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Martedì, 30 Aprile 2024
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Belve, Loredana Bertè: “Mai stata con una donna, che peccato. Ho tentato il suicidio dopo Borg per essere alla sua altezza "

La cantante, ospite di Francesca Fagnani risponde alle domande della conduttrice raccontando la sua vita turbolenta

“Sembro un po’ struzzo, ma sono una tigre, un cucciolo di tigre”, inizia così, rispondendo alla classica domanda di Francesca Fagnani, la prima ospite della nuova stagione di Belve, Loredana Bertè. Appollaiata sullo sgabello d’ordinanza la cantante risponde in modo diretto e sincero a ogni domanda. Dice di sentirsi più strega che fata ma assolutamente non una diva anche se, sin da piccola sognava di diventare una regina.

Sogna per il suo funerale, un coro di trans e di essere sepolta nel cimitero di Praga. Della morte la spaventa il dolore, vorrebbe morire o nel sogno o sul palco, come l’amico Pino Mango.

Scatenata racconta di quando incontrò una volta Battiato su un aereo e, di punto in bianco si alzò la maglietta mostrandogli il seno: “Era seduto tanto triste, s’è rianimato!”. Mentre “Pino Daniele, mi ha pregato non mettere la minigonna a Sanremo perché aveva il bypass e temeva che si sarebbe sentito male quindi per quattro sere ho messo i jeans, i giornalisti pensavano avevo perso le valigie.”

I suoi difetti più grandi? “Non ho pazienza, proprio zero. Sono rissosa, permalosa, quando mi arrabbio divento insopportabile. Io sono rissosa da morire. Anche col marito, quante gliene ho date!”. E infatti racconta dei suoi due matrimoni, uno, lampo, con Berger  figlio del padrone del caffè Hag: “Io pensavo fosse un parrucchiere. Mi sono sposata, il giorno dopo mi sono separata, anche perché quando ho sentito il padre che ha detto: ti do 5 minuti per lasciarla o sarai diseredato, ho detto: te mollo io!”.

E poi dell’uomo più importante della sua vita, “ancora imbattuto”, Bjorn Borg con cui visse un’unione burrascosissima, anzi folle. “Lui mi ha preso di testa, era gelosissimo, non mi mandava nemmeno dall’estetista a Stoccolma, chiamava quella mia di Milano. Io anche ero molto gelosa. Quando litigavamo buttavo giù dalla finestra letti, sedie, tutti i suoi trofei, li ho buttati tutti dal balcone. Quando sei arrabbiata che non lo vedi da 48 ore, che non si sa dove sia stato... Io buttavo giù tutto con i fotografi che guardavano sotto. Lui era matto, mi puntava le armi cariche addosso, una volta mi ha rotto un dito e io non ho fatto un fiato”

Nell’89 lui tentò il suicidio, due anni dopo ci provò lei:“Volevo ai suoi occhi essere all’altezza di osare anch’io. Perché era una sfida continua e io non cedevo mai. Non gli davo soddisfazioni assolutamente”.

La terza incomodo tra loro era la cocaina: “La preferiva a me, non lo potevo accettare”. Così come, per arrivare a chiudere quel folle rapporto, ci volle una richiesta inaccettabile da parte di lui. “Eravamo in Florida in albergo e vedo che prende il telefono e chiama il room service chiedendo due prostitute, very bitch. Sono arrivate due, tutte vestite di pelle, con le fruste. Lui mi ha detto che dovevamo passare a un altro livello. Io ho chiesto: 'Fare sesso con queste?'. L'ho preso, l'ho gonfiato di botte e me ne sono andata." Ha avuto tanti uomini ma zero donne, anche se dice: “Non è mai successo, che peccato. Oggi sono curiosa perché avrei voluto provare, avere un ‘esperienza del genere.” Un altro rimpianto che confessa è di non avere avuto figli.

Francesca Fagnani le chiede poi anche della sorella, Mia Martini: “Con la vita ho litigato da quando è morta Mimì, una cosa inaccettabile.”

Loredana Bertè racconta gli anni giovanili con le due sorelle appena arrivate a Roma che scorrazzavano per la città insieme a Renato Zero. “Il periodo più felice della mia vita, io con la minigonna a fare l’autostop, loro che si nascondevano. Io sono stata privilegiata ad avere lei come sorella, senza di lei avrei avuto una vita di vuoto terrificante, come è da quando se ne è andata. Avrei voluto dirle una volta in più ti voglio bene, lei avrebbe risposto “che te serve?”, perché non glielo dicevo mai”. Della morte della sorella, la Bertè lo seppe dalla tv ed è convinta che non fu un gesto volontario. “E’ stato un incidente. Era squillato il telefono  tutta la  notte, io non ho mai risposto perché pensavo fosse qualche rottura di scatole, non me lo sono mai perdonato e neanche che avrei potuto fare un viaggio di meno dei miei e starle più vicino. Io non ho colto i segnali, mi viene subito da piangere quando ne perlo perché non posso rimediare”. La responsabilità di quella tragedia, secondo la cantante è della“cattiveria della gente, senza dubbio”. In che modo ha cambiato lei quell’evento? “Spezzandomi il cuore”.

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