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Venerdì, 26 Aprile 2024
senza una soluzione

Continua la fuga del presidente dello Sri Lanka che non si dimette

Il numero uno del paese dell’Asia meridionale ha lasciato oggi le Maldive per volare in direzione di Singapore

L’addio non è ancora arrivato. Il presidente dello Sri Lanka Gotabaya Rajapaksa, che è fuggito dal paese ieri 13 luglio per recarsi alle Maldive, non ha ancora dato formalmente le dimissioni, nonostante gli annunci dello speaker del Parlamento dei giorni scorsi. Ma Mahinda Yapa Abeywardena ha fatto sapere di non aver ancora ricevuto alcuna conferma.

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Ancora in fuga

Il numero uno del paese dell’Asia meridionale ha lasciato oggi le Maldive per volare in direzione di Singapore. Secondo una fonte di sicurezza di alto livello a Colombo, citato dall’emittente statunitense CNN, Rajapaksa voleva assicurarsi un "jet privato" con l'aiuto di un familiare a Colombo, un aiuto che però non si è mai "materializzato". Così, ha aggiunto, ha lasciato Malé, capitale delle Maldive, a bordo di un "volo saudita". Un epilogo quanto mai insolito per un leader politico che ha fatto dell’islamofobia la sua bandiera politica.

Poteri straordinari 

Il paese è ora nelle mani del premier Ranil Wickremesinghe, nominato presidente ad interim dal presidente Rajapaksa. Wickremesinghe è intenzionato a usare tutti gli strumenti in suo possesso per sedare le manifestazioni che stanno sconvolgendo il paese e per frenare la rivolta dei manifestanti che si oppongono al clan Rajapaksa e al potere di Wickremesinghe, di cui chiedono le dimissioni. La famiglia Rajapaksa e il premier Wickremesinghe sono ritenuti responsabili della peggiore crisi politica ed economica dal 1948, l’anno in cui il paese ottenne l’indipendenza dal Regno Unito.

Il premier e presidente ad interim, che ha dichiarato lo stato di emergenza nel paese, ha incaricato l'esercito e la polizia di "fare ciò che è necessario per ristabilire l'ordine", dopo che i manifestanti anti-governativi hanno preso d'assalto il suo ufficio nella giornata di ieri 13 luglio. Wickremesinghe ha indetto un coprifuoco a Colombo, la capitale dello Sri Lanka, nel mezzo delle proteste e manifestazione dopo la fuga dal Paese del presidente Rajapaksa.

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Secondo quanto hanno reso noto le autorità cingalesi, la misura continuerà fino alle 5 del mattino di venerdì. Intanto, i manifestanti hanno deciso di lasciare gli edifici pubblici occupati nei giorni scorsi, comprese le residenze ufficiali del presidente e del primo ministro.

Violenti scontri

Nella notte si sono registrati scontri tra forze di sicurezza e manifestanti antigovernativi fuori dalla sede del Parlamento, con un bilancio - secondo la polizia - di almeno 42 feriti. La folla sarebbe rimasta nella zona fino a notte fonda, nonostante il coprifuoco in vigore.

Si registra anche il primo decesso. Stando a quanto scrive il Guardian, è morto un manifestante 26enne che era stato ricoverato per problemi respiratori a causa dell'uso di lacrimogeni da parte delle forze di sicurezza.

Il calendario politico

L’interlocuzione politica continua. Nella giornata di oggi sono previsti colloqui tra lo speaker del Parlamento, Mahinda Yapa Abeywardena, e i leader politici per valutare l'offerta del premier di dimettersi e lasciare all'Assemblea la nomina di un successore.

I politici hanno parlato di formare un nuovo governo di unità, ma non vi è alcun segno che siano ancora vicini a un accordo. Inoltre, non è chiaro se i cittadini, piegati da anni di corruzione e di inflazione, a causa della bancarotta del paese, accetterebbero le proposte degli esponenti politici.

C’è però una data segnata sul calendario. Per il 20 luglio è previsto il voto in Parlamento per scegliere il nuovo presidente, ma tutto dipende dalle dimissioni di Rajapaksa, che ricopre l'incarico dal novembre 2019.
La fuga e l’assenza del presidente determinano un potenziale vuoto di potere in Sri Lanka, che ha bisogno di un governo funzionante per iniziare a riprendersi dalla rovina finanziaria.

Sri Lanka in rivolta, il presidente Rajapaksa fugge

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