Amy Winehouse e le droghe: la verità del padre Mitch in un libro
Droga nascosta nei pelouche e nei fiori persino nelle cliniche riabilitative, l'ex marito che l'ha portata nel tunnel dell'eronia: papà Winehouse spara a zero e racconta i momenti bui della vita della figlia
Ancora rivelazioni scottanti e retroscena su Amy Winehouse.
Questa volta è il padre Mitch a raccontare nuovi episodi sulla vita della figlia, la cantante morta in circostanza misteriose nella sua casa di Londra la scorsa estate.
Nel libro "Amy my daughter", Mitch ha ricostruito la vita della Winehouse, dall'infanzia al successo, passando per gli anni bui della dipendenza da droga e alcool. Secondo lui, la cantante si era disintossicata tre anni prima di morire e accusa Blake Fielder-Civil, l'ex marito della figlia, di aver fatto entrare Amy nel tunnel dell'eroina.
"Era una ragazza formidabile, una ragazza normale, una donna fortissima, altrimenti non sarebbe riuscita a convivere con il suo inferno, e alla fine a venirne fuori", assicura Mitch Winehouse, che donerà i proventi della vendita del libro alla fondazione che ha creato dopo la morte della figlia.
Nel libro racconta anche di alcuni episodi accaduti quando la cantante era ricoverata in un'ospedale a Londra.
"Mentre mia figlia si trovava in clinica per la riabilitazione - racconta Mitch - ho ricevuto una telefonata dall'ospedale per dirmi che uno degli amici di Blake aveva nascosto della droga all'interno di un orsacchiotto per introdurla nell'ospedale" mentre durante un ricovero successivo accadde un altro fatto simile.
"C'erano dei ragazzi a vigilare e si davano i turni, il giorno dopo ho ricevuto una telefonata da uno di loro per avvertirmi che era arrivato un pacchetto per Amy. Sono saltato sul taxi e ho raggiunto la clinica appena in tempo per vedere un noto spacciatore con un mazzo di fiori per Amy. L'uomo della sicurezza ha controllato il bouquet scovando la cocaina. Amy era impazzita quando ha saputo che avevamo intercettato la droga".
