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Domenica, 28 Aprile 2024
Riscaldamento globale

"Ombrelloni per le barriere coralline": non c'è altro modo per salvare i coralli

Fare ombra ai coralli nelle giornate più calde aiuta a prevenire lo sbiancamento provocato dalle temperature estreme. Lo rivela uno studio australiano pubblicato su Frontiers in Marine Science

Le barriere coralline di tutto il mondo sono a rischio a causa dei cambiamenti climatici. Le temperature estreme sono infatti una delle cause del cosiddetto sbiancamento, un fenomeno in cui le condizioni ambientali stressanti spingono i polipi del corallo ad espellere le alghe con cui vivono in simbiosi, “sbiancandosi” appunto, e correndo un forte rischio di morire, portando infine al collasso l’intera barriera corallina. Dall’Australia arriva però un’idea che potrebbe aiutare a proteggere i coralli dagli effetti peggiori del riscaldamento globale: fare ombra alle barriere coralline – spiegano i ricercatori della Southern Cross University in uno studio su Frontiers in Marine Science – può aiutarle a sopportare più a lungo gli effetti del caldo, prevenendo o ritardando l’insorgenza dello sbiancamento. 

L'esperimento

Per la loro ricerca, gli scienziati australiani hanno prelevato campioni di due specie di coralli duri (quelli che con i loro scheletri calcarei creano l’impalcatura su cui vive l’ecosistema delle barriere coralline) e li hanno fatti acclimatare alle condizioni presenti nel loro laboratorio. A quel punto, sono iniziati gli esperimenti: i coralli sono stati fatti crescere in diverse condizioni di temperatura dell’acqua e di illuminazione. In particolare, i ricercatori hanno testato gli effetti di due tipi di riduzione della luce: una schermatura del 30% dei raggi luminosi (equivalente a quella che si sperimenta in una giornata nuvolosa) per quattro ore nel periodo più caldo della giornata, o lungo tutte le 24 ore. 

I risultati hanno dimostrato che in condizioni di temperatura tali da indurre lo sbiancamento, fornire ombra ai coralli permette di ritardare l’insorgenza del fenomeno. 4 ore di ombra nelle ore più calde sono risultate sufficienti per veder emergere gli effetti benefici, ma i risultati massimi si hanno con una schermatura che dura per l’intera giornata. Gli effetti però non sono stati gli stessi per le due specie di coralli studiate: T. reniformis, un corallo dalla caratteristica forma a vaso, ha mostrato infatti una risposta ottimale all’ombra, mentre l’altra specie utilizzata per l’esperimento, il corallo Duncan (Duncanopsammia axifuga, anche noto come corallo a disco ramificato) sembra trarne molto meno giovamento. 

Un approccio personalizzato

“La complessa natura delle interazioni tra i coralli e il loro ambiente fa si che esista un range di diverse risposte all’ombra artificiale”, spiega a proposito Peter Butcherine, esperto di conservazione dei coralli della Southern Cross University che ha coordinato la ricerca. “Abbiamo dimostrato che specie differenti rispondono in modo diverso all’ombra, ma queste differenze non sono dannose, cambiano semplicemente da specie a specie”. 

Nonostante non tutti i coralli siano destinati a trarne ugualmente giovamento, fare ombra alle barriere coralline sembra quindi una strategia efficiente per prevenire o quanto meno ritardare i fenomeni di sbiancamento in periodi di caldo estremo e prolungato. Come farlo concretamente? Le strategie possibili sono molteplici: dall’utilizzo di coperture artificiali, paragonabili a grandi tende da sole, fino a procedure che rendono torbida l’acqua marina, riducendo così la quantità di luce che filtra verso i fondali. Ogni barriera corallina presenta differenti condizioni ambientali, ed è formata da un diverso mix di specie di coralli, e quindi probabilmente serviranno approcci personalizzati per mettere in pratica questa strategia di conservazione. I ricercatori australiani, comunque, sono già a lavoro per testarne l’efficacia sul campo. 

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