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Venerdì, 26 Aprile 2024
Calcio

Premier League travolta dal Covid: stop fino a gennaio?

Si moltiplicano i match rinviati a causa del numero elevato di positività riscontrate nei gruppi squadra, e prende campo l'ipotesi di una sospensione della stagione

L’ondata di Covid che sta mettendo a dura prova il Regno Unito, arrivato oggi alla soglia dei 90mila nuovi casi giornalieri, non risparmia nemmeno la Premier League, che deve fare i conti con una corposa serie di match saltati a causa dall’elevato numero di positività riscontrate in vari gruppi squadra. Dopo Brentord-Manchester United e Burnley-Watford (rispettivamente martedì e mercoledì scorso), è stata ufficialmente rinviata a data da destinarsi anche Leicester-Tottenham, in programma questa sera alle 20.30, mentre sono già state escluse dal programma del week-end Southampton-Brentford, Watford-Crystal Palace, West Ham-Norwich, Manchester United-Brighton ed Everton-Leicester. A rendere ulteriormente delicato il momento vissuto dal calcio inglese, c’è inoltre l’arrivo di un momento particolarmente sentito dagli appassionati di oltremanica e non solo, vale a dire le festività natalizie, che portano da sempre in dote molti appuntamenti importanti in calendario.

La Federazione, dopo aver preso atto delle problematiche che un numero sempre crescente di club è costretto ad affrontare per via del Covid, ha manifestato l’intenzione di proseguire con il calendario corrente disputando i match in totale sicurezza, rimarcando come la salute ed il benessere rimangano prioritarie. Ma si fanno sempre più insistenti le voci di un clamoroso stop fino all’inizio del 2022, proprio per dare modo alle squadre di superare questo delicato momento e ricominciare il campionato da metà gennaio in una situazione sanitaria migliore – ci si augura – di quella attuale. Intanto, sembra allargarsi il fronte dei “perplessi”, con in testa il tecnico del Liverpool, Jurgen Klopp, che oltre al puntare il dito sulla trasparenza al fine di poter fare una riflessione profonda sull’opportunità di proseguire o fermarsi (“Ci deve essere chiarezza sui numeri e sui nomi. È sempre tutto un ‘alcuni membri dello staff', ‘alcuni giocatori' e così via”), ha voluto rimarcare l’importanza della campagna vaccinale: “E’ una questione di lealtà e solidarietà, per proteggere se stessi e per gli altri, per la comunità intera alla quale apparteniamo”.

Posizioni piuttosto nette sono state prese anche da Graham Potter, tecnico del Brighton (“Tutti vogliamo che il calcio vada avanti, ma devono esserci le condizioni per farlo, e capire se sia giusto proseguire su questa strada”) e dall’allenatore del Brentford, Thomas Frank, arrivato a proporre in via precauzionale lo stop di un turno del campionato e dalla League Cup della prossima settimana. Sulla stessa lunghezza d’onda Brendan Rodgers, timoniere del Leicester: “La salute di tutti deve essere la priorità, e con più giocatori disponibili, il prodotto è migliore". Ma nel frattempo, le defezioni continuano a fioccare: il Chelsea contro l’Everton ha dovuto fare a meno di Mateo Kovacic, Romelu Lukaku, Timo Werner, Callum Hudson-Odoi, Ben Chilwell (comunque out per infortunio) e Kai Havertz, prudenzialmente escluso - seppur negativo - dalla lista dei convocati per aver accusato una sintomatologia forse riconducibile al Covid. Intanto, mentre in casa Brentford, Manchester United e Tottenham il numero dei casi tra atleti e staff pare abbia superato le dieci unità, un possibile cluster sembra sia stato individuato anche nel Leicester. E gli interrogativi sull’opportunità di avallare nella Premier League uno “Show must go on” sembrano, anche quelli, salire di giorno in giorno.

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