Egitto, fanno pipì sul Corano: due bambini in carcere
I piccoli, di 9 e 10 anni, avrebbero urinato su alcuni pezzi di carta, su cui erano riportati i versi del Corano
Crescono in Egitto le tensioni contro la minoranza cristiana copta. Questa volta sotto accusa ci sono due bambini, rispettivamente di 9 e 10 anni, colpevoli di aver urinato su dei fogli di carta, sui quali erano riportati dei versetti del Corano.
"Oltraggio alla religione islamica" - La vicenda è avvenuta domenica, nel villaggio di Ezbet Marco, a sud del Cairo. A denunciare i piccoli ci avrebbe pensato lo stesso imam della moschea locale. L'uomo ha prima portato i bambini davanti al prete della chiesa cristiana, chiedendo che venissero puniti. Questo si è detto dispiaciuto per quanto accaduto, ma si è rifiutato di castigarli. L'imam ha quindi chiesto l'intervento delle forze dell'ordine, che hanno portato i piccoli in un carcere minorile con l'accusa di “oltraggio alla religione islamica”, come scrive il Nouvel Observateur.
Al momento le indagini sono in corso. Secondo i genitori i bambini sarebbero analfabeti, e quindi non sapevano che su quei fogli erano riportati dei versi del libro sacro dell'Islam.
Sono almeno 17 i copti egiziani che nell'ultimo anno si sono visti accusare di “oltraggio all'Islam”, come ha riferito al New York Times Ishak Ibrahim, ricercatore presso l'Egyptian Initiative for Personal Rights. L'ascesa dei partiti religiosi, avvenuta all'indomani della Primavera Araba e della caduta di Hosni Mubarak, ha infatti provocato un'ondata di intolleranza nei confronti della minoranza copta, che rappresenta circa il 10% della popolazione egiziana. Questa è però la prima volta in cui sotto accusa vengono messi dei bambini.
Nelle ultime settimane un insegnante è stato condannato a 6 anni di prigione per aver “oltraggiato” l'Islam e il profeta Maometto tramite Facebook, mentre al momento nel Paese è in corso un processo contro un altro cristiano, colpevole di aver postato su Internet alcune parti del film “Innocence of Muslim”. Questa pellicola, prodotta negli Stati Uniti proprio da un copto egiziano, ha provocato nelle scorse settimane un'ondata di violenza contro le rappresentanze diplomatiche occidentali in tutto il mondo musulmano.
