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Sabato, 27 Aprile 2024
Il futuro della Striscia / Israele

A Gaza Israele non ha un piano per il dopoguerra

È chiaro che il governo Netanyahu voglia distruggere Hamas. Ma nessuno sa cosa succederebbe il giorno dopo nella Striscia. Forse, neppure Tel Aviv

A Gaza la conta delle vittime continua a salire: secondo il ministero della Sanità palestinese, i morti sono oltre 8mila. Un convoglio di 60 camion carichi di acqua, cibo e forniture mediche, il più grande dall'inizio del conflitto, ha attraversato il valico egiziano di Rafah per raggiungere il valico israeliano di Awja per essere ispezionato prima di entrare nella Striscia. Ma nessuno pensa che questo sia l'inizio di una vera e proprio "pausa umanitaria", come chiesto dall'Europa. I raid in Cisgiordania fanno temere che il conflitto possa persino allargarsi oltre la Striscia. Mentre Tel Aviv sembra non avere un piano per il dopoguerra di Gaza. O meglio, ne avrebbe diversi, ma nessuno che metta d'accordo le diverse forze politiche israeliane, né tantomeno gli esperti e gli alleati di Tel Aviv.

Israele ha chiarito che vuole distruggere Hamas, ma uno dei nodi è proprio il futuro di Gaza senza l'organizzazione che ha gestito questo territorio in quasi un ventennio. "Non è possibile promuovere una mossa così storica", ossia 'liberare' Gaza da Hamas, "senza un piano per il giorno dopo", dice all'emittente britannica Bbc Michael Milshtein, capo del Forum di studi palestinesi presso il centro "Moshe Dayan" dell'Università di Tel Aviv. Dello stesso avviso è Hasan Alhasan, ricercatore per la politica del Medio Oriente presso l’Istituto internazionale di studi strategici, secondo cui il piano per annientare Hamas potrebbe essere pericoloso e complicato, e potrebbe avere conseguenze impreviste e controproducenti per la stessa Israele. "Hamas è un'organizzazione popolare di base", afferma Mustafa Barghouti, presidente del partito Iniziativa nazionale palestinese. "Se vogliono eliminare Hamas, dovranno effettuare la pulizia etnica in tutta Gaza", avverte.

Israele-Hamas: il conflitto in diretta

Il premier israeliano Benjamin Netanyhau ha detto di voler "distruggere" le "capacità militari e di governo" di Hamas, ma il dubbio che questo sia un obiettivo raggiungibile nel breve termine è forte sia tra gli esperti militari di Usa, Ue e Regno Unito, sia a Tel Aviv. Come condizione per entrare nel "governo di emergenza" di Netanyahu nei giorni successivi all'attacco di Hamas, "i leader dell'opposizione Benny Gantz e Gadi Eisenkot hanno insistito sulla necessità che ci fosse un piano chiaro su come l'esercito israeliano avrebbe lasciato Gaza e quale regime di governo avrebbe sostituito Hamas", ricorda il quotidiano finanziario Financial Times. Gantz ed Eisenkot, entrambi ex capi militari, fanno ora parte del piccolo gabinetto di guerra che guida la campagna contro Hamas. Ma le notizie che trapelano da questo gabinetto segnalano forti divergenze interne. Non è forse un caso il post polemico di Netanyhau (poi rimosso con scuse) in cui il premier accusava intelligence e Idf (le forze armate israeliane) di non aver previsto l'attacco di Hamas.

Le divisioni interne all'establishment israeliano non aiutano certo ad affrontare un piano così complicato e rischioso. "Non penso che esista una soluzione praticabile per Gaza il giorno dopo l'evacuazione delle nostre forze", afferma alla Bbc Haim Tomer, un ex alto ufficiale del Mossad. Il rischio è di replicare quanto successo in Iraq nel 2003, quando le forze guidate dagli Stati Uniti tentarono di rimuovere ogni traccia del regime di Saddam Hussein. La "de-baathificazione" (dal nome del movimento panarabo di cui faceva parte Hussein) fu un disastro. "Ha lasciato senza lavoro centinaia di migliaia di dipendenti pubblici e membri delle forze armate irachene, gettando le basi per un’insurrezione devastante", ricorda la Bbc. Forse è anche a questo che si riferiva il capo della Casa bianca, Joe Biden, quando ha detto a Netanyahu di non commettere gli stessi errori fatti dagli Usa dopo l'11 settembre.

Anche volendo prendere per realizzabile l'eliminazione di Hamas da Gaza, come verrebbe governata una regione dove vivono 2,3 milioni di persone? Israele non intende prendere il timone della Striscia, su questo c'è massima condivisione tra gli esperti. Alcuni ministri del governo di Tel Aviv hanno presentato piani per creare delle estese zone cuscinetto all'interno di Gaza. Ma non è chiaro come queste zone possano funzionare nel concreto.

Affidarsi a Fatah e all'Autorità palestinese che governa in Cisgiordania potrebbe sembrare la soluzione più semplice, se non fosse che il partito guidato da Mahmud Abbas ha perso da tempo la fiducia non solo della popolazione di Gaza, ma anche di ampie parti dei palestinesi della stessa Cisgiordania. L'Egitto teme che dopo l'operazione israeliana, nella Striscia possa generarsi un caos che porterebbe centinaia di migliaia di profughi nel Paese. E per questo il Cairo sta cercando di intensificare gli sforzi per giungere alla pace il primo possibile, ma per il momento l'azione è stata vana. 

La sensazione di molti esperti è che, da qualsiasi punto lo si guardi, il sogno di liberare Gaza da Hamas potrebbe trasformarsi in un incubo, per la stabilità della regione come per la stessa Israele. Per la popolazione civile, purtroppo, lo è già. 

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