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Domenica, 28 Aprile 2024
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Brexit, Juncker: "Non sarà un divorzio consensuale"

Martedì è in programma un vertice di due giorni per affrontare rapidamente le conseguenze della decisione britannica. Merkel e Hollande in prima linea per invocare una riforma dell'Ue. La vittoria del Leave ha fatto piombare in rosso i mercati finanziari

E' un weekend duro per l'Unione europea, uno dei più difficili mai affrontati dall'Europa unita sin dalla sua fondazione. I membri fondatori hanno in agenda oggi una prima riunione d'emergenza sul futuro del blocco, dopo l'esito-shock del referendum in Gran Bretagna sulla Brexit e il conseguente annuncio di dimissioni del primo ministro di Londra, David Cameron. La vittoria del Leave ha fatto piombare in rosso i mercati finanziari, mentre Moody's ha tagliato l'outlook del debito del Regno Unito da stabile a negativo, sottolineando che il voto per l'uscita dall'Ue potrebbe nuocere alle sue prospettive economiche.

Dopo il risultato shock, il cancelliere tedesco Angela Merkel e il presidente francese Francois Hollande sono scesi in prima linea per invocare una riforma dell'Ue, per studiare valide contromisure per una sopravvivenza da un divorzio traumatico con la Gran Bretagna. I leader del Vecchio Continente puntano a garantire una transizione più indolore possibile, con i ministri degli Esteri dei sei Paesi fondatori dell'Ue - tra i quali l'italiano Paolo Gentiloni - che si ritroveranno oggi a Berlino nel primo di una serie di vertici di crisi in programma. Oltre a Gentiloni, ci saranno il ministro degli Esteri tedesco Frank-Walter Steinmeier, il francese Jean-Marc Ayrault, l'olandese Bert Koenders, il belga Didier Reynders e il lussemburghese Jean Asselborn per i negoziati a sei sulle "attuali questioni politiche europee", ha spiegato il ministero degli Esteri di Berlino in una nota. Steinmeier si è rammaricato della decisione della Gran Bretagna, parlando di un "giorno triste per l'Europa e per il Regno Unito".

Parigi e Berlino sottoporranno agli alleati "soluzioni concrete" per avere un'Ue "più efficace", ha detto Ayrault. La cancelliera tedesca Merkel, che ha definito l'esito del referendum un "colpo" per l'Europa, ha annunciato che ospiterà il presidente Hollande e il presidente del Consiglio Matteo Renzi insieme con il presidente dell'Ue Donald Tusk a Berlino lunedì, per cercare di redigere un piano di riforma. E già stasera Renzi sarà a Parigi per discutere e conseguenze della Brexit a cena all'Eliseo con Hollande. "Prendiamo nota con rammarico della decisione del popolo della Gran Bretagna. Non c'è dubbio che questo sia un colpo per l'Europa e per il processo di unificazione", ha affermato Merkel rivolgendosi ai giornalisti a Berlino.

Le Borse sono nel panico e la cancelliera ha chiesto di "non trarre conclusioni rapide e semplicistiche dal referendum in Gran Bretagna, che dividerebbero soltanto di più l'Europa". I vertici di Bruxelles hanno sollecitato la Gran Bretagna a uscire "il più presto possibile, per quanto doloroso il processo possa essere".

Brexit sulle prime pagine di tutto il mondo

Jean-Claude Juncker, il capo della Commissione europea, si è detto "molto triste" che la Gran Bretagna abbia votato il Leave, ma ha ripetuto che "non ci sarà rinegoziazione" sull'adesione della Gran Bretagna. "Non sarà un divorzio consensuale", ha rilanciato ieri in tarda serata, esortando Londra ad inviare immediatamente la richiesta di avvio dei negoziati per l'uscita dall'Unione. Il premier britannico David Cameron ieri ha annunciato le sue dimissioni e l'intenzione di lasciare al prossimo capo di governo l'avvio dei negoziati per l'uscita dall'Ue. La linea attendista è stata raccolta immediatamente dall'ex sindaco di Londra e probabile prossimo primo ministro Boris Johnson, peraltro leader della campagna pro-Brexit.

Martedì è in programma un vertice di due giorni per affrontare rapidamente le conseguenze della decisione britannica. L'esito shock dello storico referendum di martedì potrebbe avere un effetto a catena sui membri dell'Ue che lottano contro l'ostilità di Bruxelles e portare a una disgregazione del Regno Unito, dopo che la Scozia ha ventilato l'ipotesi di un altro voto di indipendenza.

Brexit, l'errore delle prime pagine dei giornali italiani

I britannici, molti dei quali preoccupati dagli alti livelli di immigrazione e da quella che vedono come un'interferenza nella gestione della loro nazione da parte dei 'burocrati' di Bruxelles, hanno votato (52% contro 48%) per abbandonare il blocco, dopo 43 anni di adesione spesso problematica. In un discorso molto accalorato all'esterno di Downing Street, Cameron ha annunciato che si dimetterà per far posto a un nuovo primo ministro a inizio ottobre, dopo il fallimento della sua campagna per il Remain. "Non credo sia giusto che cerchi di essere il capitano che dirige il nostro Paese verso la sua prossima destinazione", ha detto, mentre la sterlina, i mercati globali e i prezzi del petrolio sprofondavano.

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