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Domenica, 28 Aprile 2024
Calcioscommesse / Bari

Calcioscommesse, in manette ultras del Bari

Dopo i deferimenti di squadre di serie A e B, giovedì mattina i carabinieri hanno arrestato tre noti capi della curva biancorossa. Avrebbero minacciato i giocatori per perdere tre partite

Bari. I carabinieri hanno eseguito tre provvedimenti restrittivi nei confronti dei 'capi ultras' della squadra biancorossa. L'accusa è di concorso in violenza privata aggravata ai danni dei calciatori del Bari per imporre loro di perdere alcune gare di Serie A del campionato 2010-2011.

I fatti - Allora il Bari è già matematicamente retrocesso. Così i tre capi ultras da oggi agli arresti hanno pensato bene di sfruttare la situazione, e il fatto che tutti in Italia "sapevano che a Bari c'erano giocatori che si vendevano le partita", per rimediare qualche cifra a tre zeri dalle partite della loro squadra del cuore. E così sarebbero arrivati anche a mettere le mani addosso a un calciatore biancorosso.

Gli arrestati - Due dei tre arrestati sono in carcere (Raffaele Lo Iacono e Roberto Sbelndorio), il terzo è invece ai domiciliari (Alberto Savarese). Le loro vittime sono, Marco Rossi, oggi al Cesena, l'ex capitano Francois Gillet, oggi portiere del Bologna e il nome intorno al quale ruota buona parte dell'inchiesta, il difensore Andrea Masiello. I primi due hanno spiegato agli inquirenti di aver respinto le "offerte" e per questo di essere stati vittime di minacce e, in un caso, di percosse. 

Tre gare nel mirino - Sono Cesena-Bari del 17 aprile 2011 (1-0 il risultato finale), Bari-Chievo del 20 marzo 2011 (1-2) e Bari-Samp del 23 aprile 2011 (0-1) le tre gare nel mirino degli inquirenti. 

Ultrà del terrore - Come ricostruito dalla procura barse, al termine di Bari-Chievo gli ultrà, "in un clima di autentico terrore", chiesero di perdere Cesena-Bari e Bari-Sampdoria. Il procuratore capo di Bari, Antonio Laudati, che stamattina ha convocato una conferenza stampa, parla di "grave incidenza e danno che le scommesse portano a partire dalle attività di corruzione verso i protagonisti del mondo del calcio, dati gli alti interessi in gioco. Quindi, con le azioni intimidatorie che in questo caso mi hanno ricordato molto gli aspetti tipici del sistema criminale mafioso, si voleva intimidire per creare paura". 

Rischio spedizione punitiva - La misura degli arresti si è resa necessaria, spiega Laudati, "in quanto sulla base di anticipazioni stampa, i tre avevano in animo di fare addirittura una spedizione punitiva a Bologna" probabilmente per "avvertire" uno dei giocatori allora del Bari. Il pensiero, ovviamente, è per il portiere Francois Gillet, ex capitano del Bari, oggi proprio al Bologna". 

 

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