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Venerdì, 26 Aprile 2024
La sentenza / Ucraina

La corte Onu accusa: "La Russia non aveva alcuna ragione per aggredire Ucraina"

Mosca e Pechino si sono opposti al voto

Duro giudizio del tribunale dell'Aja per l'offensiva militare della Russia in Ucraina. La Corte internazionale di Giustizia si è pronunciata sull'invasione russa del Paese dell'Europa orientale, ritenendo che Mosca debba "sospendere immediatamente l'operazione militare avviata il 24 febbraio 2022 sul territorio dell'Ucraina". È stata perentoria la presidente della Corte, Joan Donoghue, che ha accolto la richiesta di Kiev avanzata lo scorso 26 febbraio, chiedendo una sentenza urgente affinché la Corte prenda misure urgenti e ordini alla Russia di "sospendere immediatamente le operazioni militari". 

L'ordine della Corte di Giustizia Internazionale è stato approvato con 13 voti favorevoli e due contrari, espressi dal giudice russo dell'assise internazionale Kirill Gevorgian, a cui si è unita la collega cinese Xue Hanqin. 

Il giurista russo e quello cinese si sono opposti anche all'ordine che condanna Mosca per l'inesistenza di prove a sostegno delle giustificazioni usate dal Cremlino per legittimare l'invasione, cioè il presunto genocidio commesso da Kiev contro le popolazioni russofone dell'Ucraina orientale.

Nonostante il voto contrario di Mosca e Pechino, Kiev ha accolto con favore il voto della Corte internazionale. “L’Ucraina ha ottenuto una vittoria completa nel caso contro la Russia presso la Corte di giustizia internazionale. Il tribunale ha ordinato alla Russia di fermare immediatamente l’invasione dell’Ucraina. L’ordine è vincolante in base al diritto internazionale. Ignorare la decisione spingerà la Russia in un isolamento ancora più profondo”, ha scritto su Twitter il presidente ucraino volodymyr Zelensky.

Ma il voto non fermerà le azioni di Mosca. La Russia aveva disertato le udienze del 7 e 8 marzo scorso, per l'esplicità contrarietà al ruolo della Corte. Secondo Mosca, il tribunale internazionale con sede all'Aia non ha alcun potere indipendente per far rispettare le sue decisioni e la Russia ha già affermato che la Corte non ha giurisdizione sulla controversia. Per la Russia, infatti, la richiesta di Kiev non rientra nell'ambito della Convenzione sul genocidio del 1948 su cui si basa il suo caso.
È improbabile quindi che la sentenza influenzi le scelte del leader russo Vladimir Putin, ma fornisce un'autorevole confutazione del pretesto per cui ha iniziato la guerra.

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