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Domenica, 28 Aprile 2024
la dichiarazione

"I migranti hanno parabole e telefoni, avvisiamoli dei rischi"

Altre dichiarazioni da parte di esponenti di governo sul naufragio di Cutro: questa volta è il turno di Fabio Rampelli

Dopo le dichiarazioni forti di alcuni esponenti di governo sul tema degli sbarchi di migranti, ora è il turno del vicepresidente della Camera Fabio Rampelli. A margine della cerimonia di insediamento in Regione Lazio del neo presidente Francesco Rocca, il deputato di Fratelli d'Italia si è riferito alle parole del ministro dell'Interno Matteo Piantedosi, giustificandole e reputandole ragionevoli: secondo Rampelli si possono avvisare i migranti in partenza avvisandoli dei rischi. Negli ultimi giorni, una nave carica di migranti è naufragata di fronte la costa di Cutro, in Calabria, provocando almeno 66 morti. 

"Ci sono parabole e telefoni, avvisiamoli"

"L'appello del ministro Piantedosi sembra un appello astratto ma immaginate che forza d'urto potrebbe avere, visto che nelle nazioni da cui provengono gli immigrati ci sono le parabole e i telefoni e quindi potremmo raggiungere tutte le popolazioni in difficoltà e fargli presente che quei viaggi non sono come vengono dipinti dai trafficanti di uomini che fanno pagare anche 7 mila euro di viaggi molto rischiosi", sono le parole del vicepresidente della Camera Fabio Rampelli. 

"Il secondo messaggio - prosegue Rampelli - non agli immigrati economici ma ai profughi è che la comunità internazionale li soccorrerà. Certo non possiamo farlo da soli, ma noi siamo in prima fila per accogliere persone che fuggono da guerre e persecuzioni". 

"Lavoriamo per fare entrare mezzo milione di migranti in Italia"

Sulla questione migranti, sottolinea ancora il vicepresidente della Camera, l'appello del ministro Piantedosi non è astratto "faremmo tutti una migliore figura se ci occupassimo del contrasto al traffico di uomini effettuato da un circuito criminale e da scafisti che sono il punto terminale di questi viaggi della morte".

Cosa ha detto Piantedosi sul naufragio di Cutro

"La disperazione non può mai giustificare condizioni di viaggio che mettono in pericolo la vita dei propri figli", aveva detto il ministro dell'interno Matteo Piantedosi dopo il naufragio di Cutro con almeno 66 vittime accertate.

In audizione alla Commissione Affari costituzionali sulle linee programmatiche del Ministero, parlando delle indagini sui soccorsi per il naufragio di Cutro di domenica 26 febbraio, Piantedosi ha poi detto che "C'è un'indagine in corso alla quale nessuno si sottrae e non mi sottrarrò".

Sul naufragio, mercoledì 8 marzo proprio Piantedosi riferirà nell'Aula del Senato. Lo ha stabilito la conferenza dei capigruppo al Senato. Nessuna decisione invece sulla richiesta di sentire anche il ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture, Matteo Salvini.

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