Addio a Damiano Damiani, regista de "La Piovra" e "Il giorno della civetta"
Autore di film di genere dal forte impegno civile che raccontano mafia e collusioni con il potere, Damiani si è spento a Roma a 92 anni
Il regista e sceneggiatore Damiano Damiani è morto a 92 anni nella sua casa di Roma.
Autore di cinema e televisione dal forte impegno civile, Damiani era nato a Pasiano di Pordenone il 23 luglio 1922. Dopo gli esordi a metà anni Quaranta, dirigendo corti e cortometraggi, Damiano Damiani aveva debuttato nel 1960 con "Il rossetto", poliziesco in chiave neorealistica con Pietro Germi, e "Il sicario", storia di delitti e imbrogli con Alberto Lupo , Sylva Koscina e Sergio Fantoni.
Dalla seconda metà degli anni Sessata dirige una trentina di pellicola, specializzandosi nel genere poliziesco con venature di giallo politico con film come "Il giorno della civetta", tratto dall'omonimo romanzo di Leonardo Sciascia, "L'istruttoria è chiusa: dimentichi" (1971), "Confessioni di un commissario di Polizia al Procuratore della Repubblica". "Perché si uccide un magistrato" (1974), "Pizza Connection" (1985).
Nel 1984 dirige il film tv "La Piovra", dando vita alla saga del commissario Cattani, interpretato da Michele Placido.
Ma la carriera di Damiano Damiani è trasversale e spazia tra i generi, dal western all'italiana come "Quien Sabe?" (1967) al gotico "La strega in amore" (1966), entrambi con Gian Maria Volontè, dall'intimista "L'isola di Arturo" (1962) all'amaro "La rimpatriata", con uno straordinario Walter Chiari, fino al drammatico "La moglie più bella" (1970", che segna l'esordio di Ornella Muti, allo storico "L'inchiesta" (1987) con Harvey Keitel, che indaga sulla morte di Gesù.
Nel 2000 dirige l'ex campione di sci Alberto Tomba e Michelle Hunziker nel dimenticabile e dimenticato "Alex l'Ariete". L'ultimo film è "Assassini dei giorni di festa" (2002), con Carmen Maura e Agnese Nano.
Negli ultimi anni si era ritirato dal cinema per dedicarsi alla pittura, suo grande amore.
