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Lunedì, 29 Aprile 2024
Calcio

A 30 anni su una panchina di serie A: ecco chi è l'allenatore più giovane del calcio italiano

Marco Bruzzano, classe 1993, guida il Como Women nel massimo campionato femminile: le sue ragazze sono la rivelazione della stagione

Coetaneo del capitano della sua squadra e più giovane del suo portiere. Marco Bruzzano, 30 anni, è l'allenatore più giovane nel panorama del calcio professionistico italiano. Promosso in estate dal Como Women dopo la partenza del tecnico De La Fuente, da vice è passato a titolare della panchina. E le sue ragazze sono diventate la rivelazione d'inizio stagione in serie A, entrando nel blocco delle prime con Roma, Juventus, Fiorentina e  Inter.

Domani - domenica 5 novembre - alle 18, il Como affronterà proprio una delle rivali, l'Inter, club con cui è entrato nel grande calcio femminile. La storia di Bruzzano – nato nel 1993 a Paderno Dugnano (MI) – nel mondo del calcio inizia e finisce molto presto. Come difensore, in Eccellenza e Promozione, Marco chiude il suo percorso agonistico a soli 22 anni. Nel frattempo, studia Scienze Motorie e inizia a muovere i primi passi da allenatore. Prima nell'Usva San Francesco, poi nella scuola calcio dell'Inter. Dai bambini alle ragazze Under 14, poi vice in Primavera con De La Fuente.

“La mia vita e la mia giovane carriera sono state un percorso di crescita, partito dal basso - racconta -. Ed è forse questa visione così ampia ad avermi portato fin qui”. Nel 2021, Bruzzano lascia l'Inter e segue De La Fuente e il direttore Miro Keci al Como. Da un mese, Bruzzano è allenatore UEFA A, ma ha nel curriculum anche diversi corsi da match analyst: nella vita, però, ha lavorato nelle scuole ed è stato anche personal trainer in una palestra. “Ho sempre cercato di affiancare al campo un percorso di studio e il lavoro: portavo avanti il mio sogno, ma anche un piano B che può sempre tornare utile. Ora mi dedico esclusivamente a questa attività, ma più faccio e più mi accorgo che l'allenatore è quello che voglio fare, se fosse andata male avrei voluto dire ‘ci ho provato, ce l’ho messa tutta’. Essere riuscito ad arrivare in Serie A a 30 anni spero possa essere un esempio per le società, perché il Como ha fatto una scelta coraggiosa e non scontata, ma anche per tutti i ragazzi e le ragazze che hanno passione per il calcio. Se ci metti tutto te stesso senza smettere di crederci, ce la puoi fare”.

C'è un altro allenatore giovane e italiano che sta facendo grandi cose: Francesco Farioli, nel Nizza, 34 anni. “Lo apprezzo moltissimo, rappresenta un modello simile al mio, anche per età. Ha idee interessanti, che cerco di approfondire quando posso. Sono attratto dagli allenatori-formatori, che incidono sui propri giocatori a livello individuale. Guardiola, in questo senso, è quello che probabilmente ha le maggiori capacità di adattare e cambiare il suo calcio in base ai propri giocatori”. Il calcio che esprime il Como, quest'anno, ha prodotto risultati in queste prime settimane di campionato, anche se le prossime tre partite contro Inter, Juventus e Fiorentina (quest’ultima proprio contro De La Fuente...) potranno dire molto sul campionato che la squadra potrà fare: “Abbiamo cambiato 14 giocatrici rispetto allo scorso anno. L'obiettivo resta quello della salvezza, ma cercando di avere delle idee di calcio tali da poter mettere in difficoltà tutte le grandi squadre”. Come per esempio il Milan, fermato sullo 0-0. 

Bruzzano, che sta intensificando lo studio dell'inglese “perché la comunicazione è fondamentale con tutte le giocatrici, e ci sono anche le straniere”, sta ricevendo tanti attestati di stima di colleghi e avversari. “Riconoscono il nostro lavoro e un’idea di gioco - dice -. Noi abbiamo le chiavi per lo sviluppo per far conoscere il calcio femminile a tutti: dobbiamo andare in campo e cercare di dare spettacolo. Non pensavo di arrivare ad allenare una squadra femminile, ma vedendo le prime partite ho capito che c’erano passione e qualità tecniche. Non mi sono mai approcciato con scetticismo, anche se il più grande cambiamento l’ho vissuto quest'anno: ora sei l’allenatore, sei il primo responsabile, da ‘Marco’, sono diventato ‘mister’. Sono un ragazzo solare a cui piace avere un rapporto umano, ma ora serve un minimo di distacco, perché sono io a dover fare le scelte”.
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