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Martedì, 30 Aprile 2024
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Purtroppo LK-99, probabilmente, non è un superconduttore

Diversi tentativi di replicare i risultati dei suoi inventori non hanno avuto trovato prove di superconduttività a temperatura ambiente, e la comunità scientifica ormai ha perso le speranze: LK99 probabilmente non è il materiale miracoloso che stiamo cercando

La corsa sembra finita, e i risultati non sono quelli che avremmo sperato. Dopo settimane di lavoro frenetico le prove accumulate nei laboratori mezzo mondo si sono fatte ormai schiaccianti: il possibile superconduttore a temperatura ambiente LK-99 non sarebbe affatto un superconduttore. Ben tre team in Gran Bretagna, Cina e India hanno replicato gli esperimenti del team coreano che ha presentato inizialmente al mondo LK-99 a fine luglio, e nessuno ha riscontrato nei propri campioni l’assenza di resistenza elettrica che contraddistingue un materiale superconduttore, pur confermando la presenza di caratteristiche magnetiche peculiari nel materiale, che per ora non hanno ancora una spiegazione definitiva. 

Come vi avevamo raccontato in precedenza, sono principalmente due i motivi per cui LK-99 ha suscitato un’ondata di interesse sia tra gli esperti che tra i non addetti ai lavori. Il primo, ovvio, è che un superconduttore a temperatura ambiente potrebbe rivoluzionare moltissimi campi tecnologici, forse come poche altre scoperte nella storia. La seconda è che il materiale in questione è estremamente facile da sintetizzare in laboratorio, a differenza di moltissimi altri potenziali superconduttori ad alta temperatura emersi negli anni. Per questo motivo, verificare le misurazioni dei suoi inventori sarebbe dovuto essere estremamente facile. E in effetti, le cose sono andate esattamente così. 

I primi tentativi di replicare il processo produttivo del team coreano avevano dato in effetti risultati incoraggianti, producendo frammenti di materiale che esibivano qualcosa di simile alla levitazione magnetica mostrata dai suoi inventori in alcuni video virali, che avevano contribuito a far esplodere l’interesse per LK-99 su Twitter. Se si fosse trattato davvero di levitazione magnetica, poteva essere considerato come un fenomeno legato al cosiddetto effetto Meisner che contraddistingue i materiali superconduttori. 

Col passare dei giorni però sono stati pubblicati i risultati di nuovi tentativi di replicazione, e nessuno dei team di scienziati che ha lavorato su campioni di LK-99 ha misurato un’assenza di resistenza elettrica nel materiale. Il più recente è quello dei ricercatori del CSIR-National Physical Laboratory di Nuova Deli, che sembrano aver lavorato con la consulenza di uno degli autori dello studio originale, e dopo settimane di misurazioni sui campioni ottenuti hanno escluso la presenza di superconduttività nel materiale, confermando però che alcuni dei campioni ottenuti presentavano effettivamente una proprietà definita diamagnatismo (posseduta dai superconduttori ma anche da materiali che conducono la corrente elettrica in modo tradizionale), che potrebbe determinare il fenomeno di levitazione magnetica osservato in precedenza. 

Anche un team di ricercatori dell’Università di Pechino ha ottenuto dei campioni di LK-99 senza trovare prove di assenza di resistenza elettrica, e confermando che il materiale potrebbe possedere particolari proprietà magnetiche. I loro calcoli però hanno escluso che si tratti di un materiale diamagnetico, e hanno portato i ricercatori a ipotizzare che si tratti piuttosto di un materiale ferromagnetico (come appunto il ferro), che negli esperimenti con i magneti mostra una peculiare semi-levitazione per via delle forme delle piccole scaglie di campione testate. 

Due (o più) indizi non fanno una prova, soprattutto quando parliamo di un campo complesso come la fisica dei materiali. Nessuno ha ancora dimostrato in modo inequivocabile che LK-99 non sia un superconduttore a temperatura ambiente, ed è possibile ipotizzare che i materiali ottenuti dai team che hanno provato a replicare l’esperimento coreano fossero in qualche modo differenti da quelli originali. L’entusiasmo tra gli esperti, comunque, è ormai scemato. Come ha sintetizzato in un tweet Michael S Fuhrer, direttore del  Centre of Excellence in Future Low-Energy Electronics Technologies dell’Australian Research Council, che scrive: “A questo punto LK-99 è tornato nel cassetto, insieme a tutti gli altri materiali, autentici e ipotetici, per i quali semplicemente non sappiamo se siano realmente superconduttori ad alta temperatura, o meno”. La palla insomma torna agli scopritori di LK-99: se davvero hanno tra le mani il materiale delle meraviglie, sta a loro riuscire a dimostrarlo in modo convincente. Se non ci riusciranno, non ci resterà che aspettare, e sperare che sia qualcun altro a scoprirlo. 

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