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Sabato, 27 Aprile 2024
Politica

Cav, l'ora è "Giunta": Pd il migliore alleato

I numeri condannerebbero Silvio: quattordici senatori lo vogliono fuori da palazzo Madama, otto lo difendono. Ma il ricorso a Strasburgo cambia tutto e "imbarazza" il Pd

ROMA - L'unica cosa certa è che il "gong" suonerà alle quindici. Tutto il resto è pura proiezione, fantasia. Nessuno, al momento, è in grado di dire se Silvio Berlusconi sarà "condannato" dalla Giunta per le elezioni e le immunità del Senato e sarà costretto ad abbandonare il suo scranno a Palazzo Madama. O se, con un atto di "bontà" evidentemente imprevedibile, i suoi colleghi salveranno il Cav e gli regaleranno ancora qualche anno da parlamentare. 

Numeri alla mano, la carriera da politico del leader del Pdl sembra essere giunta al termine. La conta dei voti non lascia spazio a dubbi: quattordici senatori sono pronti a "staccare la spina" a Silvio, otto sono pronti a dar battaglia per difenderlo. La differenza c'è e, date le proporzioni, è abissale. La sensazione è che questa volta nemmeno Berlusconi, che spesso i numeri li ha ribaltati a suo favore, dovrebbe riuscire nel miracolo. 

Decadenza, "non c'è norma che possa salvare Berlusconi"

Il leader del Pdl non è tipo da arrendersi facilmente, però, e il ricorso a Strasburgo dimostra la volontà del Cav di tentare ogni strada percorribile. Silvio ha chiesto alla Corte europea dei diritti dell'uomo di valutare la retroattività della legge Severino, quella che lo costringerebbe a dire addio al badge da senatore. In termini squisitamente tecnici, e non di merito, Berlusconi potrebbe avere ragione: il ragionamento è semplice ma potrebbe funzionare. Il leader del Pdl è stato condannato a quattro anni per frode fiscale, un reato che rientra nel campo penale. Vigendo il divieto di retroattività per le sentenze penali, l'ex premier conclude: "La Severino Monti non può essere applicata". Quindi, da Strasburgo sorrideranno all'imprenditore di Arcore? Difficile dirlo, pura proiezione e fantasia anche qui. L'unica notizia che trapela è che il ricorso è giunto in sede, nulla di più. 

"Strasburgo, salvami tu"

Il ricorso alla Corte, però, ha l'effetto immediato di cambiare le carte in tavola. E non di poco. Il Pd, sempre ai limiti fra l'autolesionismo e la paura, è finito in un "cul de saq" mostruoso. Presentarsi oggi in Giunta e votare contro Silvio senza aspettare la decisione di Strasburgo potrebbe essere lo specchio del desiderio, vero o non vero che sia, di liberarsi di Berlusconi anche attraverso altre vie che prescindono da quella politica. 

E il Pdl, o meglio qualche "vecchia volpe" come il coordinatore Sandro Bondi, ha già lanciato la provocazione. "Che cosa accadrebbe se la Giunta del Senato dovesse votare a favore della decadenza come chiede il Pd e successivamente la Corte Suprema o la Corte di Strasburgo dovessero riconoscere le ragioni della difesa del Presidente Silvio Berlusconi? - ha chiesto il buon Sandro - Il Pd valuti attentamente anche questo aspetto della questione prima di assumere una decisione che sarebbe considerata dall'opinione pubblica come viziata da una intollerabile volontà politica della sinistra di sbarazzarsi di uno scomodo avversario politico". Colpito e affondato. 

Paura Pd: "Ci sono traditori che salverebbero Silvio"

Passa qualche minuto e arriva la seconda bordata. Firma autorevole, Angelino Alfano: "Noi chiediamo alla commissione di sfuggire alla logica centrodestra centrosinistra per evitare che questa decisione appaia politica. Se si vota in base all'essere di centrodetra o di centrosinistra, all'essere stati amici o nemici in questi venti anni è evidente che i numeri sono a favore della sinistra per la decadenza immediata". Amen. 

I democratici d'Italia, però, "cul de saq" o meno, incassano e rispondono. Anche qui, la voce è di quelle che pesa. "Il ricorso alla Corte di Strasburgo è un perfetto cortocircuito logico giuridico, frutto dello scomposto tentativo di Berlusconi e del Pdl di sottrarsi, in qualsiasi maniera, alla legge e ai suoi effetti" ha attaccato Danilo Leva, responsabile giustizia Pd. "Un pasticcio - ha aggiunto - figlio di quella giustizia a geometria variabile, tagliata a misura di Berlusconi, che è sempre entrata in collisione con ordinamenti pensati per garantire le comunità e non gli interessi del singolo". Rinvio della discussione, quindi? Neanche per sogno. 

Berlusconi minaccia: "Se cado io tutti a casa"

Sottoscritto in pieno anche da Dario Stefano, presidente della Giunta al Senato. Il ricorso di Silvio Berlusconi alla corte di Strasburgo, "sotto il profilo procedurale è una variabile indipendente, che non produce la sospensione dei lavori in giunta: non ci sono norme nè precedenti in tal senso. Rappresenta, semmai, un ulteriore atto di cui tener conto sotto il profilo dei contenuti della difesa che, sono certo, il relatore prima e la giunta poi, terranno in debita considerazione". 

Il caos è servito. "Calcio d'inizio" della contesa fissato per le ore quindici quando il relatore, Pdl, Andrea Augello presenterà a tutti i senatori la questione. Poi comincerà la discussione, si fisseranno le prossime sedute e si deciderà quando votare. E come votare... 

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