rotate-mobile
Domenica, 28 Aprile 2024
Calcio

La toccante lettera di Endrick, nuova stella del calcio mondiale, al fratellino Noah: "Ti dono la nostra storia"

L'attaccante della nazionale verdeoro lascerà il Brasile in estate, al compimento dei 18 anni, per trasferirsi al Real, ed ha voluto ripercorrere i sacrifici fatti dalla sua famiglia in una lettera aperta - pubblicata su The Players' Tribune - indirizzata al fratello minore di quattro anni

A luglio, al compimento della maggiore età, attraverserà l’oceano per restare, aggregandosi al Real Madrid che lo ha acquistato nel 2022 bruciando tutti sul tempo. Ma nel vecchio continente ha già avuto modo di lasciare un segno, in uno dei templi del calcio mondiale come Wembley, nel quale ha realizzato la rete che permesso al suo Brasile di piegare l’Inghilterra in amichevole. Ad Endrick Felipe Moreira de Sousa, più semplicemente conosciuto come Endrick, il calcio sta regalando quel sogno coltivato sin da bambino, ma la nuova stella del calcio mondiale non dimentica i momenti difficili affrontati per arrivare lassù, così come i sacrifici fatti dalla sua famiglia. Raccontati in una lettera aperta al suo fratellino Noah, di appena quattro anni, sulla piattaforma online The Players' Tribune, messi nero su bianco in forma epistolare a costituire una testimonianza dell’amore verso i suoi cari, ora che la sua carriera ha cominciato a decollare.

“Caro Noah, ti voglio bene – scrive Encrick – e questa è la prima cosa, più importante di qualunque altra. Fin dal primo giorno sento che abbiamo avuto un legame speciale. Non te l'ho mai detto, ma quando stavi per nascere, in realtà aspettavi che io segnassi un gol. È vero, fratello. Io in quel periodo giocavo una partita importante, avevo appena 13 anni, ma tu non volevi ancora entrare in questo mondo. L'orologio ticchettava e ticchettava, e mamma e papà si chiedevano cosa stavi aspettando. Poi all'improvviso papà ricevette una telefonata dal suo amico che era alla partita. Disse: 'Douglas!! Douglas!! Endrick ha appena segnato!!'. E poi, in quell'esatto momento, tutto quello che hai sentito nella stanza d'ospedale è stato wwaaaaaaahhhhhhh!!!!!!. Finalmente sei uscito per festeggiare con me. Quando sono arrivato in ospedale, ti ho fatto un regalo di compleanno. Non avevo soldi per un giocattolo, ma ti ho preso la palla d'oro del torneo. Capisci? Nella nostra famiglia non siamo nati ricchi. Siamo nati nel calcio. Non so quando leggerai questa lettera, ma in questo momento hai quattro anni e le nostre vite stanno cambiando molto rapidamente. Nei prossimi mesi andrò in Spagna a giocare per il Real Madrid: sì, la squadra che prendo sempre alla PlayStation quando mi guardi. Ero convinto che ce l'avrei fatta e la mamma piange ancora quando se ne ricorda”.

“Grazie al calcio ed alla mamma”

“Prima non vivevamo in un appartamento elegante come adesso – prosegue il calciatore brasiliano – vivevamo in un posto chiamato Vila Guaíra e la nostra vita era molto diversa. Negli anni a venire sentirai tutto della nostra vita dagli altri e diranno che era tutto dolore e miseria. Ma la verità è che ho vissuto un'infanzia meravigliosa, grazie a Dio e grazie a tutto ciò che mamma e papà hanno sacrificato. E grazie al calcio, ovviamente. Mamma ha lasciato la sua vita a casa per sostenere il mio sogno a San Paolo. Il club aveva spazio solo per me, ma lei ha detto che non potevo andare senza di lei. Papà è rimasto a lavorare e a mandarci i soldi, e lei si è trasferita da me in una casetta insieme ad alcuni miei compagni di squadra. Tutti sotto lo stesso tetto. Ma quando andavamo ad allenarci, non aveva nessuno con cui parlare. Non avevamo la TV o Internet in casa, quindi portava la Bibbia al parco e si sedeva e parlava con Dio da sola. Tutto quello che aveva in quel posto era una sedia. Ci metteva sopra la borsa e, quando andavamo a letto, dormiva su un materassino steso per terra. So che è difficile per te immaginare la mamma che dorme sul pavimento, ma questa è la verità. Questo è realmente accaduto. La prossima volta che la vedi, abbracciala e dille grazie, perché senza i suoi sacrifici non avremmo la vita che abbiamo oggi”.

I sacrifici del papà

“Anche papà si è sacrificato molto. Dopo qualche mese venne a San Paolo per sostenerci, andò al Palmeiras e chiese al club qualsiasi lavoro potesse ottenere. Avevano un posto come addetto alle pulizie all'interno dello stadio. Da ragazzo aveva sempre sognato di essere in quello spogliatoio, quindi andava a lavorare con il sorriso. Lavorò lì per tre anni, prima raccogliendo la spazzatura attorno allo stadio e poi ottenendo la promozione per pulire lo spogliatoio della prima squadra. Diceva ai giocatori che un giorno suo figlio avrebbe giocato con loro”.

“Ti dono la nostra storia”

"Spero che tu capisca ora, fratello. La vita che stiamo vivendo adesso non è venuta fuori dal nulla. Ce la siamo guadagnata - chiude Endrick - con duro lavoro e tante lacrime. La mamma dice sempre che un singolo errore può far crollare tutto e ha ragione. Nel momento in cui dimentichiamo da dove veniamo, rischiamo di perdere la strada. Ecco perché ti faccio questo dono della storia della nostra famiglia. Mamma che mangia il pane vecchio, papà che dorme sotto la biglietteria, la mamma che piange in bagno, papà che piange sul divano. Che tu possa tenerlo sempre nel tuo cuore. Ti voglio bene fratello. Dal profondo del mio cuore".

Si parla di
Sullo stesso argomento

In Evidenza

Potrebbe interessarti

La toccante lettera di Endrick, nuova stella del calcio mondiale, al fratellino Noah: "Ti dono la nostra storia"

Today è in caricamento