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Sabato, 27 Aprile 2024
Armi facili / Stati Uniti d'America

Entra a scuola e fa una strage: uccisi 19 bambini

Il massacro di Uvalde scuote gli Usa e il mondo intero. Il killer si chiamava Salvador Ramos, aveva 18 anni: prima di andare a scuola ha postato su Instagram e sparato anche alla nonna. Biden chiede di "trasformare questo dolore in azione". La legislazione texana sulle armi è tra le più permissive al mondo. Cambierà qualcosa adesso?

Un nuovo massacro scuote gli Usa delle "armi facili" e il mondo intero. Strage in una scuola elementare in Texas: almeno 19 bambini e 2 adulti sono stati uccisi. A compiere la strage attorno alle 11.30 locali nella Robb Elementary School della cittadina di Uvalde è stato un 18enne, identificato come Salvador Rolando Ramos, ucciso dalla polizia dopo essersi barricato nella scuola. Un agente della polizia di frontiera degli Stati Uniti che si trovava nelle vicinanze quando è iniziata la sparatoria si sarebbe precipitato nell'istituto e avrebbe sparato e ucciso Ramos. Il giovane era armato con una pistola e un fucile. Ha agito da solo, sarebbe arrivato nei pressi della scuola in auto, avrebbe parcheggiato (o forse c'è stato un incidente stradale, non è ancora chiaro) e poi è entrato nell'edificio. In pochi minuti, una carneficina.

Una nuova Sandy Hook, a nove anni dalla strage di Newtown, nel Connecticut. La strage nella scuola elementare di Uvalde, in Texas, con i suoi 21 morti è la seconda sparatoria più sanguinosa nella storia d'America in una scuola. A Sandy Hook i morti erano stati 26. Nella strage di Parkland in Florida, nel 2018, avevano perso la vita 17 persone. Il punto iniziale della lunga scia di sangue viene solitamente indicato in Columbine, Colorado, 20 aprile 1999. Quel giorno 2 studenti della Columbine High School, di 17 e 18 anni, armati fino ai denti, massacrarono 12 compagni di classe e un insegnante in pochi minuti prima di suicidarsi nella biblioteca. Il bilancio delle vittime a Columbine sarebbe stato ancora più alto se fossero riusciti a far esplodere le loro bombe artigianali. 

Strage nella scuola elementare a Uvalde

Uvalde è una piccola comunità, una città di quindicimila abitanti a qualche decina di chilometri dal confine con il Messico. La sparatoria è avvenuta nella scuola elementare di una comunità fortemente latina, a circa 85 miglia a ovest di San Antonio. La scuola era frequentata da circa 570 bambini, quasi il 90 per cento dei quali latini. A scuola, al momento della strage, c'erano bambini di seconda, terza e quarta elementare. Mancavano due giorni alla fine dell'anno scolastico. Tutte le attività scolastiche del distretto sono state annullate fino a nuovo avviso.

"Ha sparato e ucciso in maniera terribile e incomprensibile gli studenti e un insegnante", ha detto il governatore Greg Abbott. Secondo la ricostruzione, il 18enne - uno studente della locale high school - prima di entrare nella scuola elementare avrebbe sparato anche a sua nonna uccidendola. "Ha abbandonato il suo veicolo ed è entrato nella scuola elementare con una pistola e a quanto pare anche con un fucile. Ramos è morto. Due agenti sono stati colpiti ma non sono feriti in modo grave", ha detto il governatore. "Il soggetto ha sparato alla nonna prima di entrare nella scuola, non ho elementi per collegare le due situazioni", ha aggiunto. "Quando i genitori lasciano i loro bambini a scuola, sanno che potranno prenderli alla fine della giornata. Ci sono famiglie ora travolte dal dolore. Lo stato del Texas soffre con loro, questi genitori non potranno riabbracciare i loro bambini", ha aggiunto Abbott.

Chi era Salvador Ramos: cosa sappiamo sul killer di Uvalde

Salvador Ramos, 18 anni, lavorava in un Wendy's locale (una popolare catena di fast food statunitense), ha detto alla CNN un manager del ristorante. Adrian Mendes, direttore serale del Wendy's, ha detto che Ramos "era una persona riservata", un "tipo tranquillo, quello che non parla molto. Non ha davvero socializzato con gli altri dipendenti", ha detto Mendes. "Lavorava e veniva a prendere il suo assegno". Mendes non conosceva Ramos a livello personale e non lo vedeva la maggior parte del tempo perché avevano turni diversi, ha detto. Ramos lavorava dalle 11:00 alle 16:00 o alle 17:00, cinque giorni alla settimana, e stava già lavorando lì quando Mendes ha iniziato a lavorare per la catena a febbraio. Poco altro si sa su Ramos, se non che era uno studente del liceo della cittadina.

Un ex compagno di classe dell'assassino ha detto che Ramos gli avrebbe mandato un messaggio con le foto di un'arma da fuoco che aveva e una borsa piena di munizioni giorni prima dell'attacco. Alla domanda sul perché avesse quell'arsenale, gli avrebbe risposto: "Non preoccuparti". Ramos, continua l'amico, sarebbe stato deriso in passato per i vestiti che indossava e per la situazione finanziaria della sua famiglia, e alla fine è stato visto sempre meno in classe. 

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Salvador Ramos, foto Instagram

Ha acquistato il fucile dopo aver compiuto 18 anni. Poche ore prima di compiere la strage nella scuola elementare di Uvalde, il killer ha inviato un messaggio criptico a una sconosciuta su Instagram nel quale affermava: "sto per..". Lo riportano i media americani, sottolineando che su Instagram Salvador Ramos era conosciuto come 'salv8dor_'. Sul suo account, bloccato quando è stato diffuso il suo nome, aveva pubblicato un selfie e altre foto di armi, di cui una con due fucili uno a fianco all'altro. Al messaggio "sto per..", inviato alle 5.43 del mattino di martedì, la ragazza aveva risposto: "Cosa?". Il killer le aveva risposto: "Te lo dirò prima delle 11". Un'ora dopo le aveva scritto ancora: "Ho un piccolo segreto che voglio dirti".

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Una foto pubblicata di recente da Ramos su Instagram

Biden: "Ora servono leggi sulle armi"

Joe Biden si è rivolto alla nazione martedì sera poco dopo essere tornato alla Casa Bianca da un viaggio di cinque giorni in Asia. Il presidente ha chiesto leggi sulle armi di "buon senso" e ha affermato che "è ora di trasformare questo dolore in azione". L’ennesima strage rilancia il perenne dibattito sulla circolazione selvaggia delle armi da fuoco ma anche sulle condizioni di salute mentale che affliggono un numero sempre crescente di cittadini negli Stati Uniti. 

In una serie di tweet, l'ex presidente Barack Obama ha affermato che "quasi dieci anni dopo Sandy Hook - e dieci giorni dopo Buffalo - il nostro Paese è paralizzato, non dalla paura, ma da una lobby armata e da un partito politico che non hanno mostrato alcuna volontà di agire in un qualsiasi modo che possa aiutare a prevenire queste tragedie".

Il bilancio della strage di Uvalde, già tragico, potrebbe aggravarsi ancora perché i feriti sono in gravi condizioni.

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Uvalde, Foto Ansa/Epa

"Sono furiosa che queste stragi continuino"

Due le vittime adulte a Uvalde. Una è Eva Mireles, insegnante di quarta elementare alla Robb Elementary. La zia, Lydia Martinez Delgado, ha rilasciato la seguente dichiarazione: “Mia nipote, Eva Mireles, da 17 anni insegnante per la UCISD insieme a un altro insegnante e 19 bambini hanno perso la vita a causa di una tragica sparatoria insensata. Sono furiosa che queste stragi continuino, questi bambini sono innocenti, i fucili non dovrebbero essere facilmente disponibili per tutti. Questa è la mia città natale, una piccola comunità di meno di 20.000 abitanti. Non avrei mai immaginato che sarebbe successo ai nostri cari. non tutti i fatti sono noti per ora, ma tutto ciò che possiamo fare è pregare intensamente per il nostro Paese, lo stato, le scuole e soprattutto le famiglie di tutti”.

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Nella foto, Eva Mireles

La seconda vittima adulta accertata è Irma Garcia, 46 anni, anche lei maestra alla Robb Elementary School di Uvalde. Garcia insegnava da 23 anni, e nel 2019 era stata nominata insegnante dell'anno dal distretto scolastico della zona. Sposata da 24 anni e madre di quattro figli, sul suo profilo si descriveva come una persona che “adora fare barbecue con il marito, ascoltare musica". Condividendo la notizia della sua morte su Facebook, un nipote di Garcia ha scritto: “La mia zia non ce l'ha fatta, si è sacrificata per proteggere i bambini nella sua classe. Vi prego di tenere la mia famiglia nelle vostre preghiere, Irma Garcia è il suo nome ed è morta da eroe. Era amata da molti e mancherà a tutti".

Armi facili in Texas: chiunque può avere un arsenale

Secono recenti statistiche, il 90% di tutte le morti per armi da fuoco tra bambini di età compresa tra 0 e 14 anni nei paesi ad alto reddito si verificano negli Stati Uniti. Nel 2020, ultimo anno di cui abbiamo a disposizioni dati completi, negli Usa 45mila persone sono morte dopo essere state colpite da armi da fuoco. Ci sono stati più di 200 "mass shootings" negli Usa nell'ultimo anno, secondo i dati di Gun Violence Archive.

Non c'è altro tempo da perdere, verrebbe da dire. E invece il governatore repubblicano del Texas, Abbott, nel 2021 ha consentito a tutti possedere e portare per strada pistole e fucili. Dal 1° settembre, a chiunque risieda in Texas è consentito non solo possedere, ma anche portare con sé per strada, un’arma da fuoco col colpo in canna, anche senza porto d’armi e senza aver avuto alcuna formazione sul corretto uso delle armi. La legge 1927 del 2021 è stata fortemente voluta da Abbott, uno dei più accesi sostenitori del Secondo emendamento. "Forse direte che ho appena firmato una legge per la protezione dei diritti dei possessori di armi - diceva un anno fa, appena dopo l’approvazione del provvedimento -. Ma in realtà oggi ho firmato una legge che rafforza le libertà nello Stato". I risultati sono sotto gli occhi di tutti. Nelle discorso di ieri dopo la strage, nessun accenno da parte di Abbott alla legislazione sulle armi. Il 27 maggio è in programma a Houston, sempre in Texas, il meeting annuale della National Rifle Association, la principale tra le numerose lobby armiere statunitensi. 

"Sono imbarazzato. Il Texas è solo al secondo posto per gli acquisti di nuove armi dietro alla California. Texani, aumentiamo gli acquisti". E' il tweet del 2015 del governatore del Texas Greg Abbott, rispuntato in queste ore dopo la sparatoria alla scuola elementare. Abbott, come molti politici, soprattutto, ma non solo, repubblicani, ha ricevuto soldi dalla lobby delle armi, decine di migliaia di dollari di finanziamenti. Vorrebbe spostare in Texas la sede nazionale della National Rifle Association.

Cambierà qualcosa dopo Uvalde? La strage per ora riaccende il dibattito sulle armi nel mezzo della campagna elettorale delle primarie in vista delle elezioni di metà mandato. Non è affatto scontato che l'emozione del momento si tradurrà in azione, visto che le stragi che si sono succedute nel corso degli anni non sono riuscite, mai, a far superare l'impasse dei legislatori. C'è quasi un senso di ineluttabilità quando si parla delle stragi negli Stati Uniti, come fossero inevitabili. Ma 26 anni fa, un uomo armato entrò nella Dunblane Primary School in Scozia, uccidendo 16 bambini e un insegnante. Il governo del Regno Unito reagì promulgando, in fretta, una severa legislazione sul controllo delle armi. Nei circa 9400 giorni successivi, ci sono state 0 (zero) sparatorie nelle scuole britanniche. Si può fare.

Intanto oggi, nel civilissimo Texas, i genitori di 19 bambini di 6, 7, 8 anni hanno dovuto affrontare ciò che non può umanamente essere affrontato: aspettare ore in un parcheggio, per ricevere poi la notizia ufficiale che i loro figli erano stati uccisi in un tranquillo giorno di fine anno scolastico.

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Una foto pubblicata da Ramos su Instagram

Dalla Virginia Tech alla Sandy Hook: la lunga scia di sangue nelle scuole Usa

Steve Kerr: "Quando faremo qualcosa?"

L'allenatore dei Golden State Warriors (Nba) Steve Kerr si è presentato alla conferenza stampa pre partita in vista di gara-4 dei playoff a Dallas. Impossibile parlare di sport: "Giocheremo come sempre, ma il basket ora non conta". Kerr ha quindi proseguito parlando della strage. "Da quando abbiamo finito la sessione di tiro 14 bambini e un insegnante (il numero delle vittime è poi salito a 19) sono stati uccisi a 400 miglia da qui. Quando faremo qualcosa? - ha urlato Kerr - Sono stanco, sono così stanco di venire qui e fare le condoglianze alle famiglie devastate che sono là fuori. Sono stanco dei minuti di silenzio. Basta!".

Il padre di Kerr fu ucciso a colpi di arma da fuoco in un attacco terroristico a Beirut nel 1984. Steve si batte da sempre per limitare la diffusione delle armi negli Stati Uniti. Ha parlato del disegno di legge che introdurrebbe controlli - minimi - su chi acquista armi, fermo da anni al Senato, attaccando apertamente i 50 senatori che non lo vogliono votare. "Non lo votano per mantenere il proprio potere - ha detto -, ma chiedo a tutti voi senatori che rifiutate di fare qualcosa per la violenza e le sparatorie nelle scuole e nei supermercati, vi chiedo: avete intenzione di mettere il vostro desiderio di potere davanti alla vita dei nostri figli, dei nostri anziani e dei nostri fedeli? Perché è così che appare. È quello che succede ogni settimana". "Sono stufo - ha proseguito - ne ho abbastanza. Non possiamo diventare insensibili a queste cose. Non possiamo sederci e leggerlo sul giornale e andare avanti.... E ora andiamo a fare questo minuto di silenzio, è patetico".

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