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Martedì, 30 Aprile 2024
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Mutui, buone notizie: i tassi potrebbero tornare a scendere

Il primo taglio di mezzo punto dei tassi d'interesse da parte della Bce potrebbe arrivare già a marzo, poi il secondo a giugno e infine il terzo nella seconda metà del 2024. Cosa succederà ai mutui?

Dopo una folle corsa per frenare l’inflazione i tassi d’interesse potrebbero tornare a scendere, rendendo più basse le rate dei mutui diventate proibitive nel giro di un anno. Il tasso d’interesse attualmente fissato al 4,50% dalla Banca centrale europea (Bce) potrebbe tornare al 3% nel corso del 2024, con tre tagli da 50 punti base ciascuno, stimano gli economisti di Deutsche Bank in un report riportato da Bloomberg. Nel corso del prossimo anno la Bce potrebbe decidere di non mantenere i tassi invariati, al contrario potrebbe ridurli per stimolare l’economia. Del resto l’inflazione non rappresenta più una grande preoccupazione visto che sembra stia tornando in carreggiata verso il target del 2%.

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Il primo taglio di mezzo punto potrebbe arrivare già a marzo, poi il secondo a giugno e infine il terzo nella seconda metà del 2024. Conferme in tal senso arrivano da alcuni componenti della Bce, come il 'falco' Isabel Schnabel, che ha ritenuto improbabile un nuovo rialzo dei tassi, non escludendo invece l'eventualità di un taglio del costo del denaro nella prima parte del 2024. Cosa succederà ai mutui?

Previsioni dei tassi dei mutui per il 2024

La possibilità di un taglio del costo del denaro nel corso del 2024 spingerà il mercato dei mutui a ripartire dopo la frenata registrata nel 2023, spiega Angelo Spiezia, amministratore delegato di Telemutuo. "La prospettiva più probabile è quella che i tassi d’interesse siano destinati a rimanere stabili sui valori attuali per il prossimo trimestre iniziando un nuovo ciclo in discesa a partire dal mese di marzo 2024. È anche vero che in una fase così delicata della storia mondiale, a livello sia economico che geopolitico, è molto difficile fare previsioni a medio-lungo termine. Bisogna valutare attentamente i mercati in tempo reale: imprevedibili eventi futuri potrebbero influire sia in positivo che in negativo".

Quale mutuo scegliere, tasso fisso o variabile?

Di fronte a un possibile cambio di scenario, quale tasso risulta essere più conveniente? Oggi la maggior parte dei mutuatari si rivolge verso il tasso fisso per tutelarsi dal rischio di possibili, ulteriori rialzi della rata a seguito dell’aumento del costo del denaro in Europa. "Qualora il trend del costo del denaro Ue dovesse invertire la rotta - suggerisce l’amministratore delegato di Telemutuo - sarà sempre possibile ricorrere allo strumento della surroga (gratuito per il mutuatario) trasformando il finanziamento a tasso fisso in un mutuo a tasso variabile. Eventualmente, esiste anche la possibilità di sottoscrivere un mutuo con tasso rinegoziabile che, per contratto, offre la possibilità al mutuatario di rivedere le condizioni del proprio finanziamento a scadenze predeterminate di 5 o 10 anni a seconda delle offerte delle singole banche".

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Oltre al tasso variabile puro, sul mercato sono infatti disponibili alcune soluzioni alternative, che, pur avendo un tasso variabile, permettono di limitare e gestire gli aumenti del costo del denaro, ovvero il mutuo a rata costante (in cui è la durata complessiva del finanziamento a variare), il mutuo con Cap (tetto massimo), il mutuo misto o con opzione. A tal proposito vale la pena ricordare che le agevolazioni previste dal governo per i giovani under 36 dovrebbero essere confermate per tutto il prossimo anno, come previsto dalla manovra 2024 e che finalmente il 5 dicembre è stata approvata la legge sull’oblio oncologico. Una notizia molto attesa dalle persone che in passato hanno avuto una patologia oncologica e che finora trovavano numerose difficoltà per l’ottenimento di un mutuo casa, così come per la partecipazione ai concorsi pubblici o per l’accesso all’adozione di un bambino.

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