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Venerdì, 26 Aprile 2024
replica e controreplica

Di Mare accusa Fedez, lui rilancia: “Sono un privilegiato, se la Rai mi fa causa ho i mezzi per difendermi”

Il rapper commenta le dichiarazioni del direttore di Rai 3 che in Commissione di Vigilanza ha difeso la posizione dell'azienda e parlato di una possibile querela per diffamazione con richiesta civile di danni nei suoi confronti

Il caso Fedez continua restare al centro delle cronache che ora raccontano di eventuali provvedimenti da prendere e di responsabilità da imputare a soggetti tutti ancora da individuare. La vicenda è stata discussa ieri in Commissione Vigilanza Rai: “Si tratta di una polemica basata sulla manipolazione dei fatti, che avrebbe dovuto dimostrare nelle intenzioni dell'autore l'esistenza di una censura che non c'è mai stata” ha spiegato il direttore di Rai3 Franco Di Mare, secondo cui la Rai non avrebbe messo in atto alcun tentativo di censura nei confronti dell’intervento del rapper al Concerto del Primo Maggio e la sua vice Ilaria Capitani “pur avendo il diritto di chiedere il testo dell'intervento di Fedez, non lo ha fatto anche se avrebbe potuto. È stata l'organizzazione dell'evento a chiedere il testo, come previsto dal contratto”. 

Le dichiarazioni di Di Mare sono state commentate a stretto giro da Fedez: “Io mi assumo la responsabilità di ciò che ho detto e ho fatto, sapevo benissimo a cosa sarei andato incontro. Potevo starmene a casa mia, ma rifarei 100mila volte quello che ho fatto, anche perché sono un privilegiato”, ha spiegato in varie storie Instagram.

"Fedez dice il falso": il direttore di Rai3 spiega la "non censura" al concerto del 1 Maggio 

Di Mare pensa di querelare Fedez, lui replica: “Ho i mezzi per potermi difendere”

Franco Di Mare ha aggiunto che si sta valutando l’intenzione di una querela per diffamazione con richiesta civile di danni nei confronti di Fedez, “considerato che esiste un danno di immagine e che la reputazione oggi è una cosa importantissima nella vita economica di un'Azienda e nella vita professionale di ciascuno di noi”. L’evenienza non smuove il rapper dalla propria posizione: “Il punto è questo. Io mi assumo totalmente la responsabilità di ciò che ho detto e fatto. Sapevo benissimo a cosa andavo incontro. Il tema è che potevo benissimo starmene a casa mia ma rifarei quello che ho fatto 100 mila volte. Anche perché sono un privilegiato. Se la Rai mi fa causa, ho i mezzi per potermi difendere. Se la Rai mi bandisce dalla Rai, non mi cambia la vita”.

Poi la riflessione su cosa sarebbe accaduto se a prendere una posizione come la sua fosse stato un altro artista con meno potere e mezzi economici: “Se al posto mio su quel palco ci fosse andato un artista che ha un po’ meno potere di me e che non è privilegiato come me e gli avessero chiesto di non fare nomi e cognomi, e magari avrebbe subito delle ripercussioni per le quali avrebbe perso l’opportunità di esibirsi, avrebbe perso l’opportunità di lavorare. Che cosa avrebbe fatto al posto mio? Avrebbe ceduto probabilmente”.

Infine, la domanda provocatoria: “Se questo è il metodo che viene utilizzato, quanti all’interno della Rai devono scegliere tra la libertà di parola e il dar di mangiare alle proprie famiglie? Ed è giusto questo comportamento in una tv che si definisce tv di stato? Questa è la domanda”.

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