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Lunedì, 29 Aprile 2024
Il viaggio / Arabia Saudita

Cosa ci dice della Russia il viaggio in pompa magna di Putin in Arabia

Il leader del Cremlino ha incontrato i leader di Riad e Abu Dhabi. Sullo sfondo, la guerra in Ucraina, il petrolio e il conflitto tra Israele e Hamas

Scortato da quattro caccia Sukhoi Su-35 e accolto in pompa magna, il presidente russo è arrivato ad Abu Dhabi, prima tappa di un mini tour di meno di 24 ore che comprende anche l'Arabia Saudita. Un viaggio che ha stupito molti, visto che dallo scoppio della guerra in Ucraina, in particolare da quando su di lui pende il mandato d'arresto dellla Corte penale internazionale, il leader del Cremlino ha lasciato la sua patria solo per recarsi nelle ex repubbliche sovietiche e in Cina. La visita nei due Paesi arabi ha in agenda il conflitto tra Israele e Hamas, e i rapporti commerciali, a partire dal petrolio. Ma secondo gli osservatori internazionali, con il suo inatteso viaggio, Putin vuole dimostrare ai russi e al mondo di non essere isolato nello scenario internazionale. E forse lanciare anche un messaggio a Kiev e Washington.

Tanto gli Emirati Arabi, quanto l'Arabia Saudita sono rimasti neutrali dinanzi al conflitto ucraino. "Mohammed bin Salman, il principe ereditario saudita, e lo sceicco Mohammed bin Zayed al-Nahyan, sovrano degli Emirati Arabi Uniti, hanno sviluppato rapporti personali con Putin e si sono presentati come interlocutori tra la Russia e l'Occidente", ricorda l'emittente araba Al-Jazeera. Il leader del Cremlino sa che i partner dell'Ucraina, dagli Usa all'Unione europea, sono in una fase di stallo nel loro sostegno a Kiev: i nuovi aiuti sono bloccati e nelle cancellerie occidentali c'è chi ritiene che sia giunto il momento di far sedere i due contendenti a un tavolo di negoziati. Non hanno stupito in tal senso le parole di Putin agli ambasciatori in Russia di 21 Paesi esteri, tra cui quelli di Germania e Regno Unito: Mosca "non ha intenzioni ostili verso nessuno" ed è "aperta a una partnership costruttiva con tutti i Paesi", ha detto.

Negli Emirati Arabia il presidente russo gioca quasi in casa. Abu Dhabi è "il principale partner commerciale della Russia nel Medio Oriente e nella regione del Golfo" e "il maggiore investitore nell'economia russa", ha ricordato al-Nahyan incontrando Putin. Gli Emirati Arabi si sono esposti poi non poco per consentire alle petroliere russe di aggirare le sanzioni occidentali sul greggio, tanto che il mese scorso gli Usa hanno sanzionato tre armatori di Abu Dhabi. 

Anche con l'Arabia Saudita i rapporti sono solidi, in particolare sul petrolio. I due Paesi sono i leader nell'organizzazione degli esportatori Opec+, i cui membri hanno deciso la settimana scorsa tagli volontari per un totale di 2,2 milioni di barili al giorno (un milione solo Riad e 500.000 Mosca) nel primo trimestre del 2024 per sostenere i prezzi. L'intesa tra Mosca e Riad ha consentito alla Russia di ridurre al minimo le perdite che l'Occidente sperava di infliggere con l'embargo e il tetto al prezzo del greggio russo. Una recente indagine ha mostrato che il petrolio Urals della Russia viene venduto attualmente a circa 70 dollari al barile rispetto ai 60 previsti dal tetto imposto. 

Ma con Riad, Putin ha un altro fronte aperto, quello che porta all'Iran. Teheran e Riad sono stati a lungo rivali nella regione, ma proprio quest'anno hanno firmato un accordo mediato dalla Cina per ripristinare le relazioni diplomatiche. Il leader russo vuole saldare il più possibile questo accordo, puntando sugli ottimi rapporti con l'Iran, che non ha mancato di sostenerlo con attrezzature militari come i droni durante la guerra in Ucraina. Non è un caso che, rientrato a Mosca, Putin ospiterà proprio il presidente iraniano Ebrahim Raisi.

In questo puzzle diplomatico, non può non mancare il conflitto in Medio Oriente. Il presidente russo vuole porsi come forza di mediazione tra Israele e la Palestina, puntando sui suoi storici buoni rapporti con entrambe le parti. L'avere accolto nei giorni scorsi una delegazione di Hamas ha fatto infuriare Tel Aviv, ma Putin conta di riuscire comunque a imporsi come un attore centrale per riportare la pace nella regione.

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