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Energia

Come la Cina ridurrà le emissioni di CO2 nel 2024 grazie alle energie rinnovabili

Le ultime analisi economiche sulla nazione asiatica evidenziano un brusco calo strutturale a partire dal prossimo anno, con il maggior contributo che arriverà dalle fonti “green”

La Cina negli ultimi decenni è diventata una delle potenze economiche mondiali. Il merito è del boom industriale ed edilizio che se da una parte ha portato la nazione all’espansione, dall’altra l’ha resa uno dei paesi con un’emissione di gas serra significativo.

La Repubblica Popolare Cinese, però, ha cercato di sviluppare parallelamente anche il settore eolico e fotovoltaico che pur non riuscendo nel corso degli anni a far fronte alla costante richiesta di energia, stanno dando i primi frutti. Questo è quello che è emerso da un’analisi realizzata dalla testata Carbon Brief e da Lauri Myllyvirta, analista e co-fondatore del Centre for Research on Energy and Clean Air (Crea) dal titolo “Analysis: China’s emissions set to fall in 2024 after record growth in clean energy”.

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I dati dell’analisi di Carbon Brief

L’analisi di Carbon Brief ha osservato la produzione annua dell’energia pulita e ha rivelato come per la prima volta nella storia della Cina, la produzione di queste fonti abbia superato la domanda di elettricità. Questo vuol dire che l’energia generata da fonti fossili e simili potrebbe avere anche una diminuzione. Una tendenza che, se mantenuta su questi livelli, porterebbe Pechino a diminuire l’utilizzo del carbone nel settore energetico.

Un aspetto che non va sottovalutato, perché come ha dedotto l’analisi di Carbon Brief, mantenendo un risultato del genere, nel 2024 ci sarà una diminuzione delle emissioni di Co2 nell’aria. Un bel passo in avanti dato che nel corso del 2023 i livelli di anidride carbonica hanno avuto continui alti e bassi nell’ex impero celeste. Si è arrivati infatti al 4,7%, a causa dell’aumento della domanda di petrolio a seguito di una maggiore richiesta da parte di tutti quelli settori colpiti dalle restrizioni legate alla pandemia.

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L’accelerazione di manifatture green

Il merito della svolta green sta tutto nell’aumento delle industrie alimentate da energia rinnovabile e al rallentamento del settore edilizio che ha fatto scendere le emissioni legate alla produzione di cemento. A questo va aggiunta una politica industriale diversa da quella precedente che ha fatto leva e sfruttato al meglio il progresso tecnologico.

Proprio per continuare su questa strada, l’ex impero celeste ha aumentato gli investimenti nel settore della sostenibilità incentivando la produzione di pannelli solari. Una sensibilità al tema che ha reso partecipi anche i cittadini. In effetti l’aumento della produzione di batterie e veicoli elettrici è stato favorito anche dall’incremento delle vendite di veicoli elettrici che vanno a sostituire quelli a benzina e quindi a ridurre l’inquinamento.

La vera sfida per il governo cinese è riuscire a trasformare questi passi in avanti in un vero e proprio cambiamento in grado di resistere anche alle preoccupazioni dell’industria di carbone. Quest’ultima vedrà infatti ridurre significativamente la sua presenza nel settore industriale a favore di quello rinnovabile. Anche se la strada da percorrere è ancora lunga, ci sono buone speranze che Pechino continui in questa direzione ampliando gli investimenti nel settore eolico e solare.

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