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Domenica, 28 Aprile 2024

La recensione

Giulio Zoppello

Giornalista

Invincible 2 continua ad essere una serie animata incredibile

Invincible torna con la seconda parte della seconda stagione, con quattro episodi che sono un altro capolavoro di animazione, scrittura, di profondità e capacità di sorprendere sempre e comunque lo spettatore. Su Amazon Prime Video troverete tutto ciò che vi ha fatto innamorare di questa serie animata, tra le migliori mai viste in tema supereroi e che ha contribuito a rinnovare un genere che pareva ormai sul viale del tramonto.

Invincible 2 - la trama

La seconda parte della seconda stagione di Invincible ricomincia dopo il traumatico finale del quarto episodio, quando Mark Grayson/Invincible (Steven Yeun) si era riconciliato con il padre Nolan/Grayson Omni-Man (J.K. Simmons). Questi era scomparso completamente dai radar dopo aver seminato morte e distruzione sulla Terra e averlo quasi ucciso. Mark arrivava sul pianeta insettoide Thraxa e scopriva che il padre ne era diventato il protettore, dopo essere stato dilaniato da crisi e sensi di colpa. In seguito si era innamorato dell’aliena Andressa, concependo con lei Oliver. Nolan aveva convinto il figlio di essere cambiato e di voler fermare i viltrumiti nel loro progetto di massacro e conquista. Neanche il tempo di discuterne e l’arrivo di tre guerrieri di Viltrum aveva visto padre e figlio combattere fianco a fianco.

Mark era stato quasi ucciso, mentre Nolan era stato gravemente ferito e poi catturato dai suoi compatrioti. Ora, dopo essere stato curato da Andressa e i tharaxiani, Mark torna a casa, portando con sé il fratellino ancora infante. Deve ricominciare a proteggere il pianeta, ed i contrasti con Cecil Stedman (Walton Goggins), il capo della G.D.A., non mancheranno, non solo per la custodia di Oliver e la necessità di riprendere i contatti con la madre Debbie (Sandra Oh) e gli altri Guardiani, ma anche perché una nuova minaccia si sta avvicinando sul pianeta Terra: un’invasione di Sepidi. Come se non bastasse, la Lega dei Rettili è di nuovo sul sentiero di guerra, ma forse una speranza sta prendendo forma nello spazio profondo.

Invincible, tratta dalla serie a fumetti di Robert Kirkman, in dalla prima stagione di è dimostrata capace di soddisfare il pubblico più trasversale in modo unico. Questo in virtù di una commistione di atmosfere, temi e identità più unica che rara, che la pone su un percorso parallelo ma anche alternativo alla dissacrante, cinica decostruzione totale creata dall’altro fenomeno seriale di Amazon Prime Video: The Boys di Garth Ennis. In comune la dose altissima di violenza, dark humor, l’azzeramento della retorica del supereroe, ma Invincible anche in questo finale, poi vira su temi e sviluppi molto più ampi e differenziati. 

Una stagione piena di rivelazioni, colpi di scena e imprevedibilità 

La cosa che più sorprende di Invincible è come sappia essere una cosa e l'altra, sappia connettersi al meglio della tradizione supereroistica, con i suoi topoi anche visivi, oltreché narrativi, capaci di unirsi a ciò che era il genere agli albori, nella Golden Age, e cosa diventò negli anni 60. Poi ecco che si fa inversione ad U e ci si ritrova nella decostruzione di quella possente presenza che dal 2008 ad oggi ha dominato l’immaginario collettivo. E quindi Invincible e gli altri si trovano alle prese con la famosa formula di "Supereroi con Superproblemi" che a suo tempo Stan Lee, dai Fantastici 4 in poi, usò per dare una nuova profondità all’insieme. E di superproblemi qui ce ne stanno tanti, tantissimi, che vanno dai classici solitudine, sensazione di isolamento, stress post traumatico, fino al non fidarsi di sé stessi né di nessun altro che sta attorno. Ma più ancora, è l'incertezza sul proprio destino e quello dei personaggi a regalare le emozioni più forti.

Invincible ha quest'animazione fantastica, questi colori sgargianti che paiono strizzare l'occhio ad Alan Moore e il suo considerare l'universo dei Supereroi come ridicolo e pacchiano, se non fosse che il titanismo di Superman, Batman e soci della DC, la fragilità e il rispecchiare la società con i suoi mutamenti degli X-Men o Avengers della Marvel, vengono uniti in una sorta di cocktail esplosivo. Non è né una parodia né una mitizzazione, è casomai un'estremizzazione verosimile di ciò che succederebbe se davvero ci fossero i superpoteri nel nostro mondo, se veramente fossimo in contatto o a conoscenza di altre forme di vita, universi paralleli, realtà alternative. Un casino incredibile, ed è questa visione cinica, disincantata ma non rassegnata dell’umanità a diversi livelli che rende Invincible una serie animata unica. Tasso di violenza anche qui altissimo, personaggi a cui ci eravamo affezionati che se la vedono brutta, qualcuno ci rimane secco, azzeramento della “superiorità morale” del portatore di mantello. Che volete di più?

Il confronto con The Boys? L'altra metà della mela cattivella, urticante e geniale della decostruzione dei supereroi firmata da Garth Ennis è (coerentemente con l’autore che rilanciò The Punisher) piena di metafore sulla storia, politica e società americane, Invincible però è diversa. Perché al centro troviamo il rapporto tra uomo e potere, tra scelta personale e ciò che ci circonda. Omni-Man, i vari personaggi ed eroi, devono di volta in volta decidere chi sono, cosa vogliono, se la "normalità" sia davvero la strada d'uscita giusta oppure una semplice via di fuga dalle proprie responsabilità. Tutto questo non travalica mai i limiti che renderebbero il tutto la copia di ciò che non vuole essere: un'altra storia di supereroi come gli altri. In questa seconda stagione la serie animata di punta di Amazon Prime Video si conferma distante da ogni cliché, ma fedele alla classicità più stimolante. 

Voto: 9,2

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