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Domenica, 28 Aprile 2024
La risposta sui social

"Giudicato per la mia balbuzie". Gabriele Muccino contro il giornalista Aldo Grasso

Il regista ha scritto su Instagram una lettera indirizzata al giornalista

Gabriele Muccino, 56 anni, 13 film all'attivo (l'ultimo lavoro, "Here Now" uscirà quest'anno), ha diretto attori di fama internazionale come Will Smith, che per La ricerca della felicità è stato candidato agli Oscar come miglior attore protagonista, Russel Crowe, Catherine Zeta-Jones e Uma Thurman, solo per citarne alcuni. Il regista sui social spesso tratta di temi di attualità, offre la sua opinione e spesso viene criticato. Ma oggi sul suo profilo Instagram ha pubblicato qualcosa di inaspettato, una difesa della sua persona e in particolare della sua "imperfezione" ovvero la balbuzie. Lo ha fatto condividendo la parte di un articolo del giornalista e critico televisivo Aldo Grasso in cui parla anche di lui.

"Iniziai a balbettare - raccontò il regista anni fa a Vanity Fair - dal giorno alla notte quando ero ancora in terza media, per l'ansia di dovermi esprimere e adattarmi a quello che gli altri si aspettavano da me. Il cinema è stato il mio modo di comunicare al mondo che avevo qualcosa dentro. Il mio modo di urlare 'adesso sedetevi, devo dirvi quattro cose'". 

La lettera per Aldo Grasso pubblicata sui social

Facciamo un passo indietro. Aldo Grasso per il Corriere della sera ha commentato la notte degli Oscar condotta da Alberto Matano su Rai1. Un articolo di critica che ha quasi completamente stroncato il ritorno in Rai, dopo 22 anni in Sky, della serata cinematografica più attesa dell'anno. Questa è la chiusa dell'articolo, che il regista ha pubblicato su Instagram, in cui Grasso parla anche di Muccino: "Il format era questo: Matano raccontava la trama del film, condita con qualche osservazione di preoccupata partecipazione, cui seguiva il commento di un ospite che ripeteva più o meno le stesse cose. Per averne un’idea, cercate su RaiPlay la presentazione del film 'La zona d’interesse' di Jonathan Glazer e il successivo commento di Gabriele Muccino (cui servirebbe sempre la traduzione simultanea). Una notte da Oscar sovranista che pareva scritta da cinofili".

"Caro Aldo Grasso, io parlo come parlo da tutta la vita, anzi da adolescente parlavo infinitamente peggio", queste le prime parole di Gabriele. "Invece che andare da un logopedista ho preferito concentrarmi su altro e raccontarmi attraverso il cinema. Non è la prima volta che lei mi giudica per la forma e non la sostanza", si legge ancora sul post, "È dal 2001, quando uscì L’Ultimo Bacio e mi vide promuoverlo in tv che iniziò a 'giudicarmi' sulle pagine del Corriere non per quello che avevo realizzato (e che lei si ripromesse perfino di non vedere per lo stesso motivo) ma per come ne parlassi".

"Se da ragazzino - ha scritto il regista - non avessi avuto problemi a comunicare con i miei coetanei, forse non avrei cercato di farlo attraverso un’altra forma di espressione. Quindi posso persino dirLe che a questa mia 'imperfezione' io sono piuttosto grato!". "Caro Aldo Grasso, lei recentemente si è speso in elogi a riguardo della mia serie A Casa Tutti Bene. La ringrazio e le confesso la sorpresa quando lessi le sue parole - ha specificato Muccino -. Ecco, la prego, continui a valutare quello che porto sullo schermo come regista e smetta di riproporre o emulare commenti già inflazionati da parte di beceri leoni da tastiera. Andrebbe a collocarsi in una galleria colorata e già intasata. Lei vale davvero molto di più di questi commenti. Cordialmente, Gabriele Muccino".

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