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Sabato, 27 Aprile 2024
SIRIA / Siria

La madre di Giuliano Delnevo racconta: "Generoso e un po' coglione"

In un'intervista a La Repubblica, Eva Guerriero rivela che, preoccupata per la sorte del figlio, ha passato tre mesi a un passo dal fronte di guerra per rintracciarlo

Dopo le dichiarazioni del padre, che ieri ha sostenuto come suo figlio fosse "un eroe e non un terrorista", oggi parla la madre di Giuliano Delnevo, il giovane italiano convertito all'Islam morto mentre combatteva in Siria contro il regime di Assas.
In un'intervista a La Repubblica, Eva Guerriero rivela che, preoccupata per la sorte del figlio, ha passato tre mesi a un passo dal fronte di guerra per rintracciarlo.

"L'ho accompagnato all'aeroporto. Mi aveva detto che sarebbe andato in Turchia, e basta. C'era già stato l'anno prima, era tornato indietro dopo dieci giorni. Però me lo sentivo, che questa volta sarebbe stato diverso. Voleva andare in treno a Milano e prima fare un giro in città: gli ho risposto che potevamo prendere la corriera da Genova, senza perdere tempo. Che stupida. Quel giorno l'ho visto inginocchiarsi e pregare, prima di salire sull'aereo. Tremava tutto per l'emozione". Così ha raccontato la partenze dal figlio.
"Il giorno dopo ho preso un aereo anche io. Ho fatto lo stesso viaggio, per rintracciarlo. Per fermarlo e riportarlo a casa. Lo so che sembra folle, ma è andata così. Un presentimento. All'improvviso ho capito che era in pericolo. Che dovevo salvarlo".

E' riuscita a rintracciarlo, per telefono. "Mi ha detto che era quello il suo posto. Il suo dovere. Aiutare la gente che soffriva, che veniva sterminata. Raccontava cose orribili. "Hanno bisogno di me", mi ha spiegato, quando finalmente sono riuscita a parlargli. "Ma anche io ho bisogno di te". E mi è venuto in mente che il giorno prima della partenza avevamo visto insieme un film su Che Guevara: "Mi sento un po' come lui", sorrideva. E i suoi compagni erano dei fratelli".

Il giornalista che l'ha intervistata gli ha chiesto chi era veramente, per lei, Giuliano DelNevo. "Un ragazzo generoso. E un po' coglione, per troppo amore. Non era facile stargli accanto dopo la conversione all'islam, ma lui ci credeva e voleva aiutare gli altri. Un eroe romantico, ecco. Mi hanno detto che mercoledì scorso era l'alba, che un cecchino ha cominciato a sparare al suo amico: colpi mirati, per farlo morire lentamente. Allora lui ha disobbedito agli ordini, è andato a prenderlo. Il cecchino si è messo di nuovo a sparare. Una gamba, l'altra, poi un braccio, l'altro ancora. Ma questa volta nessuno della qatiba è intervenuto. L'unica consolazione è che non lo hanno preso vivo".

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