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Venerdì, 26 Aprile 2024
Caso Yara

Yara, Bossetti in aula fa dietrofront: "Non volevo accusare nessuno"

L’uomo accusato dell’omicidio di Yara Gambirasio ha parlato dopo l’interrogatorio del collega Massimo Maggioni. Lo scorso luglio, Bossetti aveva chiesto di incontrare il pm e avrebbe cercato di gettare sospetti proprio su Maggioni

Le frasi pronunciate da Massimo Bossetti, imputato dell'omicidio di Yara Gambirasio, sul suo collega di lavoro, l'imbianchino Massimo Maggioni, sono state una "semplice esternazione di un possibile sospetto che potevo avere" e "non un'accusa" o il "voler rendere colpevole qualcuno". A dirlo è lo stesso muratore di Mapello, intervenuto stamane in aula con una dichiarazione spontanea davanti alla Corte d'Appello al termine dell'esame del suo collega Maggioni, parte civile e presente in veste di testimone. 

Bossetti, nel luglio scorso, aveva chiesto di essere ascoltato dal pm e avrebbe cercato di gettare sospetti su Maggioni sostenendo che gli piacevano le ragazzine e che potesse essere entrato in possesso del suo Dna con un fazzoletto usato da Bossetti, che aveva raccontato di soffrire di epistassi, per tamponarsi il sangue uscito dal naso. 

“Col pm sono stato sempre rispettoso, educato, gentile - ha affermato Bossetti - E ho sempre detto che non volevo accusare o rendere colpevole nessuno. Se uno ha dei sospetti o dei dubbi penso che debba essere ascoltato per verificarli. La mia - ha ripetuto - era una semplice esternazione. Se poi è infondata, bene. Non era mia intenzione fare nessuna calunnia".

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