

Rese note le motivazioni della sentenza con cui lo scorso 10 gennaio il giudice ha condannato a 4 anni di reclusione la 28enne arrestata il 3 febbraio dello scorso anno per maltrattamenti aggravati e lesioni sulla bimba: "Non è semplice individuare il movente di simili condotte". Le ipotesi

La condanna era arrivata due mesi fa, a gennaio. Dopo i sessanta giorni di rito sono state rese note le motivazioni. La "visione" delle "immagini videoregistrate" mette in chiaro "l'ineluttabile crudeltà delle condotte materne", che non solo hanno lasciato "un segno sulla pelle della bambina", ma che hanno anche "sicuramente provocato cicatrici profonde nella capacità di sviluppare rapporti di affidamento verso gli adulti nelle fasi più delicate della crescita". A scriverlo è il gup di Milano Luca Milani nelle motivazioni della sentenza con il 10 gennaio ha condannato a 4 anni di reclusione la 28enne arrestata il 3 febbraio 2023 per maltrattamenti aggravati e lesioni sulla figlia di 17 mesi.

Le indagini avevano accertato come la donna spruzzasse regolarmente spray deodorante a distanza ravvicinata provocando lesioni e ustioni sulla pelle della piccola. Nei sei mesi precedenti all'arresto della donna, la piccola era stata ricoverata a Varese, Pavia e Milano. I medici avevano fatto partire una segnalazione per le lesioni sulla pelle della bimba, poi gli inquirenti avevano posizionato delle microcamere che avevano immortalato i momenti in cui la madre causava le ferite a sua figlia. Era scattato l'arresto.

"Condizione di significativo disagio emotivo"

La perizia psichiatrica aveva accertato che la madre "si trovava in una condizione di significativo disagio emotivo", con una "sindrome di Munchausen", ma le "condizioni cliniche globalmente rilevate" non erano "gravi" e non hanno determinato una "infermità mentale". Il giudice ha fatto presente che "non è semplice individuare il movente di simili condotte" della donna. "Forse il fatto di attirare l'attenzione di un marito distratto e assente", forse la "ricerca di protezione da parte dei medici curanti" o "forse la rivendicazione di un ruolo di preminenza all'interno del nucleo familiare".

Pochi dubbi però sugli effetti: "Dolore, paura e frustrazione in una bambina che, come visibile dalle immagini videoregistrate, istintivamente urlava 'no' protendendo le braccia verso il padre tutte le volte che la madre le faceva capire di raggiungerla in bagno", dove la feriva con lo spray. La madre secondo il giudice agiva con "dolo" e le sue condotte si inserivano volontariamente in un "percorso di sopraffazione e turbamento imposto" alla piccola.

Sul telefono della donna erano state trovate 80 immagini "rappresentanti - si legge negli atti - le lesioni sulla cute della minore". Per l'accusa la donna era capace di restare insensibile anche davanti "alle reiterate e sempre più forti urla di dolore della figlia"

Il giudice ha riconosciuto entrambi i reati contestati di maltrattamenti e lesioni ed ha concesso alla donna, difesa dall'avvocato Vincenzo Sparaco, le attenuanti generiche equivalenti alle aggravanti per "la elevata condizione di stress" che la madre stava vivendo e per i suoi "disturbi comportamentali". Il giudice ha applicato una pena "elevata" - ridotta di un terzo per il rito abbreviato - perché bisogna "tenere conto di tutta la sofferenza che la vittima possa aver provato nei momenti immortalati dall'impietoso occhio delle telecamere".

La bimba data in adozione

La bambina era stata subito affidata ai servizi sociali dopo l'arresto della madre. Ora è in corso il procedimento di adozione. Nel processo era rappresentata dal curatore speciale come parte civile, col legale Angelo Lerario: è stata riconosciuta una provvisionale di risarcimento di 30mila euro. L'imputata è stata in carcere per qualche mese, dopo i quali le sono stati concessi gli arresti domiciliari con braccialetto elettronico. Sta seguendo un complesso percorso di cura. 

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