rotate-mobile
Sabato, 27 Aprile 2024
Trading sul terrorismo? / Israele

"L'alta finanza sapeva in anticipo dell'attacco di Hamas e ha guadagnato milioni in borsa"

L'accusa di due ricercatori statunitensi: boom di vendite allo scoperto su azioni di imprese israeliane pochi giorni prima dello scoppio del conflitto. Così diversi investitori hanno tratto profitto dall'atto terroristico

Diversi investitori finanziari avrebbero "anticipato" l'attacco di Hamas del 7 ottobre scommettendo sul calo delle azioni delle società israeliane giorni prima dell'attentato terroristico, guadagnando poi enormi profitti quando il calo si è effettivamente realizzato in seguito allo scoppio del conflitto. La mole di operazioni finanziarie registrata è stata così anomala da far pensare che questi investitori conoscessero in anticipo i piani di Hamas. È quanto emerge da uno studio realizzato da due ricercatori statunitensi, Robert J. Jackson Jr., della New York University, e Joshua Mitts, della Columbia University.

Secondo questa analisi, il 2 ottobre, quindi cinque giorni prima dell'attacco, si è registrato un insolito picco di vendite allo scoperto sui titoli delle imprese israeliane presso la Borsa di Tel Aviv. Le vendite allo scoperto (short-selling in in inglese) sono operazioni speculative a brevissimo termine che gli investitori lanciano quando prevedono di poter ottenere un guadagno su azioni che dovrebbero perdere di valore in un lasso di tempo ridotto. Quel giorno, le cosiddette "posizioni corte" sulle società israeliane quotate in borsa hanno superato le 200mila azioni. Le vendite allo scoperto non sono rare, anzi. Ma i due autori dello studio sottolineano come nei mesi precedenti queste non abbiano mai superato le 10mila azioni in un giorno. 

La ricerca si focalizza su Bank Leumi, la principale banca israeliana la cui quota maggiore è detenuta dalla Stato. Tra il 14 settembre e il 5 ottobre, le operazioni allo scoperto realizzate sulle sue azioni sono state "4,43 milioni", generando "profitti per 30 milioni di shekel", ossia circa 7,5 milioni di euro quando il valore delle azioni di Bank Leumi, come quello di altre imprese israeliane, è crollato in seguito agli attacchi di Hamas. "Le posizioni corte" del 2 ottobre "hanno superato di gran lunga quelle che si sono verificate durante molti altri periodi di crisi, tra cui la recessione post-crisi finanziaria, la guerra Israele-Palestina del 2014 e la pandemia di Covid-19", scrivono i ricercatori americani.

Per riscontrare picchi simili sulla borsa israeliana, bisogna andare al 3 aprile scorso. Quel giorno, in pochi compresero il perché del boom di vendite allo scoperto. Ma recentemente è emerso che Hamas aveva pianificato di effettuare il suo grande attacco il 5 aprile, ossia due giorni dopo, ma qualcosa andò storto e il gruppo terroristico rinviò il piano di qualche mese. "I nostri risultati suggeriscono che gli investitori che avevano informazioni sugli attacchi del 7 ottobre prima che si verificassero hanno beneficiato di questi tragici eventi", concludono Jackson Jr. e Mitts. 

Il loro studio si intitola "Trading on terror?", e la risposta alla domanda se sia possibile fare profitti in borsa sfruttando le azioni terroristiche pare essere positiva. Per i due giuristi statunitensi questo tipo di scommesse in borsa andrebbero sanzionate e vietate, tanto negli Usa, quanto a livello internazionale. "Stiamo vedendo solo la punta dell’iceberg - ha detto Mitts intervistato dalla Cnn - Ci sono molte altre cose che non possiamo rilevare ma che le autorità di regolamentazione dovrebbero considerare", conclude.

Continua a leggere su Today

In Evidenza

Potrebbe interessarti

"L'alta finanza sapeva in anticipo dell'attacco di Hamas e ha guadagnato milioni in borsa"

Today è in caricamento