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Venerdì, 26 Aprile 2024
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Il sindaco 5 stelle si ricandida contro il diktat di Grillo, Di Maio: "E' fuori"

Fabio Fucci amministra dal 2013 Pomezia, cittadina a due passi da Roma. Dopo i buoni risultati della sua amministrazione vuole ricandidarsi per un terzo mandato come amministratore in deroga al regolamento M5s. Al rifiuto ha deciso di correre da solo

C'era prima Federico Pizzarotti da Parma, il primo sindaco pentastellato ribelle, ora c'è Fabio Fucci, che dal 2013 amministra il comune di Pomezia, piccola cittadina in provincia di Roma. In comune oltre all'elezione a primo cittadino sotto la bandiera a 5 stelle, hanno la capacità di mettere in crisi un intero Movimento. Come ricorda Matteo Scarlino su Roma Today Fucci è stato più volte portato ad esempio di buon governo, tanto che di lui si parlava per un incarico in Campidoglio, peccato che Fucci a Pomezia sulla poltrona del sindaco ci si è trovato talmente bene da volersi ricandidare sfidando il vincolo dei due mandati, colonna portate del decalogo del grillino perfetto: per lo stesso vincolo Alessandro Di Battista ha deciso di "saltare un giro" in attesa di tempi migliori per un governo 5 stelle. 

Fucci, il grillino che voleva restare sindaco

La decisione di Fabio Fucci, attuale sindaco di Pomezia, di correre per il secondo mandato da sindaco e il terzo da amministratore, sta aprendo polemiche nel Movimento 5 Stelle. Dopo l'annuncio, Valentina Corrado, consigliera regionale ed esponente dello stesso territorio di Fucci, lo ha scaricato pubblicamente con un post su facebook. Poche ore dopo Luigi Di Maio, candidato premier e leader pentastellato, ha usato parole nette: "Abbiamo due, tre regole e tra queste c'è la regola dei due mandati che non è in discussione. Il sindaco di Pomezia non è in linea con il Movimento e quindi si autoesclude dal Movimento". 

Fine della storia? Neanche a dirlo perché Fucci, ieri ha replicato puntando il dito contro la proposta fattagli per rinunciare all'intenzione di candidarsi.

"Io non mi autoescludo dal Movimento 5 stelle, anzi ne condivido i principi. Trovo ipocrita che quando una persona lavora bene non si possa ricandidare ed essere valutato dai cittadini, ma possa rivestire incarichi di nomina ben pagati. In questo senso mi chiedo: dov'è la meritocrazia?". 

Fucci fa riferimento alla proposta che gli sarebbe stata fatta di occupare un ruolo importante all'interno di un'amministrazione pentastellata (stando alle voci l'incarico sarebbe quello di capo di gabinetto in Campidoglio). 

Il caso del sindaco di Pomezia rischia di mandare in crisi uno dei cardini del Movimento.

Va detto innanzitutto che Fucci, diventato sindaco nel 2013, si appella al fatto che il suo primo incarico da amministratore sia stato consumato per appena un anno. Poi il commissariamento e le elezioni che l'hanno visto vincitore. Regolamento grillino alla mano sarebbe fuori ed anche per questo come candidato sindaco correrà Adriano Zuccalà. Il sindaco di Pomezia, celebrato esempio del buon governo del M5s, però non l'ha presa bene e dopo qualche settimana di silenzio ha rotto gli indugi, confermando quel che era già nell'aria: la sua corsa con una lista civica. 

Per ora nessuno sembra intenzionato a seguirlo e addirittura tira aria di sfiducia in consiglio comunale. La sua mossa però ha aperto la questione. Regolamento alla mano, ad esempio, più di metà del consiglio comunale di Roma in caso di nuove elezioni non potrebbe ricandidarsi. Qualcuno in passato aveva già dichiarato apertamente di sperare in un cambio della regola. Di più: le dichiarazioni di Fucci aprono un ulteriore interrogativo: i due mandati sono un cardine per non creare una casta che vive solo di politica, ma poi si propongono nomine all'interno dell'amministrazione? Con quale logica? Una contraddizione che Fucci ha voluto evidenziare. 

La vicenda potrebbe avere ricadute sul Movimento nazionale e sicuramente di più sulla corsa verso la presidenza della Regione Lazio da parte di Roberta Lombardi

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