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Venerdì, 26 Aprile 2024
Nebbia fitta

Perché Omicron stoppa la corsa di Draghi al Quirinale

L'avanzata in Europa della variante può complicare, e non di poco, la strada del premier verso il Colle più alto. E il bis di Mattarella non è più un'ipotesi sul tavolo

Tra poco più di un mese la corsa al Quirinale entra nel vivo e l'avanzata in Europa della variante Omicron può complicare, e non di poco, la strada del premier Mario Draghi verso la successione di Sergio Mattarella come capo dello Stato. I segretari dei partiti di maggioranza gli hanno chiesto, più o meno espressamente, di restare. L’Economist ha incoronato l’Italia di Draghi ("competente e rispettato") il Paese dell’anno. La verità è, secondo un retroscena odierno su Repubblica, che il presidente del Consiglio "vorrebbe comunque tentare il salto. Ma la realtà, ora dopo ora, rischia di decidere per tutti".

Draghi a Palazzo Chigi: i partiti lo vogliono lì anche nel 2022

Il picco dell'attuale ondata potrebbe arrivare tra le feste di Natale e il nuovo anno, quando si entrerà nel vivo della battaglia per il Colle. In molti tra Camera e Senato (e sono loro, e solo loro, a votare per il Quirinale nel segreto dell'urna) vorrebbero che fosse Draghi a gestire il pericolo che la quarta ondata può comportare non solo a livello sanitario, ma anche per trasporti e consumi. Una stretta agli spostamenti internazionali, magari lunga mesi, darebbe un duro colpo al turismo e al Pil. Ma soprattutto, tornando alla corsa per il Quirinale,  "c’è il timore, concreto, di un pantano politico. Chi terrebbe assieme la maggioranza di unità nazionale? Passare da un nuovo governo o da elezioni anticipate avrebbe l’effetto deflagrante di mettere a repentaglio anche i fondi del Pnrr".

Tutte variabili che complicano enormemente la strada del premier. Carlo Calenda insiste: "FT e Economist sono stati chiari. Il 70-80% degli italiani vuole che Draghi rimanga presidente del Consiglio". I parlamentari potrebbero preferire senza troppi ulteriori ragionamenti una garanzia di stabilità - l'unica - a un balzo nel vuoto. "Draghi va protetto dai giochi politici", dice al Corriere Luigi Di Maio, il quale nota: "Il partito dei franchi tiratori aumenta". Se Draghi restasse a Palazzo Chigi, sono da ritenere ormai sorpassati i rumors su un possibile "congelamento" del quadro istituzionale, che prevedeva la contestuale rielezione a tempo di Mattarella.

Il calendario per le elezioni del capo dello Stato

Sergio Mattarella ha cominciato ieri con la visita al Papa Bergoglio il suo percorso di commiato in vista della scadenza del suo mandato, il 3 febbraio. Due ore di colloquio con il Pontefice e con il segretario di Stato Parolin. Poi il commiato agli ambasciatori. Insomma, irrispettoso che qualcuno da Camera e Senato rilanci più o meno velatamente anche solo voci di un bis, che l'ex presidente della Corte Costituzionale, semplicemente, non vuole.

Il caso nato ieri dal fatto che la Santa Sede non ha parlato di "visita di congedo", nel comunicato dedicato ieri agli incontri di Mattarella con Papa Francesco e con il Segretario di Stato Parolin, ha fatto circolare per un pomeriggio l'ipotesi di un ripensamento in extremis del Presidente rispetto alla sua più volte ribadita indisponibilità al bis. Come se Francesco, commenta oggi Marcello Sorgi sulla Stampa, "in mezzo all'agenda di un appuntamento diplomatico fissato da tempo, avesse voluto inserire un'esortazione al Capo dello Stato a riflettere bene prima di ritirarsi. E come se questo ipotetico - e non confermato da nessuna delle due parti - invito avesse avuto un peso decisivo nel capovolgere la volontà, finora fermissima, del Presidente". 

Il calendario delle scadenze istituzionali è già piuttosto chiaro anche per prassi consolidate. Se il suo successore venisse eletto prima del 3 febbraio, Mattarella darebbe subito le dimissioni per consentirgli di giurare e insediarsi al Colle. Se dovesse essere eletto Draghi aspetterebbe che il premier, dopo il voto del Parlamento, vada al Quirinale per rassegnare le dimissioni che lui accetterebbe senza riserva e poi si dimetterebbe in concomitanza con il giuramento di Draghi. Però - nota oggi il Sole 24 Ore - se le votazioni andassero oltre il 3 febbraio, la supplenza andrebbe alla seconda carica dello Stato. Ci sono infatti forti dubbi sull’ipotesi di prorogatio.

C'è molta attesa, soprattutto nel centrodestra, per la rituale conferenza stampa di fine anno del premier. La Lega in primis aspetta segnali per capire quale strategia suggerire agli alleati (l'ipotesi Berlusconi è debole). Forse qualche indicazione arriverà da lì. E il M5s non esclude di rivolgesi al web prima che inizino le votazioni per il Quirinale. Nebbia fitta. L'obiettivo del centrosinistra è in teoria quello di coinvolgere anche Fratelli d'Italia nella scelta per il Colle, eleggendo il presidente alla prima o seconda votazione. Lo scopo del centrodestra, invece, è quello di chiudere prima di fine anno un'intesa nella coalizione e poi allargare il dialogo. Si rischia di arrivare all'11 gennaio, quando i deputati torneranno in Parlamento, con un quadro sempre più confuso.

Dai primi di gennaio niente più uscite pubbliche per Mattarella, per non interferire con la scelta del successore. Calerà il silenzio. E la palla passerà ai parlamentari.

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