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Venerdì, 26 Aprile 2024
Olimpiadi

Olimpiadi, caso Schwazer: Alex non convince. "Non voglio la prigione"

In una lettera in busta chiusa, la fine di una carriera che l'ha visto campione olimpico nel 2008 a Pechino. Alex Schwazer è caduto nella trappola del doping. Positivo all'Epo e addio sogni di gloria

Alex Schwazer e la sua storia non convincono. Troppi gli interrogativi che lasciano perplessi sulla storia raccontata ieri dall'azzurro. Il suo "ho fatto tutto da solo" non convince nessuno. L'allenatore lo ha scaricato, il padre lo difense, il Cio e il Coni lo accusano e per l'alto-atesino c'è un'unica grande paura: "Non voglio andare in prigione".  Il tribunale nazionale, nel frattempo, ha immediatamente accolto la richiesta della procura antidoping del Coni e ha sospeso con effetto immediato Alex Schwazer.
 
"Ho rovinato tutto, sono un cretino" continua a ripetere Schwazer. Le contraddizioni ci sono. La Gazzetta dello Sport rivela le parole dell'ormai ex atleta: "Ho assunto l'Epo a metà luglio mentre mi allenavo a Oberstdorf. Lì, il 30 luglio, sono arrivati i controlli della Wada e mi hanno chiesto un campione d'urina. Da quel momento ho smesso di dormire, mi è crollato il mondo addosso". 
 
I DUBBI SULLA STORIA - Il forfait alla 20 km di marcia è però ricco di dubbi come conferma lo stesso Schwazer: "Era una bugia il raffreddore. Non me la sentivo di partire con quel peso in corpo. Sapevo che mi avrebbero scoperto e che la mia carriera era finita". Proprio questo passaggio però non quadra: il controllo fu fatto il 30 luglio, mentre l'annuncio della rinuncia risale al 28. Ma perché un controllo a sorpresa proprio a Schwazer? Non è stato un caso, anzi. Secondo la 'rosea' fa tutto parte di un'inchiesta mirata che riguarda il dottor Michele Ferrari. Tra le carte di Interpol-magistrature di vari paesi-Autorità mondiale antidoping figurava anche il suo nome. Ci sarebbe una lista di atleti che frequenterebbe il discusso dottore e proprio la fase di allenamento di Saint Moritz avrebbe fatto scattare l'allarme.
 
DOMANI CONFERENZA STAMPA - "Alex domani parlerà con la stampa". Lo ha annunciato la sua manager Giulia Mancini, contattata dall'Ansa. La conferenza stampa si svolgerà a Bolzano, l'orario e il luogo devono però ancora essere fissati. Nel frattempo è iniziata la 'caccià al marciatore, con i suoi parenti e collaboratori che depistano i cronisti. In un primo momento è stato detto che Alex si trovava a casa a Calice, poi che era ancora in Germania, per essere infine avvistato in autostrada nei pressi di Vipiteno.
 
IL PADRE - Turbato, il padre, lo difende. "Le responsabilità sono mie, perchè se si vede un figlio, che durante tutto l'anno è stato male, si deve capire e si deve cercare di parlargli. L'ultima volta che è partito da qui era distrutto. Forse l'ha fatto per non deludere gli altri. È stata al 100% la prima volta che ha fatto uso di queste sostanze". Lo ha detto Josef Schwazer, il padre del marciatore Alex escluso dalle Olimpiadi per doping.
 
PROCEDIMENTO DISCIPLINARE - La Procura antidoping del Coni, sulla base della comunicazione inviata dal Cio ieri, "ha provveduto ad iscrivere un procedimento disciplinare a carico dell'atleta Alex Schwazer, tesserato Fidal, risultato positivo per eritropietina ricombinante a seguito di controllo antidoping effettuato in data 30 luglio dalla Wada". Lo rende noto la Procura, che aggiunge di "aver contestualmente richiesto al Tribunale nazionale antidoping del Coni la sospensione immediata dell'atleta da ogni attività agonistica".
 
PESCANTE ACCUSA - "Un gesto infame". Questo il commento al caso Schwazer espresso da Mario Pescante, membro del Comitato Olimpico Internazionale, ai microfoni di CaterpillarAM Olimpico, trasmissione di Radio2-RAI. Secondo l'ex presidente del Coni, però, questo caso dimostra che i controlli funzionano e l'oro vinto a Pechino del marciatore azzurro "rimane una medaglia pulita. Sono triste per lo sport italiano, ma anche contento perchè questa squalifica significa che la lotta al doping sta funzionando - ha detto Pescante -. Il fatto che Schwazer abbia o meno agito da solo non toglie niente all'infamia del gesto, anche se ritengo che un medico serio lo avrebbe sconsigliato".
 
CIO - "Chi imbroglia non vince. L'atleta ha fallito il test ed è stato squalificato. Non abbiamo altro da dire": così Mark Adams, portavoce del Cio, commenta l'esclusione per doping del marciatore azzurro Alex Schwazer, medaglia d'oro a Pechino nella 50 km. 
 
 

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