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Sabato, 27 Aprile 2024
30 anni fa

L'altra faccia di Non è la Rai, parla una delle protagoniste: "Ho visto cose vomitevoli, altro che favola"

Laura Colucci, una delle ragazze che per anni ha fatto parte del programma cult di Gianni Boncompagni, fa delle scottanti rivelazioni sui social

Trent'anni fa, il 9 settembre del '91, andava in onda per la prima volta, dal Centro Palatino di Roma, Non è la Rai. Uno studio televisivo pieno di ragazze giovanissime pronte a fare carte false pur di avere una manciata di minuti di celebrità cantando o ballando. Per molte di loro - cominciando da Ambra Angiolini arrivando a Claudia Gerini, Laura Freddi, Miriana Trevisan, Antonella Elia, Sabrina Impacciatore, Alessia Mancini - la vera celebrità è esplosa dopo il programma, in onda su Italia 1, diventato presto un cult. 

A ideare il format che trasformò il linguaggio televisivo e stravolse la vita delle sue protagoniste adolescenti, improvvisamente investite da un successo degno di star hollywoodiane, Gianni Boncompagni. A lui molte devono la loro carriera, altre invece non lo considerano il pigmalione che tutti al contrario immaginano. Claudia Gerini, ad esempio - che con lui, 40 anni più grande, ebbe una relazione ai tempi di Non è la Rai - tempo fa in un'intervista disse: "Mi è stato vicino ma non professionalmente. A livello lavorativo non ha aggiunto e non ha tolto niente". Qualcuna, invece, oggi al posto di celebrare il trentennale con vecchi ricordi e video di repertorio, si toglie qualche macigno di dosso.

Laura Colucci: "Non era una favola"

A rompere il silenzio sui social è Laura Colucci, una delle ragazze che per anni ha fatto parte del programma. "Questo sarà un post con pochi like" scrive su Facebook, consapevole della scomodità di certe parole, e continua: "Io purtroppo non sopporto l'ipocrisia, l'incoerenza e soprattutto l'omertà. Ho avuto il privilegio di partecipare ad una trasmissione televisiva che per un periodo è stata molto seguita. Il privilegio di far parte a 21 anni di un gruppetto ristretto che guadagnava più di un direttore di banca. Di andare a concerti, discoteche, ristoranti, non pagare ed essere la benvenuta, di firmare autografi come una diva. Ma tutto questo, che apparentemente poteva sembrare e noto che purtroppo continua a voler sembrare una favola, celava aspetti vomitevoli che avrei voluto conoscere in età più avanzata". Laura non usa mezzi termini: "Non c'è niente di fiabesco in Non è la Rai, lo sappiamo tutti ma nessuno lo dice. E non mi riferisco al fatto che lui (Boncompagni, ndr) a 60 anni conviveva con una minorenne, perché non sta a me giudicare, ma a tante altre schifezze. Un po' di decenza, un po' di onestà intellettuale. Non era una favola signori, era tutto ciò che di più spietato e crudo vivi se fai parte del mondo dello spettacolo. Forse scriverò un libro. Forse inizio oggi".

I commenti delle altre ragazze

Sotto al post di Laura Colucci non solo sono arrivati i like di cui dubitava, ma anche i commenti di altre ragazze di Non è la Rai. "Lo so, ti ricordi? Ne parlammo" scrive Elena Zanobbi, che ricorda le stesse cose: "Troppe cose sappiamo. Ho delle cose che tengo per me (del dopo Non è la Rai), che in confronto i racconti di Asia Argento diventano la favola di Biancaneve e i sette nani. Ma come dici tu serve un buonissimo avvocato, così il rischio è di sembrare solo una in cerca di visibilità". Laura ringrazia lei, Alessia Vallesi e Marzia Cipollini Sassi, "le uniche che si sono esposte". E continua a far riflettere condividendo un brano di Vasco: "Il grande Vasco Rossi nella canzone che scrisse per noi, Delusa, lo chiamava il 'lupo'. Ascoltate le parole. Coraggioso e intuitivo".

Laura Colucci sulle figurine di Non è la Rai

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