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Sabato, 27 Aprile 2024
L'intervista

Il governo Meloni cancella i fondi per i centri estivi. "Molte madri dovranno rinunciare a lavorare"

A Today.it interviene l'ex ministra per la Famiglia e le Pari Opportunità, Elena Bonetti: "Parlano tanto di famiglia ma non fanno nulla"

Il governo Meloni ha più volte dichiarato di voler mettere le politiche per la famiglia - o meglio - quelle per incentivare la natalità (che non necessariamente coincidono), al centro della sua azione. Un cambio di paradigma rispetto al passato, che si concretizza principalmente in una serie di misure alle famiglie numerose, quindi alle madri che mettono al mondo dei figli.

Una volontà che è però è forse contraddetta da altre iniziative che , come la non riconferma dei fondi destinati ai centri estivi nel decreto Milleproroghe. Ne parla, a Today.it, l'ex ministra per le Pari Opportunità e la Famiglia, Elena Bonetti.

Che cosa è successo nel decreto Milleproroghe?

"Il governo - spiega la deputata di Azione - ha bocciato un emendamento che avevamo proposto; serviva a garantire anche per il 2024 le risorse necessarie ai comuni per organizzare i centri estivi e tutte le attività rivolte ai ragazzi nei mesi estivi. È una misura che nasce nel 2020 ed è stata poi prorogata nel 2021, 2022 e 2023. Sono risorse necessarie per i comuni che vengono utilizzate per organizzare queste attività insieme al terzo settore".

E ora cosa accadrà?

"Ci aspettiamo che i comuni che non avranno queste risorse si troveranno in difficoltà. Vedo due conseguenze: la prima è che i comuni non organizzino le attività estive e questo creerà gravi problemi alle famiglie che non avranno più l'opportunità di mandare i bambini a svolgere delle attività dopo la chiusura delle scuole. La seconda conseguenza è che i costi dei centri estivi leviteranno e questo significa che le famiglie dovranno pagare molto di più. E molte di queste famiglie non se lo potranno nemmeno permettere".  

È notizia di oggi che le famiglie perderanno circa 240 euro al mese a causa dell'inflazione.

"Noi il tema dell'inflazione lo abbiamo affrontato e risolto per quanto riguarda l'assegno unico per i figli, che viene aumentato automaticamente ogni anno proprio per contrastare l'inflazione. Certo è che la riforma del Family Act prevedeva delle risorse che dovevano essere destinate alle famiglie, penso appunto al rimborso per i centri estivi, i libri di testo per la scuola, l'abbattimento dei costi per le attività educative, ma anche per le cure dei figli. Sono risorse che spetterebbero alle famiglie che il governo Meloni sta bloccando non rendendo esecutiva la legge".

Cosa comporta, a livello pratico, il fatto che una famiglia non possa più permettersi un centro estivo?

"Molte famiglie dovranno rinunciare ad attività importanti per i propri figli, magari sceglieranno di non far proseguire gli studi ai ragazzi perché si troveranno a dover pagare costi eccessivi. E poi, come succede troppo spesso, uno dei due genitori, di solito è la donna, potrebbe vedersi costretto a rinunciare al lavoro  perché se d'estate non si sa dove mandare i propri figli c'è chi non ha alternative. Questo colpisce prima di tutto le donne ma anche il sistema economico del Paese". 

Eppure il governo e l'attuale ministra Eugenia Roccella sostengono di aver messo le politiche di incentivo alla natalità e di sostegno alle famiglie come loro priorità. Non è così?

"Il governo dice tante cose e poi non fa. Una delle misure introdotte nella legge di Bilancio sul tema donne per me è fatta malissimo: hanno ulteriormente aumentato la decontribuzione per le madri lavoratrici che hanno stipendi medio-alti e un contratto di lavoro a tempo indeterminato, mentre noi avevamo suggerito di aumentare l'assegno per i figli per tutte le donne che lavorano, quindi anche per quelle donne che sono in condizioni lavorative più fragili, con contratti a tempo indeterminato o con partite Iva".

Come pensa si possa risolvere adesso il problema dei centri estivi?

"È urgente dare continuità ai centri estivi, quindi fare in modo che ai comuni arrivino le risorse anche per il 2024. Per questo abbiamo presentato un disegno di legge che rende strutturale la misura. È una legge bipartisan, firmata da tutti i partiti dell'arco parlamentare e ci aspettiamo quindi che l'esecutivo dia seguito a una volontà così tanto condivisa. Le famiglie hanno esigenze concrete e hanno bisogno di risposte, non di semplici slogan".

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