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Venerdì, 26 Aprile 2024
Politica

Alfano contro il reato di tortura: "Quello della Diaz è un caso chiuso"

Secondo il ministro degli interni il reato non può essere concepito come "contro le forze di polizia". Poi tira fuori il caso di Genova 2001 e delle violenze delle forze dell'ordine: "Un caso chiuso"

"Abbiamo fatto una battaglia perché ci fosse un reato  proprio e specifico. Dobbiamo avere un reato contro la tortura in Italia ma non deve essere concepito come un reato contro le forze di polizia" così il ministro dell'Interno, Angelino Alfano, ha affermato durante  il suo intervento al convegno 'Sicurezza globale per sviluppo e legalità' organizzato dalla Cisl a Roma, alla presenza del segretario nazionale della Cisl Furlan e del capo della polizia, prefetto Alessandro Pansa. Il progetto di legge sul reato di tortura da introdurre nel nostro codice penale è stato approvato recentemente dal parlamento. 

Sulla questione la dichiarazione del ministro degli Interni ha toccato anche i fatti alla scuola Diaz, definiti da Amnesty international "la più grave sospensione dei diritti democratici in un Paese occidentale dopo la seconda guerra mondiale": "Abbiamo impedito che la Diaz oltre che a diventare fonte di guaio e disdoro delle istituzioni diventasse una sorta di categoria dello spirito per la polizia. Quel capitolo è chiuso". 

G8, processo per i fatti della scuola Diaz @ TM News Infophoto

Per quanto riguarda invece il progetto del numero di identificazione sulla divisa degli agenti Alfano non ha usato mezzi termini: "Vorrei sapere quante volte è successo che un poliziotto abbia commesso abuso e non sia stato scoperto e condannato. Non mi risultano casi di impunità in Polizia o che il dipartimento polizia si sia messo a coprire: è sempre stato leale alle istituzioni". 

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