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Sabato, 27 Aprile 2024

Andrea Maggiolo

Giornalista

Basta seggi elettorali nelle scuole

Basta seggi nelle scuole: è la volta buona? No, e forse non lo sarà mai. Le lezioni dell'anno scolastico 2022/2023 inizieranno tra l’8 e il 12 settembre (a seconda delle regioni). Passerà solo una manciata di giorni e poi si dovrà far posto alle sezioni elettorali per il voto del 25 settembre. "Stop ai seggi nelle scuole" chiede al Viminale e ai sindaci il presidente dell’Associazione nazionale presidi, Antonello Giannelli. L'88% degli oltre 61mila seggi elettorali si trova infatti nelle aule di elementari, medie o superiori. Non accadrà, non stavolta.

Alle elezioni amministrative di qualche anno fa era stato dato spazio a un'iniziativa intelligente, ovvero cercare sedi diverse dagli istituti, viste le difficoltà che la pandemia aveva creato all’anno scolastico, ma solo 62 amministrazioni avevano deciso di mandare gli elettori a votare in un luogo differente dalle consuete classi. Era stato appositamente istituito un fondo di due milioni di euro per l'erogazione di contributi a favore dei Comuni che avrebbero individuato soluzioni alternative per le consultazioni elettorali. I criteri e le modalità di concessione del finanziamento erano demandati a un decreto del ministro dell’Interno, da adottarsi di concerto con il ministro dell’Economia e delle Finanze. Ma più che circolari, urge un cambio di mentalità e modernizzare il sistema di voto.

Le tornate elettorali sono frequenti (di fatto si vota quasi ogni anno tra politiche, regionali, comunali, europee, referendum, senza contare le suppletive) e ogni volta di fatto manca il tempo per trovare soluzioni alternative alle scuole. Si vota tra meno di due mesi. Non sembra un'impresa fantascientifica spostare definitivamente i seggi in altri luoghi pubblici lasciando liberi i bambini e i ragazzi di concentrarsi sulla scuola senza interruzione di un servizio essenziale. Ogni elezione logisticamente non è uno scherzo, l'elenco delle attività necessarie per trasformare un'aula in un seggio è lungo: svuotamento delle aule, spostamento dei banchi, riconsegna di tutto il materiale didattico agli alunni, pulizie straordinarie, disinfestazione e sanificazione dei locali. Anacronistico far pesare tutto il sistema sulle scuole, ma tant'è.

Le alternative? Nessuno dice che si debba arrivare a fare come in Iran nel 2008, quando per mancanza di sedi idonee andarono a votare su autobus di linea parcheggiati in strada. Ma l'elenco di luoghi plausibili è lungo e quasi banale nella sua semplicità: uffici comunali e sale consiliari; biblioteche e sale di lettura; palestre e impianti sportivi, comprese le palestre scolastiche. Ma anche centri e impianti polifunzionali; circoli ricreativi e sportivi; locali dopolavoristici; spazi espositivi e fieristici; ludoteche; ambulatori e altre strutture non più ad uso sanitario; spazi non più adibiti a mercati coperti. No, invece - lo specificava già in passato un documento del Ministero dell'Interno - a sedi di partiti politici od organizzazioni sindacali, edifici di culto, caserme, "per motivi di opportunità". Non mancano in teoria, e in pratica, i luoghi in cui è possibile assicurare un agevole accesso e deflusso degli elettori, con un adeguato allestimento delle cabine e con la vigilanza da parte delle forze dell'ordine.

Impensabile però, anche volendo, che, in così poco tempo (si vota tra 59 giorni), gli uffici elettorali dei Comuni italiani ridisegnino tutta la mappa dei seggi, che poi si dovrebbero pure riportare correttamente nei certificati elettorali da esibire al presidente di seggio. Sarà per un'altra volta, come sempre: il primo "weekend lungo" dell'anno scolastico è cosa fatta. 

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