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Sabato, 27 Aprile 2024
promesse e tagli

I progetti tagliati del Pnrr che rischiano di sparire nonostante il piano B del governo

Non ci sono fondi per finanziare le misure eliminate, lo dice anche il Servizio studi del Parlamento, ma Fitto promette il contrario. E gli effetti dei ritardi nell'attuazione del Piano possono riverberarsi fino a dicembre, complicando i piani del governo per la legge di bilancio. Che fine fanno fondi risparmiati e progetti tagliati

Il governo Meloni vuole cambiare il Pnrr, propone tagli da quasi 16 miliardi ad alcuni progetti e promette di rifinanziarli con altri fondi. Raffaele Fitto lo ha detto e ribadito anche nelle sue ultime comunicazioni alla Camera: la proposta di modifica del Piano annunciata dal governo "non comporta alcun definanziamento", perché "gli interventi andranno avanti regolarmente". In realtà, questi progetti potrebbero proprio non esistere più, i dubbi sulla loro realizzazione sono parecchi: è stato lo stesso Servizio studi di Camera e Senato a dirlo. E gli effetti di tagli e ritardi nel Piano si riverberano nel tempo, fino ad arrivare a dicembre, quando il governo potrebbe di nuovo rendersi conto, come l'anno scorso, che i margini per la manovra finanziaria 2024 sono stretti.

Perché si modifica il Pnrr: i ritardi pesano

Nella Cabina di regia del 27 luglio 2023, il ministero degli Affari Europei di Raffaele Fitto ha presentato la proposta di revisione del Pnrr da sottoporre alla Commissione europea. Nei regolamenti è infatti prevista la possibilità di richiedere modifiche al proprio Piano nazionale di ripresa e resilienza davanti a circostanze ritenute "oggettive", per l'Italia sostanziate in aumento dei costi e scarsità delle materie prime.

Le richieste del ministero di Fitto arrivano dopo mesi di evidenti difficoltà e notevoli ritardi del Pnrr. L'avanzamento del Piano è fermo: da gennaio a maggio l'Italia ha infatti speso solo 1,2 dei 33,8 miliardi di euro previsti entro il 2023. Così, il governo italiano ha individuato 144 misure da modificare del tutto o in parte, in modo da poter raggiungere gli obiettivi concordati.

Perché l'Italia non riesce a spendere i soldi del Pnrr

Alcune richieste di modifica sono temporali: ad esempio, entro dicembre 2023 l'Italia avrebbe dovuto centrare degli obiettivi previsti in alcune riforme, tra cui la riduzione dei tempi per i pagamenti della Pubblica amministrazione e per l'aggiudicazione degli appalti, oltre che dei processi arretrati nei tribunali. Ora il governo Meloni chiede più tempo alla Commissione europea, posticipando il raggiungimento di questi obiettivi di 15 mesi.

I progetti tagliati dal Pnrr: quali sono, il grafico

Le altre richieste di modifica riguardano invece progetti da eliminare dal Pnrr per dirottare i fondi altrove, nel RepowerEu ad esempio. Le misure tagliate sono 9, per 15,9 miliardi di euro. Il Governo afferma che si tratta di progetti già avviati e confluiti nel Pnrr ma con "rilevanti criticità" che hanno causato problemi e ritardi. Tra queste, alcune regole imposte dai regolamenti comunitari difficili da rispettare - come il principio del "Do not significant harm", di non arrecare danni significativi all'ambiente -, e la moltiplicazione dei soggetti attuatori nella Pubblica amministrazione. 

I progetti del Pnrr tagliati: le misure eliminate, il grafico

Come si vede dal grafico elaborato da Today.it, gli interventi fanno capo a diversi ministeri e coinvolgono temi attuali su cui scontro politico e tensioni istituzionali sono già nel vivo: tra gli altri saranno eliminati dal Pnrr oltre la metà dei fondi destinati alla lotta al dissesto idrogeologico (1,3 miliardi su 2,5), interventi per "la resilienza, valorizzazione del territorio ed efficienza energetica dei Comuni" (6 miliardi) e quelli per la rigenerazione urbana che servivano a ridurre le situazioni di emarginazione e degrado sociale (3,3 miliardi).

Queste misure comprendono al loro interno centinaia di progetti - come linee ferroviarie o la gestione dei beni confiscati alla mafia - e vengono eliminati solo dal Pnrr, non in generale: nelle intenzioni del governo verranno rifinanziati con altri fondi, ma tempistiche e modalità per realizzarli non sono chiare.

Dove finiscono i fondi risparmiati del Pnrr

I fondi risparmiati dai tagli ai progetti del Pnrr possono rientrare nel Piano per altre finalità. Ad esempio, il Ministero dell'Interno ha proposto di reindirizzare circa 5,8 miliardi di euro inizialmente previsti negli "Investimenti in progetti di rigenerazione urbana, volti a ridurre situazioni di emarginazione e degrado sociale" e i "Piani urbani integrati – progetti generali", verso misure per il contrasto della povertà energetica e la riqualificazione energetica del patrimonio pubblico, in particolare prevedendo interventi mirati ai ceti meno abbienti.

Il miliardo di euro che doveva finanziare "Aree interne - Potenziamento servizi e infrastrutture di comunità" e "Valorizzazione dei beni confiscati alle mafie" servirà invece per una nuova misura: la creazione di una Zona economica speciale (Zes) unica nel Mezzogiorno.

Poi c'è il RepowerEu, il piano europeo per la transizione ecologica e l'autonomia energetica, in cui confluiranno tre grandi misure di investimento:

  • Reti (2,312 miliardi);
  • Transizione verde ed efficientamento energetico (14,793 miliardi);
  • Filiere (2,05 miliardi).

In tutto, il Repower italiano varrà 19,25 miliardi di euro: qui confluiranno i soldi risparmiati dalle misure uscite dal Pnrr. Tra gli altri progetti del RepowerEu, spiccano il Tyrrhenian Link di Terna - per realizzare linee elettriche ad alta tensione tra Sardegna, Sicilia e Campania-, e il raddoppio del gasdotto lungo la dorsale Adriatica.

La fine dei progetti tagliati dal Pnrr e il domino per la manovra 2024

Il ministro Fitto ha sottolineato più volte che i progetti tagliati dal Pnrr non vengono "definanziati" e ha assicurato che verranno realizzati usando altre fonti di finanziamento. 

"Non c'è nessun definanziamento, non c'è nessun togliere risorse. Non c'è nessuno che è impazzito. Non c'è nessuna ragione per cui dovremmo togliere risorse contro il dissesto e per la lotta alla mafia".

"Gli interventi previsti all'interno del Pnrr vanno avanti regolarmente - ha assicurato Fitto durante le comunicazioni alla Camera sul tema -. Non c'è nessuna interruzione rispetto a tutto ciò che è previsto". Il Ministro per gli Affari europei ha poi detto che il governo sta "garantendo il finanziamento per tutti gli interventi, perché gli interventi restano garantiti. Lo dico ai sindaci, a chi ha immaginato scenari catastrofici".

Le altre fonti di finanziamento sono i fondi strutturali europei, il fondo di sviluppo e coesione e il Piano nazionale complementare da oltre 30 miliardi di euro che affianca il Pnrr. Le intenzioni del governo sui progetti sono note, i dettagli su come realizzarli no. Ad esempio, sul sito del Dipartimento per le politiche europee si legge che "Ulteriori proposte riguardano la possibilità di finanziare interventi per la ricostruzione del territorio dell'Emilia Romagna, colpito dagli eventi alluvionali", ma non è chiaro come, nè quando.

I progetti tagliati dal Pnrr e le fonti di finanziamento alternative, come i fondi di coesione: il grafico

In un dossier dedicato alle proposte di revisione del Pnrr presentate dal governo, il Servizio studi del Parlamento sottolinea proprio la mancanza di "strumenti e modalità attraverso i quali sarà mutata la fonte di finanziamento delle risorse definanziate".

Meno tasse (ma non per tutti) e accordi con gli evasori: la riforma fiscale di Meloni

E cambiare in corso d'opera la natura del finanziamento dei progetti può solo aumentare i ritardi: "La determinazione di tali strumenti e modalità appare opportuna soprattutto con riguardo ai progetti che si trovano in stadio più avanzato, in ragione dei rischi di rallentamenti o incertezze attuative che potrebbero conseguire al mutamento del regime giuridico e finanziario e del sistema di rendicontazione cui tali misure sarebbero sottoposte", si legge nel dossier del Parlamento.

Niente aumento degli stipendi né taglio alle tasse: i ritardi del Pnrr complicano tutto

In più i fondi disponibili non abbondano, anzi: "Tale determinazione appare fondamentale, inoltre, al fine di verificare che le fonti alternative di finanziamento dispongano di una adeguata dotazione di competenza e di cassa nell'ambito del bilancio dello Stato". Il domino dei ritardi del Pnrr coinvolge infatti anche la legge di bilancio: le risorse erano già poche e ora ci sono 16 miliardi di opere da rivedere, rifinanziare, con un impatto generale tutto da stimare.

Così il governo vuole mettere più debito pubblico nelle tasche degli italiani

Lo dovrà fare il Ministero dell'Economia e delle Finanze mentre le previsioni sull'economia italiana peggiorano: al momento, nella manovra finanziaria 2024 c'è spazio a malapena per confermare l'impianto delle misure attuali, che sono provvisorie e non strutturali come invece dovevano essere nei piani politici ed elettorali di Giorgia Meloni e maggioranza. La fattibilità di molte promesse dipenderà anche dal Pnrr. 

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