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24 febbraio-24 maggio / Ucraina

Guerra Russia Ucraina: cinque cose da sapere oggi 24 maggio 2022

Tre mesi di guerra e nessuna via d'uscita a stretto giro di posta all'orizzonte. Si combatte nel Donbass. Perché Severodonetsk non resisterà come Mariupol. Putin è davvero sfuggito a un attentato? La prima defezione di peso nella diplomazia russa: chi è Bondarev. Ricostruzione, business enorme: ogni Paese potrà "adottare" una regione

24 febbraio-24 maggio. Tre mesi di guerra e nessuna via d'uscita a stretto giro di posta all'orizzonte. Si combatte nel Donbass. Perché Severodonetsk non resisterà come Mariupol. Putin è davvero sfuggito a un attentato? La prima defezione di peso nella diplomazia russa: chi è Bondarev. Zelensky: "Incontro per finire la guerra solo con Putin". Ricostruzione, business enorme: ogni Paese potrà "adottare" una regione Ucraina. Cinque cose da sapere sulla guerra in Ucraina oggi, martedì 24 maggio 2022.

Guerra Russia Ucraina: ultime notizie in diretta

1) Perché Severodonetsk non resisterà come Mariupol

Mosca sta riposizionando le forze attorno a Severodonetsk, nel Donbass; lì starebbero convergendo le forze finora impiegate nella regione di Kharkiv, da dove si sono ritirate – le truppe ucraine negli scorsi giorni hanno rivendicano di aver liberato 24 centri – ma anche nell’assedio di Mariupol, insieme ad altre appena mobilitate dalla Siberia. Avrebbero distrutto tutti i ponti, tranne uno, sul fiume Siversky Donets. Da due settimane l'artiglieria russa ha cominciato a martoriare le città di Severodonetsk e Lysychansk, le ultime due roccaforti rimaste in mano a Kiev nella regione. L'esercito ucraino non vuole lasciare Severdonetsk, ma è difficile capire se la città diventerà davvero una nuova Mariupol. E' molto difficile che accada secondo vari analisti. Qui non ci sono forze pronte ad asserragliarsi fino alla morte e le fortificazioni sembrano dover cadere sotto i colpi dei carri armati russi nei prossimi giorni. Le evacuazioni dalla città sono complicatissime. L'artiglieria russa martella l'unica grande strada che porta alla città. L'obiettivo è distruggere il ponte che collega Severodonetsk con il resto dell'Ucraina. Il destino della città appare segnato. Le vittime continuano ad aumentare, sia tra i russi sia tra gli ucraini, nell'offensiva del Donbass.

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Fonte mappa: BBC

2) Putin è davvero sfuggito a un attentato?

Vladimir Putin "è sfuggito ad un attentato meno di due mesi fa": a sostenerlo è il capo dell'intelligence del ministero della Difesa ucraino, Kyrylo Budanov, che non ha lesinato di recente altrettante 'clamorose' rivelazioni sulla situazione politica interna russa o sullo stato di salute dello zar. "Si tratta di un'informazione non pubblica e di un tentativo assolutamente fallito, è successo davvero circa due mesi fa", ha detto Budanov, precisando che l'attentato "è stato compiuto da elementi del Caucaso", la turbolenta regione russa divenuta negli anni anche la culla del jihadismo di matrice Isis. Non è contro gli islamici che punta l'indice Budanov, che si era già detto sicuro che in Russia sia in corso un'operazione sotterranea per rimuovere Putin dal potere, che dovrebbe raggiungere il suo zenit "entro fine anno". "Sono ottimista", aveva confidato a Sky News, scommettendo sul fatto che Kiev a metà agosto rovescerà in proprio favore le sorti della guerra. Anche perché Putin, aveva aggiunto, "è gravemente malato di cancro". Prima ancora di queste bombe mediatiche, sempre Budanov aveva rivelato che Kiev era a conoscenza dei piani di invasione sin dal novembre 2021 grazie a una fitta rete di informatori annidata tra le file di Mosca: "Le nostre fonti sono ovunque. Nell'esercito, negli ambienti politici, così come nell'amministrazione presidenziale".

3) La prima defezione di peso nella diplomazia russa: chi è Bondarev

"Quando è troppo è troppo", ha scritto. Il consigliere russo della sede Onu a Ginevra, Boris Bondarev, ha inviato la lettera delle sue dimissioni a decine di diplomatici. Tra loro, Gennady Gatilov, il suo capo. "Non mi sono mai vergognato così tanto per la politica estera del mio Paese", ha diffuso ieri mattina su tre social dopo aver ottenuto protezione dall’organizzazione Un Watch (resterà a Ginevra). Ha 41 anni, la metà trascorsi in diplomazia, è cresciuto al ministero degli Esteri russo, che definisce "la mia casa, la mia famiglia", e dopo il 24 febbraio ha ritenuto che il percorso della Federazione russa fosse ormai segnato: "Con una lettera Z hanno messo la parola fine a ogni speranza di vita libera e prospera nel nostro Paese. Questa guerra, nei fatti contro l’Occidente, è il più grande crimine non solo contro l’Ucraina, ma contro il popolo russo. Chi l’ha concepita vuole soltanto una cosa: restare per sempre al potere, vivere in pomposi palazzi senza gusto, solcare i mari su yacht paragonabili alle navi della flottarussa, essere felice con un potere illimitato e impunito. Migliaia di russi e ucraini sono già morti per questo". Bondarev è un esperto in disarmo e non proliferazione delle armi, nella lettera ha delineato il degrado istituzionale che si è formato al Cremlino e nelle alte sfere: "In questi venti anni il livello di bugie e mancanza di professionalità al ministero degli Esteri è via via cresciuto e negli ultimi anni è diventato catastrofico. Il ministro Sergej Lavrov, fine intellettuale, in diciott’anni è diventato una persona che costruisce conflitti e minaccia il mondo con armi nucleari. Presto la Russia non avrà più alleati. Non posso più dividere questa ignominia piena di sangue e senza senso". Al New York Times Bondarev ha detto che avrebbe voluto dimettersi già il 24 febbraio, "ma ho dovuto mettere a posto infiniti affari di famiglia".

4) Zelensky: "Incontro per finire la guerra solo con Putin"

"L'incontro per porre fine alla guerra sarà solo direttamente con Putin, perché tutte le decisioni in Russia sono prese solo da lui". Lo ha affermato - riferisce l'agenzia Ukrinform - il presidente Volodymyr Zelensky in videoconferenza alla Casa ucraina di Davos. "Dopo quello che hanno fatto, capisci, non ho grandi desideri per questi incontri, e grandi desideri di incontrare i mediatori, non esistono e non dovrebbero esistere e non esisteranno. Pertanto, in linea di principio, non accetto alcun incontro con nessuno della Federazione Russa, ad eccezione del presidente della Federazione Russa. E solo se la questione sul tavolo è una: la fine della guerra. Non c'è nient'altro di cui parlare", ha detto Zelensky.

5) Ricostruzione, business enorme: ogni Paese potrà "adottare" una regione

Ne ha parlato Zelensky a Davos. Ogni Paese, città o società estera potrà "adottare" una regione, o un settore industriale dell'Ucraina, per partrocinarne l'immensa opera di ricostruzione postbellica, una sfida da complessivi 500-600 miliardi di dollari secondo le prime stime. "L'affare" del secolo, con un nuovo piano Marshall, che l'Occidente e in particolare l'Europa probabilmente finanzieranno e garantiranno, almeno in parte. Al World Economic Forum, il numero uno di Kiev parla da uomo d'affari e dice che l'Ucraina diventerà il più grande progetto infrastrutturale e tecnologico dell'Europa. Chi arriva prima si prende il meglio, scrive oggi la Stampa. Secondo il quotidiano torinese "da qualche settimana che gira la voce che la ricostruzione di Kyiv e regione verrà patrocinata dal Regno Unito, un diritto di prelazione conquistato da Boris Johnson con il suo appoggio militare e politico". Il Paese sarà un enorme cantiere: "Bisognerà ricostruire ponti che ora vengono fatti saltare, magazzini centrati dai missili russi, fabbriche devastate dalle bombe e quartieri interi rasi al suolo. Bisognerà ricoltivare campi bruciati e rimettere in piedi scuole e ospedali inceneriti, riasfaltare strade sbriciolate dai cingolati dei carri e ricostruire da zero gli aeroporti, colpiti dai missili russi già nelle prime ore". La realtà, per ora, dopo tre mesi di guerra, sono missili e bombe.

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