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Sabato, 27 Aprile 2024
Il commento

Perché la Juventus ha fatto bene a non puntare su Dybala

Talento puro, ma anche fragilità fisica e mentale: ecco perché la scelta dei bianconeri non è da condannare

Un addio tra le lacrime, copiose, a testimoniare la bontà di un legame che, in questi anni, si era fatto saldo, maturo e sincero. Paulo Dybala ha salutato così la Juventus ed i tifosi bianconeri, non riuscendo a contenere l'emozione al termine della gara contro la Lazio, la sua ultima uscita all'Allianz Stadium. Un abbraccio collettivo, quello ricevuto dall'argentino, "costretto" (ma anche lui, con il lungo tira e molla sulle cifre per il rinnovo, ha contribuito ad arrivare a questo epilogo) a trovarsi una nuova squadra in estate. La Juventus, nelle scorse settimane, è stata infatti chiara: "Basta trattative, Dybala non è più al centro del nostro progetto", dichiarò l'amministratore delegato Maurizio Arrivabene. Parole che suonarono come coltellate per i tifosi bianconeri, ma che, dopo tutto, è impossibile biasimare del tutto.

Parliamoci chiaro, Dybala, in queste ultime stagioni, ha deluso ampiamente le aspettative. Solo quattro reti in campionato lo scorso anno, dieci nell'attuale torneo, cinque in quello 2018/2019. Insomma, numeri non certo da big. In tutto questo, poi, ci sono stati i ricorrenti infortuni, emblema di una fragilità che, a questo punto, può definirsi intrinseca al giocatore. Stop che non gli hanno mai permesso di trovare continuità, saltando spesso appuntamenti decisivi per la stagione juventina. 

Ma c'è poi anche un aspetto caratteriale e di personalità di cui tenere conto, oltre a quello tecnico e fisico: Dybala, malgrado sia a Torino ormai dal 2015, non è mai riuscito a fare quel decisivo salto di qualità a livello di leadership. Ottimo giocatore certo, di quelli capaci di esaltarsi quando tutto va per il verso giusto, ma mai trascinatore, mai capace di caricarsi sulle spalle il peso della squadra nei momenti di difficoltà. E da lui, inutile negarlo, ci si attendeva anche questo. Ed invece l'argentino, da questo punto di vista, sembra aver addirittura fatto passi indietro rispetto al suo approdo in maglia bianconera, quando, nelle prime tre stagioni, seppe subito imporsi a suon di gol dando l'idea di non risentire troppo della pressione di dover difendere i colori della Vecchia Signora. 

Poi, l'arrivo di Cristiano Ronaldo, lo ha fatto forse sentire in ombra, non più centrale nello scacchiere bianconero. E da lì è scivolato in un tunnel dal quale, malgrado qualche lampo, non è mai uscito del tutto. Ed anche adesso, con l'approdo di Vlahovic, ha probabilmente avvertito di non essere più considerato un leader dal club. Ma la colpa, forse, è stata anche sua.

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