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Lunedì, 29 Aprile 2024
SALUTE

Contro obesità e sovrappeso arriva la tassa sul cibo

Dal Messico agli Stati Uniti, dall'Australia alla Francia: tantissimi i provvedimenti legislativi contro i grassi saturi e le bevande zuccherate. Ma qualcuno ci aveva già pensato anni fa

Nonostante le pressioni della multinazionali, per combattere l'obesità il Parlamento messicano ha approvato una legge che dovrebbe accompagnare e favorire un vero e proprio cambiamento della cultura alimentare: innalzamento della tassazione su cibi e bevande poco salutari.

I messicani hanno i tassi di obesità e di diabete infantile più alti al mondo: 32,8% della popolazione e al 9,2% dei bambini. Inoltre è lo Stato dove si consumano più bevande zuccherate, circa 163 litri l’anno pro capite. Questo avviene in un Paese dove nell'arco di vent'anni la popolazione è passata da una dieta ricca di proteine animali e vegetali (quella tradizionale messicana) a un consumo elevato di junk food, a causa anche dell'installazione massiccia sul territorio delle multinazionali del cibo. Inoltre l'acqua potabile è difficile da reperire così spesso i bambini nelle scuole bevono bibite confezionate, ricche di zuccheri.

La nuova legge vuole favorire un cambiamento di cultura alimentare: la tassa sarà dell’8% sul prezzo degli alimenti ricchi in grassi, sale e zuccheri e di 5 centesimi di euro per ogni litro di bevanda dolce. Viene poi resa obbligatoria un’ora di ginnastica al giorno per tutti i cittadini e incentivata la fornitura di acqua potabile al maggior numero possibile di scuole. Infine tutti gli alimenti pensati per la vendita dovranno avere le etichette nutrizionali.
 
Ma la decisione del governo messicano non è un caso isolato: tanti altri Stati nel mondo stanno adeguando la propria legislazione in fatto di cibo per migliorare le abitudini alimentari dei cittadini. Alcuni avevano già cominciato tempo fa: la Norvegia nel 1981 ha aumentato le tasse sul cioccolato, nelle isole Samoa si tassano i soft drikns dal 1984, in Australia dal 2000 esiste una tassa del 10% su bibite dolci, pasticceria e prodotti da forno.

Anche l'Europa si è data da fare: l’Ungheria è lo Stato che ha la tassazione più estesa in Europa su alimenti e bibite. Nel 2011 la Danimarca ha introdotto una tassazione del 2,3% sui cibi ricchi in acidi grassi saturi e, nello stesso anno, la Francia ha approvato una tassa di un centesimo a lattina sulle bibite gasate.

In arrivo normative simili anche in Germania: i due principali partiti, Cdu/Csu e Spd si starebbero accordando per un aumento dell’IVA su tutti gli alimenti che contengano più di 275 calorie ogni cento grammi. Il tutto per far scendere i valori di sovrappeso della popolazione visto che ne soffrono il 67,1% degli uomini, il 52,9% delle donne e 15% dei bambini. Gli introiti dovrebbero essere impiegati proprio per curare gli effetti patologici dell’obesità.

Non mancano le voci critiche: la tassazione dovrebbe modificare le abitudini alimentari e non far fare cassa per tappare i buchi della sanità. Inoltre un recente studio pubblicato sul British Medical Journal mostra che per essere efficace una tassa sui cibi e le bevande ipercalorici e poco sani deve ammontare almeno al 20%. Lo studio è stato condotto considerando i dati di vendita di varie indagini di mercato sulle abitudini alimentari dei concittadini e su quelli antropometrici (altezza, peso e così via). Tramite modelli matematici è stato dimostrato che in breve tempo ci sarebbero 180 mila obesi e 28 mila persone con sovrappeso in meno. In più nelle casse del sistema sanitario entrerebbero 320 milioni di euro.

In Italia è stata approvata una 'soda tax' dal ministro Renato Balduzzi del Governo Monti, che ha fatto marcia indietro dopo essere stato ricoperto di critiche per la scelta. Il tema è invece di estrema attualità a San Francisco dove i cittadini saranno chiamati a esprimersi in merito, nel novembre del 2014. La proposta è introdurre una tassa di circa 24 centesimi per ogni lattina da 35 cl e di destinare poi i quasi 30 milioni di dollari guadagnati in programmi per la promozione dell’attività fisica. Secondo un recente sondaggio compiuto su quasi mille e 200 abitanti della città californiana, circa due terzi della popolazione sarebbe favorevole all’aumento di prezzo, a patto che il denaro ricavato sia destinato a progetti specifici sulla prevenzione e l’educazione sanitaria.

In caso il referendum passasse San Francisco sarebbe la prima città degli Usa a tassare le bibite gasate. Un tentativo simile lo aveva fatto l'ex-sindaco di New York Michael Bloomberg, vietando la vendita di bicchieri troppo grandi di bevande dolci ma è stato tutto bloccato da un ricorso dei produttori. Intanto negli Stati Uniti il problema del sovrappeso affligge il 69,2% della popolazione e quello dell'obesità 32,1%. I dati sono stati resi noti dalla Fao e dall’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico nell'estate del 2013.

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