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Venerdì, 26 Aprile 2024
Politica Italia

Di Maio: "Se vinciamo in Sicilia mi tatuo la Trinacria sul braccio"

Lo ha detto in diretta su Rai Radio1 al programma Un Giorno da Pecora, il vicepresidente della Camera e candidato premier per il Movimento 5 stelle

“Se vinciamo in Sicilia ho già fatto una scommessa con Cancelleri: se vinciamo, mi devo tatuare la Trinacria”. A dirlo, in diretta su Rai Radio1 al programma Un Giorno da Pecora, è il vicepresidente della Camera e candidato premier per il Movimento 5 stelle Luigi Di Maio.

Dove si farà il tatuaggio?
“Sarà un piccolissimo tatuaggio da fare in un posto in cui non si vede, magari nella parte interna del braccio”.

Lei ha già altri tatuaggi?
“No, mai fatti - ha specificato a Rai Radio1  Di Maio - ma per la Sicilia questo e altro”.

La sua fidanzata apprezzerà?
“Non glielo ho detto...”

Quando si farà questo tatuaggio, in caso di vittoria?
“Subito, se vinciamo, questa settimana vado a farlo. Non sarà niente di clamoroso e visibile. Vi faccio una promessa: si vinciamo e devo onorare la scommessa, vengo a Un Giorno da Pecora e vi mostro il tatuaggio”.

Che cos'è la Trinacria

Trinacria è l'antico nome della Sicilia usato dai Greci. Presto abbandonata nell’uso, ritornò con la pace di Caltabellotta del 1302 al termine della guerra del Vespro tra Angioini e Aragonesi, che stabilì l’assegnazione della Sicilia a Federico d'aragona con la clausola che alla sua morte il regno sarebbe tornato agli Angioini. 

La triscele, il simbolo di origine indo-aria, ed è stata adottata dal Parlamento Siciliano con la legge regionale n. 1 del 2000, come parte integrante della bandiera siciliana, dove è stata posta al centro della bandiera.

Le tre gambe rappresentano i tre promontori, punti estremi dell'isola - capo Peloro (o punta del Faro, Messina: Nord-Est), capo Passero (Siracusa: Sud), capo Lilibeo (o capo Boeo, Marsala: Ovest). Durante il Medioevo la gorgone con tre gambe appare nel suo aspetto definitivo sulle monete. Ma al posto dei serpenti, la testa della gorgone è decorata con tante spighe. Spighe di grano che tributavano alla Sicilia il suo ruolo di granaio dell'antico impero romano.

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