rotate-mobile
Venerdì, 26 Aprile 2024
Crisi economica / Napoli

Fiat ferma la produzione a Pomigliano. Ed è polemica

Dal 20 al 31 agosto tutti in cassa integrazione. Il Lingotto: "Mercato fermo al 1979". Idv: "Marchionne prende in giro l'Italia". Fiom: "Necessario nuovo piano industriale". Cobas: "Licenziamento ormai prossimo"

Fiat ferma la produzione nello stabilimento di Pomigliano. La notizia tanto temuta dai sindacati è arrivata: dopo la chiusura estiva, la fabbrica si fermerà per due settimane, dal 20 al 31 agosto, e tutti i lavoratori saranno messi in Cassa integrazione.

Per la Fiat, i dati del mercato automobilistico europeo ''confermano che la crisi delle vendite non accenna a fermarsi''. Nel primo semestre dell'anno - ricorda il Lingotto - la riduzione e' stata del 6,30 per cento in Europa; il Italia il calo e' stato del 24,4 per cento a giugno e 19,7 per cento nel primo semestre dell'anno.

In Italia il mercato, che si posiziona oggi sui livelli del 1979, sta penalizzando Fiat soprattutto nel segmento delle city car dove, con Panda e 500, detiene circa il 60 per cento di quota".

La Fiat sottolinea come "l'equilibrio fra produzione e domanda è stato realizzato con periodici ricorsi a sospensioni della produzione nei vari stabilimenti con utilizzo della cassa integrazione" e che "per lo stabilimento di Pomigliano, in salita produttiva dall'inizio dell'anno, non era stato fino ad oggi necessario alcun intervento". "Oggi, però - rileva il Lingotto - la situazione impone di ridurre la produzione per evitare inutili e costosi accumuli di vetture". Da qui la decisione di fermare la fabbrica "dopo la chiusura estiva per due settimane, dal 20 al 31 agosto".

E "nei prossimi mesi - conclude la nota di Fiat - la situazione sarà oggetto di continuo monitoraggio".

Durissime le reazioni.

IDV -  "Ancora una volta Marchionne prende in giro l'Italia e i lavoratori. La crisi del mercato dell auto vede la Fiat perdere quote molto più elevate rispetto a quelle degli altri produttori europei. Per questo, l'azienda giustifica la propria incapacità nel produrre macchine innovative, adeguate alle compatibilità ambientali e alle richieste dei grandi mercati internazionali, colpevolizzando gli operai". E' quanto afferma in una nota il responsabile lavoro e welfare dell'Italia dei Valori, Maurizio Zipponi, che aggiunge: "Le due settimane di stop imposte allo stabilimento di Pomigliano sono l'ennesima dichiarazione di guerra nei confronti dei lavoratori".

FIOM - "Con l'annuncio di cassa integrazione a Pomigliano e la prosecuzione di cig agli enti centrali di Mirafiori a settembre, oramai tutti gli stabilimenti di Fiat e Fiat Industrial, in misura diversa, sono interessati dalla cassa, alcuni anche da molto tempo come Mirafiori. Per questo è necessario un nuovo piano per mantenere la produzione degli autoveicoli in Italia anche coinvolgendo altri produttori". Così il responsabile nazionale Fiom per l'auto, Giorgio Airaudo commenta la fermata produttiva annunciata oggi dal Lingotto che interesserà lo stabilimento di Pomigliano.

SLAI COBAS - ''Lo dicevamo da tempo, ed alla fine la cassa integrazione è arrivata anche per i lavoratori della newco. Questo è un segnale del prossimo licenziamento di quanti sono ancora in Cig per il gruppo Fiat di Pomigliano'': è quanto afferma Vittorio Granillo, dell'esecutivo nazionale dello Slai Cobas.

''La crisi di mercato è solo una scusa - aggiunge il sindacalista - in quanto siamo di fronte ad un modello vecchio ristilizzato, che non aveva molte possibilità di sfondare sul mercato, come, invece, millantavano dalla Fiat e dai sindacati firmatari dell'accordo. Il problema è Fiat, in quanto le altre case automobilistiche non hanno registrato cali di vendite sui modelli nuovi così come il Lingotto. Che la Fiat avrebbe chiesto cig anche per la newco, lo dicevamo da aprile scorso, ma tutti avevano smentito quello che era nell'aria. Ma tanto tuonò che piovve''.

UILM - ''Lo stop di Pomigliano non può essere imputabile alla qualità della vettura, ma alla crisi del mercato che coinvolge anche quello che è il più moderno stabilimento automobilistico realizzato in Europa. Ma i lavoratori ancora in cig possono stare tranquilli, perchè la Fiat onorerà l'accordo ed assumerà tutti entro luglio del prossimo anno''. Lo sostiene Giovanni Sgambati, segretario generale della Uilm in Campania, aggiungendo che la cassa integrazione annunciata da Fiat per i 2150 lavoratori della newco di Pomigliano, ''è la dimostrazione di una crisi dei consumi molto forte in Italia, ma anche in tutta l'Europa''.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Fiat ferma la produzione a Pomigliano. Ed è polemica

Today è in caricamento