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Sabato, 27 Aprile 2024

Gianluca Anoè

Giornalista

Quali saranno i trend tecnologici del 2024

Intelligenza artificiale, mondo digitale immersivo, reale che si mescola con il virtuale. Il 2023 è stato uno degli anni più floridi in ambito tecnologico, uno spartiacque che ha dato forse la spinta decisiva alla rivoluzione digitale in corso, che non accenna ad affievolirsi e nel 2024 potrebbe spiccare definitivamente il volo (il condizionale è ancora d'obbligo).

La curiosità, a pochi giorni dallo scoccare del nuovo anno, è tanta. Quali saranno i trend tecnologici del 2024? Dobbiamo aspettarci il decisivo salto in un nuovo mondo digitale, o il rischio è di dover stazionare per altri 12 mesi nel limbo del "chissà come sarà"?

Le sfide dell'intelligenza artificiale

L'attenzione sarà incentrata ancora - e forse di più - sull'intelligenza artificiale. Il 2023, del resto, è stato l'anno in cui è esplosa l'AI generativa e centinaia di milioni di persone, almeno una volta, anche solo per curiosità, hanno voluto mettersi alla prova con ChatGpt, bot di OpenAi apripista nel campo dell'intelligenza artificiale conversazionale per tutti. È stata quindi la volta di Google, che ha risposto con Bard prima, soluzione 'home made', e con Claude poi, acquistato per 300 milioni di dollari dalla società Anthropic. Il solco tracciato è chiaro e sotto gli occhi: i colossi del tech vogliono implementare sempre di più l'intelligenza artificiale nei prodotti destinati ai propri utenti.

Claude, il chatbot che analizza documenti di 500 pagine in pochi minuti

Le super potenze tecnologiche stanno sfruttando già ampiamente l'intelligenza artificiale, in smartphone, app e software di varia natura, motori di ricerca e strumenti di comunicazione. Ora avranno due compiti: da una parte continuare nell'evoluzione di uno strumento tanto potente quanto potenzialmente pericoloso, dall'altra far comprendere a tutti, scettici compresi, le potenzialità dell'intelligenza artificiale e la sua effettiva utilità nella vita di tutti i giorni.

L'evoluzione riguarderà - c'è da scommetterci - l'intelligenza artificiale multimodale, terreno di conquista sul quale Google, nelle ultime settimane, ha piantato la propria bandiera. Con Gemini ha costruito infatti un nuovo modello di AI più potente, in grado di generalizzare, comprendere, operare e combinare diversi tipi di informazioni, come testi, codici, audio, immagini e video. Potrebbe essere una pietra angolare.

I colossi si daranno battaglia, e allo stesso tempo le persone comuni dovranno fare lo sforzo di capire perché: le 'macchine' permetteranno di avere informazioni, organizzare idee, potranno dar vita, perché no, anche a progetti; in altre parole daranno una base o uno sfondo alle competenze strettamente umane. Ci sarà più spazio e tempo per dedicarsi a essere più creativi anche in azioni pratiche, si potranno sviluppare diversi tipi di pensiero, senza pensare che l'intelligenza "ci toglierà il lavoro", perché potrebbe renderlo più solido, produttivo e piacevole.

No, robot e Ai non ci ruberanno il lavoro

Il futuro del metaverso

C'è poi il metaverso. Il 2024 potrebbe essere il punto di svolta per quell'insieme di esperienze interconnesse che coinvolgono mondo virtuale e mondo fisico. Non a caso è stato coniato il termine phygital per racchiudere la combinazione tra ciò che reale e ciò che non lo è. Un dato di fatto, al termine del 2023, è la mancanza di interesse nei confronti di questa realtà. I colossi fanno a sportellate a suon di annunci, in particolar modo sul fronte hardware, ma le persone comuni vedono questo 'nuovo mondo' distante e di difficile comprensione.

I nodi da sciogliere sono molti, a partire dai prezzi troppo esosi per potersi assicurare un visore per la realtà mista: Meta Quest Pro, attualmente il dispositivo che si è guadagnato la fetta di mercato più ampia, costa, nella sua versione base, 549,99 euro, prezzo che sfiora i 700 euro se si desidera avere una capacità di archiviazione maggiore. Apple nei mesi scorsi ha presentato il suo super visore per la realtà mista - Vision Pro, non ancora disponibile -, che nella versione base costerà a partire da 3.500 dollari. Girano già indiscrezioni su un modello più economico, il cui costo non dovrebbe comunque essere inferiore ai 1.500 dollari. Parliamo di cifre folli, di sicuro per molti, a maggior ragione se si pensa che l'operatività, al momento, è legata soprattutto alla dimensione ludica.

A chi interessa davvero il metaverso

Detto delle difficoltà di accesso e comprensione di chi, almeno in parte, potrebbe utilizzare in futuro il metaverso, resta l'impegno di chi ha speso fior di miliardi per porne, ad oggi, solo le basi. Nei prossimi 12 mesi le big company continueranno a investire nelle componenti hardware, ma dovrebbero mettere mano alla tecnologia legata all'interfaccia utente, per rendere più semplice e intuitiva l'interazione con il nuovo mondo digitale. Tra le sfide più importanti ci sarà di sicuro quella di integrare tecnologie differenti, garantire sicurezza e privacy agli utenti. Di certo, l'intelligenza artificiale, anche in questo caso, svolgerà un ruolo di primaria importanza, a partire dall'interazione all'interno degli ambienti virtuali.

Tecnologia 'green'

Le grandi compagnie hanno da tempo un grande obiettivo, che sarà di primaria importanza anche nel 2024: riduzione al minimo delle emissioni e lavoro a impatto zero. Si parla di tecnologia sostenibile - ambito nel quale sono stati già fatti passi avanti nel corso degli anni, ad esempio con auto, bici elettriche e autobus 'green' - che ogni anno deve superare un asticella posizionata sempre più in alto. Sarà un anno cruciale per le tecnologie 'verdi' e l'energia rinnovabile, così come per l'idrogeno.

Sul fronte strettamente tech, si attendono grandi passi avanti sul fronte del 'green computing', la cosiddetta informatica verde. È noto infatti che l'industria IT è tra le più inquinanti in assoluto: secondo i più recenti dati forniti dall'Unione Europea, consuma tra il 5 e il 9% del totale di energia elettrica del mondo. Non solo, perché pc, infrastrutture, database contribuiscono da soli al 2% delle emissioni di gas serra. Per raggiungere l'importante obiettivo di ridurre le emissioni, le grandi aziende stanno adottando (e continueranno a farlo) differenti strategie, dalla realizzazione di prodotti che consumino meno energia e con un design tale da garantire più efficienza e funzionalità, all'utilizzo di fonti energetiche alternative e scarti di fabbricazione.

Nella sfida rientra anche la necessità di adottare metodi etici per l'approvvigionamento dei materiali destinati alla realizzazione di dispositivi e device, e lo sviluppo del 'green cloud computing', ossia lo sviluppo di servizi in cloud che diano priorità alla riduzione dei consumi energetici e delle emissioni di carbonio. L'obiettivo è quindi quello di (continuare a) realizzare infrastrutture in grado di produrre tanta energia quanta ne necessitano per funzionare, meglio se da fonti di energie pulite e rinnovabili.

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