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Martedì, 30 Aprile 2024
Tecnologia "Hit to kill" / Israele

Come funziona lo "scudo" che ha protetto Israele dall'Iran

Il Paese conta su un sistema di difesa su più livelli, che protegge da minacce a corto, medio e lungo raggio

Il temuto attacco dell'Iran contro Israele c'è stato: è arrivato nella notte tra il 13 e il 14 aprile con droni kamikaze e missili. Teheran ha lanciato oltre 200 proiettili, ma secondo un report ufficiale israeliano la quasi totalità è stata intercettata dalla difesa supportata anche da Usa, Francia e Regno Unito. Il mondo intero è col fiato sospeso, il timore è quello di una guerra Iran-Israele. La maggior parte dei missili iraniani sono stati intercettati dal sistema di difesa aerea di Israele. Vediamo come funziona.

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L'attacco lanciato dall'Iran ha avuto conseguenze limitate da un punto di vista militare. Israele usa una serie di sistemi per bloccare gli attacchi, ha una sorta di "scudo" che agisce su più livelli. 

Il cuore della difesa israeliana sono i sistemi "Arrow" 2 e 3, sviluppati insieme agli Usa per difendersi dai missili a lungo raggio. Arrow 2 utilizza testate a frammentazione per distruggere i missili balistici in arrivo nella loro fase terminale - mentre si tuffano verso i loro obiettivi - nell'alta atmosfera. Arrow 3 utilizza la tecnologia "hit-to-kill"  - letteralmente colpire per uccidere - per intercettare i missili balistici in arrivo nello spazio, prima che rientrino nell'atmosfera mentre si dirigono verso i bersagli. L'esercito israeliano lo ha utilizzato con successo per la prima volta lo scorso anno, quando nell'area del Mar Rosso fu intercettato un missile balistico sparato dallo Yemen. Arrow 2 è in grado di intercettare minacce fino a 1.500 chilometri, compresi i missili balistici. Il più avanzato Arrow 3 può intercettare missili dotati di testata nucleare o chimica fino a 3mila chilometri.

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Israele però ha, come detto, più livelli di protezione. C'è anche dall'Iron dome, la "cupola di ferro". È lo strato inferiore della difesa missilistica israeliana, secondo l'Organizzazione per la difesa missilistica del paese. Ci sono almeno 10 batterie Iron Dome in Israele: ciascuna è dotata di un radar che rileva i razzi e quindi usa un sistema di comando e controllo che calcola rapidamente se un proiettile in arrivo rappresenta una minaccia o è probabile che colpisca un'area disabitata. Se il razzo rappresenta una minaccia, l'Iron Dome lancia razzi da terra per distruggerlo in aria.

Difesa aerea Iron Dome, il sistema antimissili di Israele - AP Photo Adel Hana - LaPresse

Tra Iron Dome, che intercetta minacce a corto raggio, e il sistema a lungo raggio Arrow c'è la "fionda di David" che protegge Israele da minacce a medio raggio. Si basa sull'intercettazione cinetica ed elimina obiettivi fino a 186 miglia di distanza. Si tratta di una tecnologia sviluppata con gli Usa. 

Israele ha anche aerei da combattimento all'avanguardia, compresi i jet stealth F-35 che ha già utilizzato per abbattere droni e missili da crociera. Oltre a una flotta di F15 e F16 aggiornati. 

Si stima che la difesa israeliana dall'attacco missilistico e droni iraniano della scorsa notte sia costata oltre 1,3 miliardi di dollari in carburante per aerei, intercettatori di missili terra-aria, missili aria-aria e altro equipaggiamento militare utilizzato. Un solo missile antibalistico ipersonico Arrow 3 costa tra i 5 e i 20 milioni di dollari.

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