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Lunedì, 29 Aprile 2024
Dolci più cari

Perché lo zucchero costerà di più

Siccità e inondazioni hanno colpito i principali Paesi produttori come India e Thailandia, che ora limitano l'export. Bene il raccolto in Brasile, ma potrebbe non bastare

Fenomeni climatici estremi, raccolti scarsi e bioetanolo. Sono questi alcuni dei fattori che stanno determinando l'aumento vertiginoso dei prezzi dello zucchero. Le ripercussioni si stanno già facendo sentire nei Paesi esportatori, come Thailandia e India, così come in quelli importatori, come la Nigeria, ma presto potrebbero riversarsi anche in Italia e negli altri Paesi europei, dove gli zuccheri hanno "invaso" la nostra alimentazione. Fino ad ora i mercati occidentali sono riusciti ad assorbire gli aumenti, ma le conseguenze di cui stanno soffrendo i Paesi in via di sviluppo sembrano destinate a ripercussioni globali. In particolare in Africa dove questo ingrediente è fondamentale per avere cibo a basso costo, ma molto energetico.

Se chiudono i panettieri

In tutto il mondo lo zucchero in questo momento viene scambiato ai prezzi più alti dal 2011. L'offerta mondiale è diminuita dopo che il clima insolitamente secco ha danneggiato i raccolti sia in India che Thailandia, che rappresentano il secondo e il terzo maggiore esportatore mondiale. Davanti a loro c'è solo il Brasile, il cui raccolto che si prevede maggiore del 20%, contribuirà a colmare le lacune solo nei mesi avanzati del 2024. Fino ad allora, i Paesi che dipendono dalle importazioni, come la maggior parte di quelli dell'Africa sub-sahariana, rimangono particolarmente vulnerabili. Lo zucchero è necessario ad esempio per fare il pane, che rappresenta un alimento base per i 210 milioni di abitanti della Nigeria, essendo una fonte di calorie a basso costo. Con un aumento dei prezzi del 55% in appena due mesi, molti panettieri hanno chiuso bottega, mentre numerose famiglie non possono più permettersi di spendere così tanto per il pane.

Il bioetanolo rende di più

Nella stagione 2023-24, l'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'alimentazione e l'agricoltura (Fao) prevede un calo della produzione globale di zucchero del 2% rispetto all'anno precedente. Si rischia di perdere circa 3,5 milioni di tonnellate, ha dichiarato all'Afp Fabio Palmeri, ricercatore della Fao specializzato nel mercato globale delle materie prime. Ad incidere sui prezzi è anche l'utilizzo dello zucchero come fonte per i biocarburanti come l'etanolo. I Paesi importatori stanno provando a correre ai ripari. La Nigeria, ad esempio, che acquista il 98% del suo zucchero greggio da altri Paesi, nel 2021 aveva vietato le importazioni di quello raffinato per sostenere invece la lavorazione nazionale, annunciando un progetto da 73 milioni di dollari per espandere le infrastrutture del settore. Queste strategie sul lungo termine non stanno dando ancora i frutti sperati.

Tra siccità e inondazioni

Ad incidere sulla carenza di zucchero sta contribuendo anche El Niño, un fenomeno naturale che modifica i modelli meteorologici globali, aggravando le condizioni estreme che vanno dalla siccità alle inondazioni. In India ad esempio l'agosto del 2023 è stato il più secco da oltre un secolo. Ne hanno subito le conseguenze i raccolti nello stato occidentale del Maharashtra, che rappresenta oltre un terzo della produzione indiana di canna da zucchero. La diminuzione prevista l'anno prossimo è dell'8%. Un dato che spaventa la nazione più popolosa del mondo, che è anche la più grande consumatrice di zucchero. Per evitare problemi interni il primo ministro Narendra Modi ha deciso di vietare le esportazioni di zucchero.

El Niño ha colpito anche la Thailandia, con effetti negativi che si sono prodotti all'inizio della stagione di crescita. Oltre alle quantità, i cambiamenti climatici hanno inciso anche sulla qualità dei raccolti. Nella stagione del 2024 verranno macinate solo 76 milioni di tonnellate di canna da zucchero, rispetto ai 93 milioni di quest'anno. Per evitare un aumento eccessivo dei prezzi al dettaglio, il governo thailandese ha imposto controlli per la prima volta dal 2018, ma secondo gli esperti questa misura scoraggerebbe gli agricoltori dal coltivare zucchero perché limita il loro reddito.

Scorte in calo

Secondo i dati del dipartimento dell'Agricoltura degli Stati Uniti (Usda), il mondo ha ora meno di 68 giorni di scorte di zucchero per soddisfare le proprie esigenze, rispetto ai 106 giorni in cui hanno iniziato a diminuire nel 2020. L'Indonesia, che è stato il più grande importatore di zucchero l'anno scorso, ha ridotto gli acquisiti mentre la Cina, al secondo posto per le importazioni, è stata costretta a rilasciare zucchero dalle sue scorte per compensare i prezzi elevati a livello nazionale per la prima volta in sei anni.

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