Come è cresciuta la carica virale nei pazienti positivi al coronavirus
Il virologo Francesco Broccolo: "Nell'80% dei casi positivi è superiore a 1 milione"
"Nell' 80% dei casi positivi" la carica virale "è ormai superiore a un milione". Lo ha detto all’Ansa il virologo Francesco Broccolo dell'Università Milano Bicocca e direttore del laboratorio Cerba di Milano. "Una carica virale molto alta - ha sottolineato Broccolo - è indice di una nuova infezione attiva". Indica cioè che "l'infezione è recente e primaria, ossia che non persiste da mesi". Il virologo ha poi rilevato che "spessissimo la carica virale è anche più elevata, fino a miliardi in soggetti fra 30 e 60 anni asintomatici o sintomatici".
Coronavirus, la carica virale è in aumento
Lo scorso 20 agosto, lo stesso Broccolo aveva riferito sempre all’Ansa che circa la metà dei tamponi rilevati nell'ultima settimana supera il milione di copie di materiale genetico del virus, l'Rna, presenti nelle particelle virali infettive in un millilitro di tampone", mentre "tra fine luglio e i primi di agosto tutti i campioni positivi avevano la carica inferiore a 10.000 particelle di virus per millilitro di tampone". L'alta carica virale può segnalare anche i super diffusori e potenzialmente può provocare una malattia più grave. Un carico virale inferiore viene invece associato a manifestazioni cliniche meno gravi.
L'epidemiologo La Vecchia: "Ci sono asintomatici con una carica virale altissima"
Anche secondo Carlo La Vecchia, ordinario di Epidemiologia all'Università degli studi di Milano, è verosimile che la carica virale dei positivi oggi sia molto più alta rispetto ai mesi estivi. "Ci sono soggetti che diffondono il virus molto più facilmente di altri, tenendo però presente che anche la ‘predisposizione’ ad essere contagiati cambia".
Ciò che occorrerebbe fare, ha detto La Vecchia, sarebbe "misurare la carica virale su vasta scala", cosa che però "richiede ancora tecnologie sofisticate e costose. In più la moltiplicazione delle molecole Rna del virus varia da soggetto a soggetto; ad esempio ci sono asintomatici con carica virale altissima. È quindi difficile, su base scientifica, correlare l'alta carica virale al numero dei ricoveri".
"Misurare la carica virale - spiega La Vecchia - è importante per i pazienti a lungo positivi, dopo diversi tamponi ancora costretti a casa: valutandola si stabilisce se persiste il pericolo di contagio o meno. La diffusione e gli esiti della malattia sono molto differenti da marzo: abbiamo un numero di positivi enormemente più alto ma un numero di ricoveri in terapia intensiva limitato, così com' è limitato (sempre in relazione a marzo e aprile) il numero dei decessi per Covid".