rotate-mobile
Sabato, 27 Aprile 2024
Il "giorno zero" / Messico

Perché una delle più grandi città del mondo rischia di restare senz'acqua

Nella capitale del Messico interi quartieri sono a secco da mesi. E il peggio deve ancora arrivare

Una metropoli sterminata dove vivono quasi 22 milioni di persone, un terzo della popolazione italiana. Una delle più grandi città del mondo, che rischia di restare senz'acqua. Da mesi, i rubinetti di interi quartieri sono a secco, e chi può si affida ai camion dei privati che riforniscono i serbatoi della case. Mentre la falda sotterranea di prosciuga a un ritmo reso ancora più rapido dai cambiamebti climatici. Ma la crisi che sta colpendo Città del Messico non è solo idrica: è una catastrofe ambientale e urbanistica di dimensioni eccezionali. Perché più acqua estrae dal suo sottosuolo, più la megalopoli sprofonda.

La città che sprofonda

Già, perché Città del Messico sorge su quello che una volta era un gigantesco lago di montagna, a 2.240 metri sul livello del mare. Il lago è stato prosciugato per far posto al cemento, e case e strade sono state costruite in modo caotico sopra un terreno ricco di argilla, che rende quest'area ancora più esposta a violenti terremoti, come quello che nel 1985. 

"Circa il 60% dell'acqua consumata - scrive l'emittente statunitense Cnn - proviene dalla falda acquifera sotterranea, ma questa è stata così estratta che la città sta affondando a un ritmo spaventoso: circa 20 pollici all'anno, secondo una recente ricerca". E mentre la città si abbassa, la falda fatica a ricostituirsi per ragioni strutturali legate alla cementificazione selvaggia (l'acqua piovana scivola via dalle superfici dure e impermeabili della città, invece di sprofondare nel terreno), e per l'effetto di anni di siccità prolungata, temperature più elevate e precipitazioni basse rispetto alla media.

La rete colabrodo

A Città del Messico, quando piove le strade si allagano, quando fa caldo si soffoca. E non aiuta neppure la rete che porta acqua dalle fonti lontane dal centro urbano, un groviglio di tubi dove circa il 40% dell'acqua viene persa per strada. Mentre i bacini idrici, come quello di Cutzamala, languiscono ai minimi storici.

La stagione delle piogge comincerà fra quattro mesi, e le autorità hanno razionato le forniture per l'intera città, con un taglio del 25%, nel tentativo di evitare quello che gli esperti definiscono il "giorno zero", ossia il momento in cui i rubinetti si prosciugheranno non solo per alcuni quartiere, ma per buona parte della Capitale. Secondo una fonte interna alle stesse autorità messicane, questo giorno potrebbe essere il prossimo 26 giugno.

Il "giorno zero"

Il sindaco di Città del Messico, Martí Batres Guadarrama, ha tacciato queste previsioni come fake news diffuse dall'opposizione. E forse l'ora del "giorno zero" non è ancora scoccata per questa metropoli. Ma si tratta di un'eventualità sempre meno remota se non verranno prese contromisure storiche.

Fabiola Sosa-Rodríguez, docente dell'Università autonoma metropolitana di Città del Messico, sostiene alla Cnn di aver avvertito i funzionari dei pericoli da almeno un decennio. Ma poco o nulla è stato fatto. A suo parere serve un migliore trattamento delle acque reflue e spingere sui sistemi di raccolta dell’acqua piovana. Inoltre, è necessario ridurre il cemento e ridare spazio alla natura, con il ripristino dei fiumi e delle zone umide. Senza dimenticare la manutenzione straordinaria della rete idrica per ridurre le perdite e l'estrazione dalla falda. 

Per il momento, di queste misure c'è traccia solo in un piano di Conagua, l'agenzia nazionale per l'acqua, che ha annunciato l'avvio di un progetto triennale per installare, sviluppare e migliorare le infrastrutture idriche.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Perché una delle più grandi città del mondo rischia di restare senz'acqua

Today è in caricamento