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Domenica, 28 Aprile 2024
La storia / Trento

Il miracolo dell'orsetto salvato e curato dall'uomo: "Possiamo imparare tanto da loro"

Walter Ferrazza, direttore del centro faunistico del parco naturale Adamello Brenta, lo ha definito un "piccolo miracolo"

Ad aprile è stato ritrovato in un canalone in val D'Algone, sopra San Lorenzo in Banale (Trento). Non era sicuro che potesse sopravvivere perché lui, un cucciolo di orso di pochi mesi, era denutrito e ferito. Oggi, dopo mesi di lavoro da parte del centro faunistico del parco naturale Adamello Brenta, l'orso è pronto a tornare in natura. Anche perché gli esperti lo hanno curato e alimentato evitando "l'imprinting" con l'uomo, con metodi collaudati come quello del camuffamento, con contatti minimi con l'uomo. In etologia, l'imprinting è una particolare forma di apprendimento precoce di alcune specie animali, irreversibile o comunque durevole, per la quale, per esempio, l'individuo nelle primissime ore della vita riconosce e segue i suoi genitori, oppure un loro surrogato, che può essere rappresentato da individui di altra specie o anche da oggetti inanimati, purché in movimento, che cadano per primi nel suo campo di osservazione.

Un "piccolo miracolo", come lo ha definito su L'Adige Walter Ferrazza, il direttore del centro, che ha spiegato: "Io lo chiamo l'orsetto dei miracoli, di sicuro è stato l'orso di tante prime volte: per la prima volta è stata fatta una tac a un orso, per la prima volta è stato monitorato 24 ore su 24 un orso che cresceva, per la prima volta si è cercato di far crescere un orso mantenendolo selvatico. Da sempre diciamo, e in questi mesi lo ribadiamo con più forza, che è la conoscenza che ci serve, con l'orso. Dobbiamo conoscere questo animale al meglio delle nostre possibilità. E con questo orsetto abbiamo avuto una grande opportunità".

Così gli operatori, dopo mesi, sono riusciti a recuperarlo fisicamente, senza farlo abituare all'uomo. Viene descritto come un cucciolone sano e schivo. Ora però bisognerà capire che decisione prenderà la provincia di Trento. Bisognerà capire se l'orsetto può andare nei boschi, se è il caso di mandarcelo e in quale bosco eventualmente. Ma questo non compete a chi se ne è preso cura fino a oggi. La scelta è tecnica ma anche politica e spetta direttamente alla provincia.

Liberarlo in natura significa sperare che ce la faccia da solo perché, di solito, in questa età, i cuccioli stanno ancora con la mamma. Secondo Ferrazza però ci sono buone possibilità che possa sopravvivere. Gli unici due cuccioli che sono stati liberati prima ce l'hanno fatta. Ora a decidere saranno i tecnici della provincia e alla fine la politica. Il momento di decidere però è ora, sia perché l'orso è cresciuto e ha bisogno di spazio, sia perché, dal punto di vista ambientale, è il momento più favorevole per essere reinserito in natura.

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